giovedì 21 gennaio 2016

è morto Salah Farah




in Kenia, ai confini della Somalia, un gruppo giovanile affiliato ad Al Khaidaattacca un autobus, lo blocca, fa scendere i passeggeri e poi dice ai musulmani di risalire, per ammazzare i cristiani che rimangono.
era gia’ successo tre o quattro volte in Kenia quest’anno.
ma i musulmani rifiutano, anzi al momento dell’assalto alcuni si sono perfino scambiati i vestiti con i cristiani, per non farli individuare.
missione fallita.
fallita la missione omicida dei fanatici islamisti.
fallita la missione dei razzisti nostrani che seminano l’odio dipingendo tutti gli islamici come dei potenziali assassini.
. . .
sempre a proposito di quanto sia stupido cercare di far passare il mondo islamico in quanto tale per potenziale terrorrista, ecco un sondaggio attendibile condotto in 12 paesi dell’area islamica medio-orientale, divulgato sempre dallo Spiegel.
evidenzia che l’89% degli intervistati rifiuta la politica dell’ISIS.
anche se un 11% di favorevoli non e’ certo una percentuale confortante, la maggioranza dei contrari al terrorismo resta assolutamente schiacciante.
pero` il dato piu’ interessante e’ che la percentuale dei contrari e’ altissima nei paesi direttamente toccati o minacciati dal Califfato: contrari in Libano il99%, il 97% in Giordania e in Iraq.
mentre la percentuale piu’ alta dei favorevoli, ben il 26%, si ha in Mauritania, lontana dal pericolo di essere effettivamente conquistata da loro.

…Quando il 22 dicembre scorso i jihadisti di Al-Shabaab sono saliti su un autobus, a pochi chilometri da Mandera, hanno cercato di dividere i cristiani dai musulmani, per uccidere i primi e risparmiare i secondi, seguendo il modus operandi della strage di Garissa. Ma sull’autobus la tattica non funzionò perché Salah Farah, invece di pensare a salvarsi, nascose i cristiani e sfidò i terroristi: «Uccideteci tutti o lasciateci in pace».

Prima di scappare, gli Al-Shabaab uccisero due uomini e ne ferirono tre, tra cui Salah. Il vicepreside della scuola elementare di Mandera, dopo essere stato portato all’ospedale locale per una ferita alla gamba, venne trasferito il giorno di Natale a Nairobi, al Kenyatta National Hospital. Nei giorni seguenti Salah ha rilasciato diverse interviste, spiegando il suo gesto: «La gente dovrebbe vivere in pace. Solo la religione ci distingue dai cristiani ma siamo fratelli, per questo chiedo ai miei fratelli musulmani di prendersi cura dei cristiani e viceversa, così da vivere insieme in pace»…

Farah era musulmano, prima di morire ha fatto in tempo a raccontare che si era rifiutato di sacrificare i passeggeri cristiani perché credeva fermamente nella convivnza pacifica tra musulmani e non musulmani. E quel giorno sull'autobus non è rimasto solo, altri passeggeri musulmani a bordo lo hanno affiancato, dando i loro veli ai cristiani perché si confondessero, perché non fossero riconoscibili.

"Siamo fratelli", ha detto Farah a Voice of America all'inizio di questo mese. "E' la religione a fare la differenza, quindi chiedo ai miei fratelli musulmani di prendersi cura dei cristiani in modo che i cristiani possono prendersi cura di noi".

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