martedì 20 agosto 2013

La breve favolosa vita di Oscar Wao – Junot Diaz

È un romanzo di formazione, una storia di amore (e amori), un romanzo politico, una storia sull’amicizia e sulle maledizioni, un romanzo di emigrazione e sulla famiglia, tra le altre cose, di sicuro è un romanzo meraviglioso, ma non si può capire finché non si legge.
(e chissà se il giorno che incontreremo uno come Oscar lo riconosceremo).
Lasciate ogni speranza di poter interrompere a metà lettura, non ci riuscirete - franz

PS1: la traduzione dallo spanglish all’italiano non dev’essere stata facilissima, ma, da quello che dice Silvia Pareschi sotto, anche divertente
PS2: nell’intervista sotto Junot Diaz cita, fra gli altri, “Texaco” di Patrick Chamoiseau (in italiano tradotto da Sergio Atzeni), approfittate del consiglio di Junot Diaz (io, modestamente, mi associo, dopo che averlo letto si capirà)




La breve favolosa vita di Junot Díaz “di Oscar Wao, è un romanzo meraviglioso scritto in modo originale.
È divertente: sembra osservato e scritto per strada e spiega il ritratto comico di un disadattato domenicano di seconda generazione in una meditazione straziante sulla storia pubblica di un Paese: quello Domenicano, e riservata: sulle difficoltà di una storia familiare.
E' un libro vibrante che è ben rifornito da una prosa che non da tregua alla lettura.
E' confidenziale, nel senso che, descrive i parecchi decenni della storia di uno sconsiderato, e quella di un paese dove si narra di anime e maledizioni antiche del Kufù, (ma anche di incursioni sessuali all'università di Rutgers) ed evoca con perpendicolarità apparente che non richiede sforzo per capire i due mondi, i caratteri che abitano nella Repubblica dominicana, patria fantasma che modella gli incubi e i sogni di questa famiglia, e l'America (leggi, il New Jersey), la terra di libertà, speranza e possibilità luogo di fuga come componente della grande diaspora domenicana.
Può bastare a convincervi? Noo?...
… Non vi ho convinto? Lasciate perdere, mi arrendo. Accendete la televisione-

… Oscar Wao, lo dico subito, è stato una vera impresa. Lo spanglish. Gli infiniti riferimenti al mondo della fantascienza, dei fumetti, del fantasy. Le parole dominicane. Le parole inventate. Gli insulti, soprattutto. Quelli, una volta presa la mano, mi hanno divertita. Un esempio? Eccone uno che mi ha permesso di mettere a frutto la mia cultura classica:
"He had the worst case of no-toto-itis I'd ever seen". Toto, in spagnolo-dominicano, vuol dire fica. E allora perché non usare l'alfa privativo, perfetto per una parola che imita il linguaggio della medicina? E così, Oscar in italiano, "Soffriva del peggior caso di aficasia che avessi mai visto."…
da qui





8 commenti:

  1. Consiglio anche il successivo libro di racconti, "È così che la perdi", in cui Junot si conferma un grande scrittore. E grazie della citazione!

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    1. adesso sono a due su tre, "È così che la perdi" è in arrivo:)

      e grazie per la citazione:)

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  2. e anche pulitzer.

    dimmi un po', piuttosto, dove trovo al recensione di sopra eroi e tombe in questo blog? e cmq sto ancora aspettando la tua su infinite jest....

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    1. "sopra eroi e tombe" l'ho letto prima di internet:)

      ed è un libro eccezionale

      per "infinite jest" siamo ancora lontani, ma mai dire mai

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  3. e neanche trovo etichetta di ahmad shamlu ......

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    1. solo adesso sento parlare di Ahmad Shamlu, più si va avanti più si scoprono quante cose si ignorano:)

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  4. Meraviglioso è la parola giusta, corro a cercare E' così che la perdi

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