Secondo recenti rivelazioni uno dei medici più importanti di Gaza potrebbe essere stato violentato a morte. Non è l’unico.
Attenzione: questo articolo include
descrizioni o riferimenti a violenze sessuali che alcuni lettori potrebbero
trovare inquietanti.
La vita del dottor Adnan Al-Bursh è in
netto contrasto con il modo in cui il carismatico 49enne è morto.
A dicembre il primario di ortopedia
dell’ospedale al-Shifa di Gaza stava lavorando all’ospedale al-Awda nel nord di
Gaza quando lui e altri medici sono stati arrestati dall’esercito israeliano
per riferite “ragioni di sicurezza nazionale”.
Secondo quanto dichiarato
dall’organizzazione israeliana per i diritti umani HaMoked, quattro mesi dopo
le guardie della prigione di Ofer hanno trascinato Al-Bursh e lo hanno
scaricato nel cortile della prigione, nudo dalla vita in giù, sanguinante e
incapace di stare in piedi.
Avendolo riconosciuto alcuni prigionieri
hanno portato Al-Bursh in una stanza vicina, dove è morto pochi istanti dopo.
Entrare in un “Inferno”
Il dott. Al-Bursh era diventato una
presenza costante nella vita di molti attraverso i video-diari che postava
prima del suo arresto.
I suoi video lo mostravano con i suoi
colleghi mentre scavavano fosse comuni nel cortile di al-Shifa per seppellire
le persone perché Israele non permetteva che i loro corpi venissero portati in
un cimitero, o mentre intervenivano su feriti e moribondi con poca o nessuna attrezzatura
e aspettavano insieme l’assalto israeliano contro un ospedale dove migliaia di
persone avevano cercato sicurezza.
L’assalto è avvenuto a metà novembre
quando, in scene catturate dal dott. Al-Bursh, l’esercito israeliano ha
ordinato ai pazienti, al personale e a circa 50.000 sfollati rifugiati ad al
Shifa di andarsene.
Il dott. Al-Bursh ha raggiunto l’ospedale
indonesiano nel nord di Gaza dove ha lavorato fino a quando anche quello non è
stato preso di mira, a novembre, e si è trasferito all’ospedale Al-Awda.
Lì è stato arrestato e condotto in un
sistema carcerario che l’organizzazione israeliana per i diritti umani B’Tselem
descrive come “Inferno”.
Israele spesso imprigiona operatori
sanitari come il dottor Al-Bursh per “indagini” e li mantiene in condizioni
orribili.
“La maggior parte dei medici e infermieri
[detenuti da Israele e che hanno parlato con PHRI] ha riferito di essere stati
sottoposti ad interrogatori al fine di ottenere informazioni ma senza che gli
venisse rivolta alcuna accusa”, ha affermato Naji Abbas, direttore del
dipartimento dei prigionieri di Physicians for Human Rights Israel [Medici per
i diritti umani – Israele].
“Il nostro avvocato ha visitato decine di
operatori sanitari che [sono] ancora in detenzione israeliana da lunghi mesi
senza accuse o senza un giusto processo e la maggior parte di loro non ha mai
visto un avvocato”, ha aggiunto.
Il Ministero della Salute palestinese a
Gaza riferisce che dall’inizio della guerra a Gaza nell’ottobre 2023 Israele ha
arrestato almeno 310 operatori sanitari palestinesi.
Molti di loro hanno denunciato abusi e
trattamenti crudeli, tra cui l’imposizione di posizioni forzate, la privazione
di cibo e acqua e la violenza sessuale, compreso lo stupro.
“Gli operatori sanitari con cui abbiamo parlato
sono stati trattenuti per un periodo compreso tra sette giorni e cinque mesi”,
ha affermato Milena Ansari di Human Rights Watch (HRW), il cui rapporto di
agosto sulla detenzione arbitraria e la tortura degli operatori sanitari ha
documentato la situazione.
“Molti non vengono nemmeno accusati,
vengono solo poste loro domande generiche, come: ‘Chi è il tuo imam?’, ‘In
quale moschea vai?’ o anche ‘Sei un membro di Hamas?’, ma senza fornire alcuna
prova”, ha detto.
