domenica 31 gennaio 2016

ricordo di Hashim al-Homran




È MORTO HASHIM, IL RAGAZZO CON LA TELECAMERA, EROE SCONOSCIUTO Luigi Grimaldi

Yemen, governatorato di Sadaa. È il 22 gennaio 2016. Un giorno che forse sarà ricordato come una data tragica e storica. È il giorno della morte di un piccolo e sconosciuto eroe, Hashim al-Homran, 17 anni.

Hasim sta documentando con la sua videocamera gli effetti di un bombardamento, l'ennesimo in un anno di guerra, dell'aviazione dell'Arabia Saudita sulla popolazione civile dello Yemen. Siamo a Dhayan, 20 km dalla città di Sadaa.

Arrivano i soccorsi, la gente corre ad aiutare i feriti.  Si scava per liberare i corpi dalle macerie.
Ma i sauditi non ci stanno e mettono in atto un “Dual Tap”. Una pratica orrenda che consiste nel bombardare, attendere che arrivino i soccorsi, e ribombardare la stessa area per colpire i soccorritori. Un crimine di guerra, un crimine contro l'umanità, che nessuna missione militare può giustificare.

Hashim lo sa. Un anno di guerra gli ha insegnato come vanno queste cose. Intorno a lui c'è un inferno ma Hashim non scappa, non cerca di mettersi al sicuro. Non cerca un cannone per sparare a sua volta. Continua a usare la sua piccola telecamera e filma tutto quel che avviene. Viene ferito gravemente, ma non molla e continua a documentare l'incredibile: un terzo attacco.

Il ragazzo yemenita filma tutto, anche il bombardamento dell'ambulanza di Medici Senza Frontiere dell’ospedale Al Gomhoury che, dopo il secondo bombardamento, è riuscita a raggiungere la zona.  L'autista dell'ambulanza muore.
Anche Hashim muore, il giorno dopo, a causa delle terribili ferite riportate. Nessun media internazionale ha mandato in onda il suo video, terribile, che però in parte è stato caricato su internet ed è visibile su youtube a questo indirizzohttps://www.youtube.com/watch?v=1gYaArAnkvQ.

A 17 anni questo ragazzo è morto senza sapere di aver forse scritto una pagina di storia: le sue riprese sono un documento importantissimo. Sono la prova, assieme alle testimonianze dei sopravvissuti, che inchiodano alle loro responsabilità gli autori di un gravissimo crimine guerra. Il “Dual Tap”.

Il Relatore speciale delle Nazioni Unite sulle esecuzioni extragiudiziali Christof Heyns nel 2012 ha qualificato gli «attacchi secondari sui soccorritori che stanno aiutando i feriti dopo un attacco iniziale, un crimine di guerra». L'ennesimo commesso dai sauditi e dai loro alleati nello Yemen. 

Crimini più volte denunciati e documentati dall'Onu, da Amnesty International, da Human Rights Watch: crimini su cui mai è decollata una inchiesta internazionale indipendente a causa delle pressioni esercitate sulla diplomazia internazionale dal potentissimo Regno dei Saud.

Il governo italiano, anche sulla base di questo ennesimo atto di ferocia dovrebbe imporre l'interruzione dei regolari rifornimenti di bombe per l'aeronautica militare saudita prodotte nel nostro Paese dalla Rwm di Domusnovas.

L'ultimo carico è partito da Cagliari non più tardi dello scorso 16 gennaio, diretto alla base aerea di Taif, da cui il 22 gennaio sono decollati gli aerei che a Dhayan hanno ucciso Hashim e colpito i soccorritori, assieme a decine di altri civili inermi.

L'ultimo attacco

Hasim, videomaker di 17 anni, sta documentando con la sua videocamera gli effetti di un bombardamento, l'ennesimo in un anno di guerra, dell'aviazione dell'Arabia Saudita sulla popolazione civile dello Yemen. Siamo a Dhayan, 20 km dalla città di Sadaa.

Arrivano i soccorsi, la gente corre ad aiutare i feriti. Si scava per liberare i corpi dalle macerie.
Ma i sauditi non ci stanno e mettono in atto un “Dual Tap”. Una pratica orrenda che consiste nel bombardare, attendere che arrivino i soccorsi, e ribombardare la stessa area per colpire i soccorritori. Un crimine di guerra, un crimine contro l'umanità, che nessuna missione militare può giustificare.

Hashim lo sa. Un anno di guerra gli ha insegnato come vanno queste cose. Intorno a lui c'è un inferno ma Hashim non scappa, non cerca di mettersi al sicuro. Non cerca un cannone per sparare a sua volta. Continua a usare la sua piccola telecamera e filma tutto quel che avviene. Viene ferito gravemente, ma non molla e continua a documentare l'incredibile: un terzo attacco.

Il ragazzo yemenita filma tutto, anche il bombardamento dell'ambulanza di Medici Senza Frontiere dell’ospedale Al Gomhoury che, dopo il secondo bombardamento, è riuscita a raggiungere la zona. L'autista dell'ambulanza muore. Anche Hashim muore, il giorno dopo, a causa delle terribili ferite riportate.

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