sabato 3 marzo 2018

COME L’ESERCITO ISRAELIANO HA OTTENUTO CHE UN ADOLESCENTE AL QUALE E’ STATO SPARATO ALLA TESTA DICESSE CHE E’ CADUTO DALLA BICICLETTA - Amira Hass




Il Maggiore Generale Yoav Mordechai, il coordinatore per le attività di governo nei territori, si aspetta che noi crediamo che decine di palestinesi e alcuni israeliani hanno cospirato per architettare un’enorme bugia per calunniare le Forze di Difesa Israeliane.
Secondo lui il bugiardo non è solo il 15enne Mohammed Tamimi. I bugiardi sono anche i suoi genitori, i membri della sua famiglia estesa nel villaggio di Nabi Saleh, e gli amici – compreso l’attivista di sinistra israeliano Jonathan Pollack. Quest’ ultimo era con Tamimi quando si era arrampicato su una scala il 15 dicembre per vedere che cosa i soldati, sistemati in una casa vuota nel suo villaggio, stavano per fare. All' adolescente hanno  sparato alla testa ed è caduto a terra in una pozza del suo stesso sangue.
Nel suo post su Facebook martedì, Mordechai afferma, in effetti, che i palestinesi sono stupidi perché così tanti di loro hanno collaborato nel creare una bugia che è talmente facile da smascherare. Se davvero fosse una bugia.
Si sta basando sulle cose che Tamimi ha detto ai suoi interrogatori della polizia lunedì, appena poche ore dopo che una grande forza militare aveva fatto irruzione a Nabi Saleh e nella sua casa, prima dell’alba, trascinandolo dal suo sonno e arrestandolo. Altri cinque minori e cinque adulti sono stati arrestati con lui, in condizioni simili.
Ancora nell’oscurità, mezzo addormentato e scosso, circondato da fucili che lo puntavano, con l’aria resa fumosa dai gas lacrimogeni e dall’odore disgustoso dell’acqua puzzolente spruzzata dalle truppe, Mohammed Tamimi è stato portato dentro per un interrogatorio. È facile arguire quello che è passato attraverso la mente del ragazzo ferito, che deve  sottoporsi ad un’altra operazione per ricostruire il suo cranio nelle settimane a venire.
Deve avere pensato: Forse sarò tenuto sotto arresto per molte settimane. Forse la mia condizione medica peggiorerà. Forse non sarò rilasciato prima di andare ad operarmi.
Tamimi ha detto agli investigatori e ai rappresentanti del Coordinamento dell’Amministrazione Civile e all’Ufficio di collegamento, che per qualche ragione si erano coordinati per essere presenti, quello che volevano sentire: che era rimasto ferito quando è caduto dalla sua bicicletta.
Le forze di sicurezza conducono centinaia di arresti e interrogatori ogni settimana a Gerusalemme e nella Cisgiordania. Nessuno discute il fatto che uno dei loro intenti è smascherare coloro che pianificano o mettono in atto attacchi armati. Un secondo intento è raccogliere informazioni, anche le più innocenti, su quante più persone possibile e su attività sociali e politiche. Molto banale, a volte anche imbarazzante, l’informazione è estorta – anche anni dopo e sotto circostanze inaspettate: quando una persona viaggia all’estero, o quando qualcuno fa domanda per un permesso di entrata in Israele o per un permesso di residenza per una sposa non-palestinese.
Un terzo intento (sebbene non necessariamente il terzo più importante) è annullare l’attività popolare contro l’occupazione, di cui il villaggio di Nabi Saleh è diventato un simbolo. Ai palestinesi è proibito dimostrare la loro resistenza all’occupazione, in ogni maniera.
Une dei modi per scoraggiare gli individui che potrebbero essere potenziali partecipanti a lotte popolari è causare serio danno a persone che vi stanno già prendendo parte – con mezzi che vanno dal ferimento all’uccisione; alla detenzione in condizioni più dure di quelle incontrate dal sospetto di corruzione Nir Hefetz; privazione del sonno; ammanettamento doloroso; interrogatori umilianti; ridicole accuse come quelle basate su “prove” come candelotti vuoti di gas lacrimogeni o visite a mostre di libri; detenzioni amministrative ( arresto senza accuse documentate); arresto fino alla conclusione dei procedimenti; e multe esorbitanti.
Arresti di massa, interrogatori e raccolta di informazioni – questi sono una parte integrale del controllo che Israele esercita sui palestinesi. Molti arresti sono  mezzi con cui Israele tenta, sistematicamente, di minare e disfare il tessuto sociale palestinese per indebolire la sua abilità per resistere e sfidare l’occupazione.
Quando i detenuti sono minori, i loro carcerieri hanno un’abilità più grande – con l’aiuto di qualche schiaffone, posizioni dolorose durante l’interrogatorio e pressione psicologica – per estorcere da loro false incriminazioni ed esagerate, millantanti descrizioni degli avvenimenti. È facile manipolarli e spezzarli.
Tra loro stessi i palestinesi stanno dibattendo sulla partecipazione dei minori alle attività di protesta contro l’occupazione. L’ethos della lotta è caro a loro, e la ripugnanza all’occupazione corre troppo profonda perché questo dibattito sia condotto in pubblico, ma l’alto prezzo che viene pagato dai minori e dalle loro famiglie è chiaro a tutti.
È troppo presto per dire se un post come quello di Yoav Mordechai incoraggerà il dibattito e se sarà portato al pubblico dominio o rafforzerà la posizione di quelli che dicono che Israele non si ferma davanti a niente per opprimere, e quindi ai più giovani non dovrebbe essere negato il loro diritto alla rivolta.

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