Di male in peggio e poi diventa un
“Inferno”
I resoconti diffusi delle torture e dei
maltrattamenti sui prigionieri palestinesi nelle prigioni israeliane sono di
lunga data.
Tuttavia tutti gli analisti con cui ha
parlato Al Jazeera hanno notato due fasi distinte nel drammatico deterioramento
delle condizioni e nell’aumento degli abusi: la prima dopo la nomina di Itamar
Ben-Gvir a ministro della sicurezza nazionale nel 2022, seguita dall’esplosione
di maltrattamenti dei detenuti dopo l’inizio della guerra israeliana a Gaza
nell’ottobre 2023.
“Non gli importa se sei di Gaza o di
Gerusalemme, se sei un medico o un lavoratore: se sei un palestinese, sei il
nemico”, ha affermato Shai Parness dell’organizzazione israeliana per i diritti
umani B’Tselem.
“È brutale e sistematico”, ha detto di un
sistema che il rapporto di agosto di B’Tselem, Welcome To Hell, ha descritto
come “una rete di campi di tortura”.
“Non è solo violenza, umiliazione e abuso
sessuale, è tutto”, ha detto Ansari.
“I resoconti di violenza fisica e sessuale
sono abituali. Tra le persone abusate fisicamente le ferite alla testa, alle spalle e, nel caso degli uomini, tra
le gambe e il sedere sono abbastanza comuni”, ha aggiunto Ansari.
Ha descritto nei dettagli il caso di un
paramedico che ha riferito a HRW di aver incontrato un altro detenuto che
sanguinava dall’ano, il quale ha raccontato come tre guardie israeliane si
fossero alternate a violentarlo con i loro fucili M16.
“Ridurre i loro diritti”
A luglio, nel rispondere alle accuse di
sovraffollamento da parte dello Shin Bet, l’agenzia di sicurezza interna di
Israele, Ben-Gvir si è vantato delle condizioni abominevoli nei suoi sistemi
carcerari, scrivendo su X: “Da quando ho assunto la carica di ministro della
sicurezza nazionale, uno degli obiettivi più importanti che mi sono prefissato
è quello di peggiorare le condizioni dei terroristi nelle prigioni e di ridurre
i loro diritti al minimo richiesto dalla legge”.
All’inizio della stessa settimana ha
pubblicato un video in cui affermava: “Si dovrebbe sparare ai prigionieri
invece di dar loro da mangiare”.
“Era terribile, è sempre stato terribile”,
ha detto Abbas ad Al Jazeera, “Ma le cose sono diventate molto pesanti dopo la
nomina di Ben-Gvir. Da ottobre è come un altro mondo. È diventato orripilante.
“Prima della guerra c’erano centinaia di
prigionieri palestinesi con malattie croniche. Ora in prigione ci sono migliaia
di persone in più, il che significa molte più persone con condizioni croniche
che non vengono curate”.
A luglio, in seguito all’arresto di
soldati israeliani accusati di torture sistematiche e stupri presso il centro
di detenzione di Sde Teiman, manifestanti israeliani, tra cui politici eletti,
hanno preso d’assalto Sde Teiman e la vicina base di Beit Lid chiedendo il
rilascio dei soldati arrestati.
In seguito Ben Gvir ha scritto al primo
ministro israeliano Benyamin Netanyahu condannando l’arresto dei soldati per
stupro e tortura in quanto “vergognoso” e dicendo delle condizioni nel suo
sistema carcerario: “I campi estivi e la pazienza per i terroristi sono
finiti”.
Secondo una dichiarazione rilasciata
dall’esercito israeliano alla Sky News del Regno Unito, il dottor Al-Bursh è
stato portato da Al-Awda a Sde Teiman.
Un altro detenuto, il dottor Khalid
Hamouda, ha valutato che più o meno un quarto dei circa 100 prigionieri di Sde
Teiman erano operatori sanitari.
(traduzione dall’inglese di Aldo Lotta)
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