martedì 5 aprile 2022

La guerra in corso e le spoglie degli imperi

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Quando cadono gli imperi – Francesco Masala

 

il dirmi che una scarica di mitra è realtà mi va bene, certo; ma io chiedo che dietro al romanzo che dietro questi due ettogrammmi di piombo ci sia una tensione tragica, una consecuzione operante , un mistero, forse le ragioni o le irragioni del fatto…

Carlo Emilio Gadda (citato da Carla Benedetti, in Disumane lettere, 2011)

 

gli stregoni, quelli veri (non gli apprendisti che poi mettono tutto a posto, come racconta Walt Disney), i colonialisti e i terroristi  si stupiscono se non esiste l’unanimità di tutto il mondo per la condanna dell’invasione della Russia di Putin.

è giusto e necessario commuoversi e aiutare i profughi, tutti i profughi, di tutto il mondo (scusate se la butto in politica), ma è anche giusto capire perchè accadono le cose, tutto ha un motivo, la pioggia, i terremoti, le guerre.

quando cadono gli imperi i colonialisti e i terroristi (come dice anche Noam Chomsy) godono e tutti gli altri, la maggior parte dell’umanità, ne soffriranno per generazioni.

è necessario che gli imperi cadano, quando è il momento, ma la cosa più importante è come cadono.

è come per i palazzi, quando esplodono è meglio che ci sia un’esplosione controllata, no?

ormai si può fare tutto quello che si vuole, tranne che controllare il disfacimento degli imperi, non si vuole colà dove si puote.

i colonialisti e i terroristi sono onnipotenti, ma fanno finta di essere innocenti.

faccio qualche esempio.

per non andare troppo indietro nel tempo ricordiamo la caduta dell’impero ottomano, ancora oggi i confini degli stati sono disegnati col righello, la spartizione dei territori dell’ex impero da parte dei colonialisti ha effetti ancora dopo un secolo, e per un secolo infiniti lutti hanno dovuto subire gli abitanti di quei territori ;

ricordiamo la caduta degli imperi colonialisti europei in Africa, con confini di stati decisi a tavolino nel secolo precedente, senza pensare allle popolazioni e ai gruppi etniciche vivevano in quei territori, in quella caduta rovinosa per gli imperi colonialisti, qualche stato europeo si è impegnato per una vera indipendenza, forse i francesi, forse i belgi, forse gli inglesi (qualcuno crede che Patrice Lumumba e Thomas Sankara si siano suicidati)?.

arriviamo alla caduta dell’impero sovietico, i colonialisti e i terroristi hanno goduto come non mai.

era necessario che le repubbliche ex-sovietiche restassero com’erano, o i geni stregoni Usa ed europei, molto attivi adesso nella fornitura di armi perché crepino più persone possibili in Ucraina, avrebbero dovuto ridisegnare i confini in maniera ragionevole econcordata prima della dissoluzione dell’Unione Sovietica?

l’Unione Sovietica era all’angolo, a terra, confusa, i geni stregoni le erano sopra, lucidi e feroci, ma anche ebbri di pre-potenza, sperando solo di rubare le immense risorse del sottosuolo ex sovietico.

col senno di poi, ma anche col senno di allora, cosa si poteva fare?

esattamente quello che non si è fatto durante le manifestazioni a Genova nel 2001, non lasciare vie di fuga, una cosa che non si deve fare nella gestione una dimostrazione.

è stata una scelta, non un caso, niente vie di fuga ai dimostranti (il NEMICO), niente vie di fuga alla Russia (il NEMICO).

gli avversari si contrastano, si combattono, il NEMICO si annienta (gli amici erano i black block allora, i black nazisti oggi, a libro paga di qualcuno), individuare un nemico fa sembrare di essere nel giusto, a chi ci crede.

ecco quello che si poteva fare, per lasciare una via di fuga alla Russia.

la Russia ha un’importante flotta militare, tre basi navali per la flotta, in Crimea, in Siria, a Kaliningrad,

occorreva lasciare un accesso al mare alla Russia, che poi la Crimea se l’ha presa, dopo un referendum, e nel Donbass, e nelle zone del sud dell’Ucraina, con molti russofoni, occorreva la concessione di un’ampia autonomia, modello Alto Adige, poteva essere una via di fuga, ma se il NEMICO si vuole abbattere si aspetta la guerra, tutto è lecito.

se qualcuno viene chiuso in gabbia. o si rassegna, e viene chiuso in silenzio, o reagisce, come è successo all’orso russo, e se vicino ci sono i civili ucraini o i soldati ucraini o i nazisti, veri e presunti, è stata sua la colpa, non di chi l’ha rinchiuso.

domani toccherà (di nuovo) alla Siria, poi alla Georgia, poi a Kaliningrad (è già tutto previsto nei piani?).

poi creperà qualcuno, molti, sempre troppi, uccisi dai buoni, come a Raqqa*, ma chi se ne frega, mentre all’ospedale di Mariupol, teatro di una strage, dicono i giornali e le tv, non è morto nessun bambino e nessuna mamma, non dicono i giornali e le tv (qui )

 

se non l’avete ancora fatto provate ad ascoltare qui quello che Zelensky non ha mai detto, ma se l’avesse fatto l’avrebbe fatto diventare uno statista responsabile, dopo anni nei panni di presidente attore sbruffone.

 

quello che non ascolterete, neanche per scherzo, è il discorso di Draghi che annuncia che il momento è grave e tutti gli stipendi ed emolumenti vari oltre i 100000 euro annui pagati in Italia, verranno dimezzati con effetto immediato, come contributo necessario allo sforzo bellico della nazione (con quello che resta nessuno di loro farà la fame) .

 

 

*(Un rapporto del Pentagono riconosce che l’aeronautica USA ha distrutto, nel 2017, l’80% delle case della città di Raqqa, durante i bombardamenti per sloggiare l’Isis dal suo capoluogo. “Non è stato fatto il necessario per evitare la distruzione della città e l’uccisione di civili”, ammette il rapporto. Tra il 6 e il 30 ottobre 2017, sono morti sotto i bombardamenti aerei e dell’artiglieria USA 1600 civili. Tra le costruzioni colpite vi erano 8 ospedali, 29 moschee, 45 scuole. Un’ammissione in ritardo dei crimini di guerra dei comandi militari di Washington, coperti mediaticamente allora con la lotta contro il terrorismo jihadista, qui)


...continua qui

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