domenica 22 luglio 2018

Migranti. Dai Comitati internazionali dei campi di concentramento nazisti un appello al rispetto della dignità umana




I presidenti, vice presidenti e segretari generali dei Comitati internazionali dei campi di concentramento nazisti di Buchenwald-Dora, Dachau, Mauthausen, Natzweiler-Struthof e Ravensbrück si sono riuniti alla Casa della Memoria di Milano il 1° luglio 2018 su iniziativa dell’ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi nazisti).
Di fronte alle comprovate minacce contro la Memoria e il futuro stesso dell’Europa e dei suoi cittadini lanciano questo appello:
Noi siamo depositari delle testimonianze dei superstiti dei crimini nazisti, portatori di una memoria viva e dolorosa; ci facciamo portavoce delle migliaia di uomini e donne sopravvissuti ai campi, dei loro discendenti e dei tanti semplici cittadini che militano nelle nostre rispettive associazioni.
Siamo impegnati nel preservare dall’oblio, dalla banalizzazione e dalla distruzione fisica gli ex campi di concentramento, luoghi di Memoria dell’Umanità, basandoci nella nostra azione, tra l’altro, sulla Risoluzione del Parlamento Europeo del 11 febbraio 1993 relativa alla “protezione europea e internazionale, come monumenti storici, dei siti dei campi di concentramento nazisti”. I recenti attacchi alle strutture di Mauthausen e di Flossenbürg suscitano la nostra indignazione.
Ci indigna l’astensione degli Stati dell’Unione Europea sulla risoluzione  presentata all’ONU il 21 novembre 2014, avente per oggetto “la lotta contro la glorificazione del nazismo”.
Restiamo vigili di fronte ai tentativi nazionalisti e populisti di cancellare dalla memoria europea questi luoghi di barbarie ma anche di lotta e di solidarietà.
La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948 ricorda che “il disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità”. Centinaia di migliaia di deportati nei campi nazisti sono state vittime di tali barbarie.
Da oltre 70 anni i sopravvissuti e i loro discendenti sono fedeli agli impegni assunti al momento della liberazione dei campi. Hanno operato senza tregua per la pace e la solidarietà fraterna tra i popoli. Portando le loro testimonianze hanno lottato contro il razzismo, l’antisemitismo, la xenofobia e le tesi dell’estrema destra in Europa.
Oggi, di fronte all’arrivo dei rifugiati spinti dalle guerre e dalla miseria, la risposta di alcuni stati europei non è l’accoglimento umanitario ma la chiusura delle frontiere.
Il Mediterraneo è divenuto un immenso cimitero nel quale si sono spente le speranze di migliaia di uomini, donne e bambini.
L’Europa sembra aver perduto la propria memoria. Molti europei, prima e dopo la guerra, sono stati a loro volta rifugiati e hanno conosciuto la solidarietà ma anche la discriminazione e il rifiuto. L’Europa deve ricordare le lezioni terribili della sua storia recente e non chiudere gli occhi di fronte alle proprie responsabilità.
Quali valori vogliamo trasmettere alle giovani generazioni? L’egoismo e la paura dell’altro non devono prendere il posto dei valori umani che sono al centro della nostra storia comune e dei nostri impegni.
Facciamo appello a tutti gli eletti nelle istituzioni nazionali ed europee affinché la comune ricerca di risposte adeguate ai fenomeni migratori, sia guidata prima di tutto dal rispetto della dignità umana.

   

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