martedì 3 luglio 2018

Elogio dei migranti economici


I migranti economici sono quelle persone che abbandonano il loro paese (sperando un giorno di tornarci) per cercare un lavoro che permetta di vivere e mandare un po’ di soldi a casa.

Mio nonno era un migrante economico, all’inizio del ‘900 ha lavorato in Francia, in Algeria (quando era una colonia francese) in miniera, a Genova all’Ansaldo, voleva andare negli Stati Uniti, anni di pacchia, senz’altro.

A Ellis Island (chi non sa veda questo film) c’è un database (ecco il sito: https://www.libertyellisfoundation.org/passenger) con i nomi di decine di milioni di persone passate per quell’isoletta, vicino alla Statua della Libertà.
In Brasile e in Argentina sono arrivati qualche altro milione di italiani, fra gli altri, e qualche italiano, mi sembra, è andato in Francia, Belgio, Paesi Bassi, in Gran Bretagna, in Spagna, anche adesso.
Ma restiamo a Ellis Island: ho provato a frugare solo in quel database e ho trovato che sono stati registrati 255 volte Salvini, 1990 persone col cognome Di Maio, 6535 italiani col cognome Conte.
Delle due l’una: o quei salvinidimaioconte erano tutti rifugiati e perseguitati politici come Pertini, i fratelli Rosselli, Gobetti oppure erano, udite, udite, che SCANDALO, che ORRORE, erano MIGRANTI ECONOMICI.
I salvinidimaioconte che governano l’Italia dovrebbero chiedere l’espulsione, e il rimpatrio in Italia di tutti i salvinidimaioconte (e i loro discendenti) che popolano il mondo, indegni migranti economici.
Se non lo faranno mi viene in mente quel pensiero sintetico ed efficace di Boris Vian (lo indirizzava al dottor Schweitzer), che con mio nonno migrante economico (morto da molti anni, ma sarebbe d’accordo, lo so) potremo indirizzare ai signori salvinidimaioconte (e a tutti quelli che disprezzano i migranti economici), parole semplici e chiare: CI FATE CACARE!


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