mercoledì 19 novembre 2014

La doppia vita dei numeri - Erri De Luca

un uomo passa controvoglia, senza niente da festeggiare, l’ultima serata dell’anno, a casa della sorella.
si beccano per un bel po’, poi, magia della tombola, iniziano a parlarsi e a rivedere la loro vita (e i loro fantasmi).
penso che a Eduardo la commedia di Erri De Luca non sarebbe dispiaciuta.
a me è piaciuta molto, senza troppe parole, però quelle giuste - franz




Protagonisti della pièce sono solo due personaggi, un uomo e una donna sulla sessantina (si verrà presto a sapere che sono fratello e sorella), riuniti per trascorrere insieme l’ultima notte dell’anno e l’inizio del nuovo. Nessun altro con loro, se non, più tardi, i fantasmi dei genitori, morti da anni. Si presenteranno, per così dire, nel corso della nottata, mentre i due fratelli, come già in passato, quando erano due ragazzi, attendevano il nuovo anno giocando a tombola in famiglia. Prenderà così vita un gioco delle parti carico di nostalgia per un tempo e persone amate che non torneranno più. Una nostalgia evocata in particolare dall’estrazione dei numeri per la tombola, ciascuno con il suo significato allegorico, e capace di mettere in campo ricordi, momenti e, soprattutto, storie che l’uomo inventa lì per lì sulla base dei numeri estratti….

In La doppia vita dei numeri, la poesia in prosa di Erri De Luca diventa teatro poetico. E non un teatrino di basso livello, ma quello napoletano, il teatro della tradizione di Eduardo De Filippo, abitato da “presenze” nostalgiche, ma estremamente preziose.
Lui e Lei si ritrovano a Napoli, a casa di Lei, per passare insieme la sera dell’ultimo dell’anno. Parlano molto, del passato e della loro città. La sorella accusa il fratello scrittore di non provare un vero affetto neanche per Napoli. La risposta è splendida: “Non ci ho mai pensato se voglio bene a Napoli. Come chiedermi se voglio bene alle mie unghie, ai capelli. Non so se voglio bene a delle parti del mio corpo… Ci sto dentro, tutto qua”.
Nel menù del cenone, a parte una favolosa genovese, ci sono anche i numeri per giocare a tombola. Quella di una volta, di quando erano vivi i loro genitori. Allora, durante i festeggiamenti per il capodanno, “accadeva il prodigio di estrarre, insieme ai numeri, una folla di storie in una lingua mista”. Ma questa volta il prodigio è ancora più straordinario: i genitori accettano l’invito della figlia a giocare. “I fantasmi”, afferma De Luca, “rispondono a chi ha bisogno di loro, come i santi”. Un piccolo gioiello. (Vanja Luksic)

4 commenti:

  1. Vorrei davvero leggerlo tutto, Erri De Luca. E magari poi scrivergli una lettera ...
    Lo metto nella cesta dei desideri.

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    1. è che devi stare a rincorrere, lui scrive sempre, e il tutto sarà sempre parziale :)

      e la lettera la apprezzerà, sono sicuro.

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  2. Ecco: dire le parole giuste. Anch'io vorrei leggerlo tutto... invece d'invocare fantasmi. E visto che si avvicina il cenone prendo il tuo post come suggerimento per mettere a tavola un suo libro.

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    1. i fantasmi arrivano da soli, senza chiamarli, sono sempre lì.

      io ho iniziato con "Tre cavalli", l'ho letto diverse volte, e sempre mi è piaciuto moltissimo.

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