sabato 13 agosto 2022

sull'inutilità del voto utile - Enrico Euli

 

Chi governerà questo paese dopo le elezioni?

Letta, al governo, vorrebbe se stesso o Draghi.

Renzi e Calenda; Di Maio e Tabacci, Bonino e Dalla Vedova vorrebbero Draghi, sempre Draghi, fortissimamente Draghi.

Berlusconi vorrebbe se stesso, come sempre, o Draghi.

Salvini vorrebbe se stesso, ma metà della Lega non lo vorrebbe e vorrebbe -immaginate chi?: Draghi.

Meloni vorrebbe se stessa ma, se anche stravincesse e potesse governare da sola, sarebbe costretta a seguire l'agenda Draghi.

E siccome non governerà da sola, dovrà seguirla a maggior ragione, viste le posizioni degli alleati di cui sopra

Anche lei farà la fine del Movimento 5 stelle nel 2018, col suo bel 34%: ed anche i suoi ingenui elettori scopriranno che, dentro la scatoletta, il tonno non c'è più da tempo.

E che, aperta la prima scatoletta, quella del voto, si trova il vuoto: tutte le istituzioni, e tanto più quelle politico-partitiche, sono soltanto scatolette vuote che contengono altre scatolette vuote: se ne apri una ne trovi solo un'altra ed un'altra ancora, senza fine e senza soluzione alcuna.

 

Ecco perché non esiste il voto utile, e qualunque voto è e sarà inutile.

Di utile ci sono solo gli utili idioti che continuano ad andare a votare, fingendo di credere che quel voto possa cambiare, produrre o impedire qualcosa.

Nei miei primi 30 anni sono stato ricattato a votare qualunque cesso d'uomo purchè non andassero al potere i comunisti.

Nei secondi trenta vengo ricattato a votare qualunque bordello di coalizione purchè non vadano al potere i neofascisti.

Eppure la storia ci ha già detto che i comunisti sono andati al governo solo quando hanno rinunciato ad essere comunisti ed hanno rinunciato ad essere comunisti soprattutto quando sono riusciti ad andare al governo.

Ed anche i fascisti andranno al governo solo quando smetteranno di essere fascisti e smetteranno di esserlo soprattutto quando ci andranno.

A meno che l'establishment stesso non decida (come già accaduto col fascismo, 100 anni fa) che è giunto il tempo di avere un governo non più solo in scatoletta fashista, come l'attuale, ma in inscatolamento neo-fascista post-litteram.

Ma non saranno le elezioni, né -tanto meno- queste, a deciderlo.

 

Un ultimo pensiero -commosso e partecipe- va infine rivolto a coloro che non riescono a smetterla, non solo di votare, ma anche di fare liste e candidarsi 'per un'alternativa': le varie liste anti-sistema di Paragone, De Magistris, Potere al Popolo (che credo si farà chiamare questa volta Unione popolare), gli ex5S di Alternativa e Manifesta, e non so chi altri ancora.

Il loro senso politico per me è pari a quello di farsi uno yogurt biologico per combattere il cambiamento climatico, fare un corteo per fermare una guerra o spegnere i led del televisore per realizzare la decrescita.

Testimonianze importanti e scelte apprezzabili, ma che non c'entrano niente con la politica.

Sono azioni che stanno ad un livello diverso, e non è giusto illudere del contrario le (peraltro poche) persone che andranno a votarli.

Servono solo a chi le fa, sono buoni generi di conforto e di socializzazione: rappresentano un'alternativa sì, ma a pagarsi una psicoterapia (e -visti i prezzi- non è poco).

da qui

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