mercoledì 21 novembre 2012

E la chiamano guerra – Noam Chomsky


L'incursione e i bombardamenti su Gaza non puntano a distruggere Hamas. Non hanno il fine di fermare il fuoco di razzi su Israele, non puntano a instaurare la pace. 
La decisione israeliana di far piovere morte e distruzione su Gaza, di usare armamenti letali degni di un moderno campo di battaglia su una popolazione civile largamente indifesa, è la fase finale di una pluridecennale campagna per fare pulizia etnica dei palestinesi.
Israele usa sofisticati jet da attacco e navi da guerra per bombardare campi profughi densamente popolati, scuole, abitazioni, moschee e slum; per attaccare una popolazione che non ha aviazione né contraerea, armamenti pesanti, unità di artiglieria, blindati (...). E la chiama guerra. Ma non è guerra, è un assassinio.
Quando gli israeliani nei territori occupati dicono che si devono difendere, si difendono nel senso che ogni esercito occupante deve difendersi dalla popolazione che sta schiacciando. Non puoi difenderti, quando stai occupando militarmente la terra di qualcun altro.
Questa non è difesa. Chiamatela come volete, ma non è difesa.

3 commenti:

  1. non so se parlerei di pulizia etnica (anche se non posso né voglio nascondere che ha qualcosa di quest'ultima).
    ma di certo non è una guerra: la guerra implica un confronto fra forze dove ognuna può infliggere perdite all'altra.
    questo è un annientamento, sistematico.
    difesa? Chomsky la definisce benissimo.

    RispondiElimina
  2. anche per me guerra è una cosa diversa.
    qualcuno dirà che Chomsky è antisemita?

    RispondiElimina
  3. un interessante intervento di Uri Avnery:

    HOW DID it start? Stupid question.
    Conflagrations along the Gaza Strip don’t start. They are just a continuous chain of events, each claimed to be in “retaliation” for the previous one. Action is followed by reaction, which is followed by retaliation, which is followed by …
    This particular event “started” with the firing from Gaza of an anti-tank weapon at a partially armored jeep on the Israeli side of the border fence. It was described as retaliation for the killing of a boy in an air attack some days earlier. But probably the timing of the action was accidental – the opportunity just presented itself.
    The success gave rise to demonstrations of joy and pride in Gaza. Again Palestinians had shown their ability to strike at the hated enemy...
    (continua qui: http://www.avnery-news.co.il/english/index.html)

    RispondiElimina