giovedì 25 agosto 2022

E invasero la Regione Piemonte - Extinction Rebellion Torino

 

Notificati nuovi fogli di via da Torino agli attivisti di Extinction Rebellion. “Si tratta di misure totalmente illegittime, emanate dal Questore di Torino sapendo benissimo di non poterlo fare” dicono gli attivisti. “Molti di noi hanno perso il lavoro. Chi ci ripagherà per tutti i danni subiti quando avremo vinto tutti i ricorsi?”

Non si ferma la macchina repressiva nei confronti degli attivisti torinesi di Extinction Rebellion. Negli ultimi giorni, infatti, il Questore di Torino ha emesso nuovi fogli di via dalla città, per un periodo di un anno, nei confronti di altri  attivisti del movimento. Le nuove misure si vanno a sommare ai 5 fogli di via già notificati e alle 22 denunce penali che hanno colpito le persone presenti in Piazza Castello il 25 luglio [1].

Quel giorno, due attiviste del nodo torinese di Extinction Rebellion erano salite con una scala sul balcone del palazzo della Regione Piemonte, per appendere uno striscione con scritto “Benvenuti nella crisi climatica. Siccità: è solo l’inizio”. Un’azione plateale ma radicalmente pacifica, volta a denunciare, ancora una volta, il gravissimo stato di crisi idrica che l’Italia intera sta affrontando ormai da mesi. Tuttavia, quella mattina, tutte le persone presenti in piazza – anche chi stava semplicemente dando dei volantini o facendo delle foto – hanno ricevuto una denuncia penale per Art. 633 e Art.  639 bis (Invasione di edifici o terreni) e Art. 18 TULPS (Manifestazione non preavvisata). “Io quel giorno sono stato tutta la mattina in Piazza Castello a fare foto. Non ho fatto altro” racconta Roberto, una delle persone denunciate. “Nonostante questo, mi hanno notificato una denuncia penale per Invasione della Regione Piemonte”. Come Roberto, altre 21 persone si trovano attualmente nella stessa identica situazione.

A peggiorare il quadro legale, quel giorno, erano state però le notifiche dei cinque fogli di via obbligatori, ovvero misure di restrizione della libertà personale previste per “i soggetti che […] mettono in pericolo […] la sanità, la sicurezza o la tranquillità pubblica” secondo il D. Lgs. 159/2011, che il Questore di Torino ha deciso di utilizzare nei confronti degli attivisti. “Queste misure sono totalmente illegittime, perché la maggior parte di noi vive, studia e lavora a Torino” ribadisce Alessio, costretto a rientrare forzatamente a Roma, città in cui vive la sua famiglia. “Io ho perso il lavoro a causa di un foglio di via che il Questore sapeva benissimo di non poter notificare. Chi mi ripagherà per tutti i danni subiti?”.  Il pomeriggio del 25 luglio, infatti, dopo aver ribadito più volte l’illegittimità dei fogli di via a tutte le forze dell’ordine presenti in piazza, gli attivisti avevano immediatamente trasmesso istanza di riesame al Questore, per chiederne la revoca. Ma la Questura di Torino non sembra voler dar tregua a Extinction Rebellion. Dalla prima settimana di agosto, infatti, nuovi fogli di via stanno arrivando ad altre persone che erano in piazza quel giorno. “Il 5 agosto ho ricevuto una chiamata dalla Questura di Bologna, città in cui vive la mia famiglia, per dirmi che sarei dovuta rientrare entro 24 ore a Bologna, in modo da ricevere la notifica del foglio di via da Torino”, racconta Noemi. “Ho dovuto lasciare tutto da un giorno all’altro. Oggi non so se potrò tornare a vivere nella città in cui ho un affitto, in cui studio e in cui avrei dovuto iniziare un nuovo lavoro a partire da Settembre”. Tra gli attivisti denunciati il 25 luglio, ne rimangono altri non sono residenti a Torino ed esiste la legittima preoccupazione che anche loro saranno colpiti da un provvedimento che dovrebbe essere eccezionale e indirizzato a persone che rappresentano un pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza.

Nei giorni immediatamente successivi, la gravità di questi episodi aveva spinto alcuni Consiglieri Regionali a richiedere un’informativa durante il Consiglio Regionale del 26 luglio [2]. In quell’occasione, il consigliere Preioni (Lega con Salvini) ha utilizzato parole pesantissime nei confronti degli attivisti, invitandoli ad andare a studiare e ripetendo, ancora una volta, frasi in pieno contrasto con ciò che la comunità scientifica afferma ormai da anni. Negli stessi giorni, tuttavia, è arrivata invece la grande solidarietà da parte dei consiglieri regionali Grimaldi (Liberi, Uguali e Verdi), Sarno e Rossi (Partito Democratico), Freiani (Movimento 4 ottobre) e Di Sabato (Movimento 5 Stelle), ma anche di parlamentari come Fratoianni (Sinistra Italiana) e l’eurodeputata Elenora Evi (Europa Verde) [3].

Nelle prossime settimane, quindi, in attesa di avere aggiornamenti sulle indagini preliminari per le 22 denunce, 15 cittadini procederanno con un ricorso di massa al TAR di Torino, la cui procedura costerà 500 € a persona.

Nelle parole del Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres: “Gli attivisti per il clima sono talvolta dipinti come pericolosi radicali. Ma i veri radicali pericolosi sono i Paesi che stanno aumentando la produzione di combustibili fossili” [4]. Esattamente la direzione politica assunta dal Consiglio Regionale del Piemonte [5] e dal governo italiano [6].

da qui

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