sabato 28 maggio 2022

Quando affronteremo la lobby delle armi?



articoli, video e vignette di Toni Capuozzo, Chiara Rossi, Gianandrea Gaiani, Patrick Boylan, Franco Fracassi, Pepe Escobar, Gianni Lixi, Nicola Gratteri, Davide Bertok, Movimento No Base, Antonia Sani, Peppe Sini, Costituente Terra, Fulvio Scaglione, Francesco Masala, ReCommon, bortocalMauro Biani

scrive bortocal

…come è oggi la situazione in Ucraina?

non ribadisco che a mio parere, per riaprire le trattative sugli accordi di Minsk, che l’Ucraina rifiutava di rispettare, e porre termine alla guerra civile contro le minoranze russe di quel paese, la Russia aveva a disposizione altre possibili iniziative che una guerra aperta: soprattutto in campo economico, col blocco delle esportazioni di gas e petrolio,

prendiamo atto che la scelta alternativa è stata quella di una invasione militare, che ha avuto all’inizio addirittura l’obiettivo velleitario di cancellare l’Ucraina dalla carta geografica, negandone l’identità stessa.

ma il fallimento iniziale di questo primo obiettivo russo rischia oggi di nascondere il fallimento della strategia alternativa scelta dall’Ucraina e, dopo due mesi dall’andamento incerto, la progressiva affermazione della Russia sul campo.

non a caso la Russia era disponibile a trattative, che l’Ucraina ha rifiutato, sia immediatamente prima della guerra (e allora l’Ucraina ha fatto fallire la proposta di mediazione tedesca) sia subito dopo.

oggi il rifiuto ucraino di trattare, se non su posizioni totalmente irrealistiche, maschera la disperazione dovuta al fatto che oggi è sostanzialmente la Russia a rifiutarle, perché si sente vincente…

allora, che cosa dovrebbe fare un capo di stato effettivamente interessato a ridurre i danni della guerra al suo popolo? (non sto parlando di Zelensky, evidentemente, che non appartiene di sicuro a questa categoria).

prendere atto delle forze reali sul campo e largheggiare in concessioni, ponendo forse le basi di un consolidamento interno futuro, ed impedendo il collasso completo del paese, dato che questo potrebbe riportare in primo piano il disegno originario di Putin, inizialmente fallito.

naturalmente il prezzo da pagare sarebbe sicuramente anche quello di mettersi personalmente da parte e lasciare spazio ad altri leader; ma è poi così assurdo salvarsi la pelle, anziché rischiarla in una ostinazione senza senso, contando su armi americane sempre più potenti, cedute peraltro ad un esercito in via di sfaldamento?

la Russia non ha già appena dimostrato in Siria di essere in grado di sconfiggere una guerra americana fatta per procura attraverso gli integralisti islamici locali?

perché dovrebbe andare meglio con gli integralisti neonazisti ucraini?

e peraltro non si direbbe.

non sono certo uno stratega, la mia analisi dei rapporti di forza in campo può essere totalmente sbagliata; ammetto pure la possibilità che Zelensky, e soprattutto i suoi burattinai americani, abbiano fatto delle valutazioni più accurate delle mie e che i rapporti di forza siano invece contrari e garantiscano la sconfitta di Putin sul campo; dopotutto loro hanno dei dati, anche logistici, che io non ho.

però questo non cambierebbe la sostanza delle mie argomentazioni e soprattutto della mia domanda: che cosa induce un capo di stato a buttarsi in una guerra anche quando una valutazione obiettiva e sensata delle forze in campo indica una sconfitta probabile, salvo eventi assolutamente imprevedibili?

e quei leader che resistono ad una resa, fino all’ultimo uomo, contro ogni evidenza, facendo massacrare il loro popolo e distruggere il loro paese, sono eroi o criminali?

magari criminali con qualche attenuante, perché malati di mente, direi io…

che tuttavia domando ancora: e noi che cosa ci facciamo al loro fianco?

da qui

 

 

 

scrive Francesco Masala

Il 24 febbraio lo slogan era “bisogna difendere l’Ucraina”, lo stesso 24 febbraio, cinque minuti dopo, lo slogan era diventato “bisogna colpire la Russia”, lo stesso 24 febbraio i grandi strateghi dell’impero del male (dell’Europa) avevano uno slogan riservato, “bisogna sfasciare l’Europa”.

Il terzo obiettivo, quello “riservato”, è stato raggiunto, e l’Europa sostituirà i suoi fornitori cattivi di gas e petrolio, con fornitori buoni e democratici, la Libia, l’Egitto, il Qatar, gli Usa, tra gli altri (che gioia!).

 

La guerra va male, bisogna stare attenti, non perché è stata uno sbaglio dall’inizio, non perché è stata provocata, non perché l’Ucraina è un campo di battaglia e non resterà più niente, tutti noi siamo dalla parte giusta, il punto è che costa troppo, rischiamo di non vincerla, queste sono le discussioni all’interno dell’Impero.

 

qui un aggiornamento di Comma 22

 

Come Paese dobbiamo domandarci: quando, nel nome di Dio, affronteremo la lobby delle armi? Quando, in nome di Dio, faremo ciò che tutti nel nostro istinto sappiamo che deve essere fatto? – Joe Biden

 

il presidente americano Joe Biden ha firmato la legge, già approvata dal Congresso americano, per il nuovo pacchetto da 40 miliardi di dollari di aiuti militari e umanitari all’Ucraina

 

18 maggio: Sciopero generale contro la guerra (da qui)

 

genocidio contro il popolo ucraino:

Sfiora quota 4.000 il bilancio delle vittime civili accertate in Ucraina dal 24 febbraio, secondo l’agenzia dell’Onu per i diritti umani ripresa dal Kiev Independent che parla anche di 9 vittime a Kharkiv e di 7 a Lugansk. Gli abitanti uccisi finora dalle forze russe sono infatti almeno 3.998 (dato aggiornato a mercoledì), mentre i civili feriti sono almeno 4.693. L’agenzia ritiene comunque che i dati effettivi siano molto più alti.

da qui

 

genocidio contro il popolo degli Stati Uniti d’America:

negli Usa, dati del 2022, aggiornati al 18 maggio

Morti per armi da fuoco 7.229

Feriti 13.474

(da Internazionale n.1461 del 20 maggio 2022, pag.33)

 

per chi ha tempo e voglia di cercarlo, ecco uno dei più bei film sulla denazificazione, American History X (qui il trailer)


continua qui

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