mercoledì 6 giugno 2018

Matteo Salvini e Mimmo Lucano - Pasquale Aiello



Che dire di uno che definisce ‘zero’ il sindaco di Riace? Ogni commento è puramente superfluo. Uno così si commenta e qualifica da solo. Riace, ormai, insieme al suo sindaco, è un comune conosciuto e anche apprezzato, pure dai sassi dell’angolo più nascosto della terra. Da molto tempo e da tutti gli uomini raziocinanti, è considerato modello di accoglienza e integrazione, perché così è, piaccia o no, riuscendo a essere anche e soprattutto un esempio. Solo i fascisti hanno avuto da ridire. Loro e solo loro, hanno perfino manifestato in piazza contro, spargendo fango a piene mani, con denunce e accuse per cui alla fine, la prefettura è stata costretta ad intervenire, salvo poi, dopo qualche controversa ispezione, non riscontrare niente di illecito se non qualche pecca amministrativa da parte del sindaco, nell’affrontare la burocrazia italiana lenta e caotica. “Si ritiene” – conclude, infatti, la relazione finale degli ispettori ministeriali- “che l’esperienza di Riace sia importante per la Calabria e segno distintivo di quelle buone pratiche che possono far parlare bene della regione”. Riace si è affermato, ormai, in tutto il mondo e Lucano premiato dappertutto. Il problema vero, invece è un altro: A dare dello zero al sindaco Lucano non è il primo avventore da bar, no, ad aggredire Mimmo ‘il curdo’ con parole pesanti, è nientemeno che il neo ministro agli interni della repubblica Italiana, Salvini. Un ministro che denigra e offende il sindaco di un paese della nazione da egli stesso governata. Una cafonaggine e una arroganza mai viste che ricalcano altri tempi. Del resto da un ministro reazionario che dice nei confronti dei migranti “E’ finita la pacchia per i clandestini”, e che vuole armare tutti per creare un nuovo ‘far west’, che vuole chiudere i porti alle ONG che salvano i migranti in mare, non ci si può aspettare grandi cose. Signor ministro, anche io sono uno zero come Lucano e come lui appartengo alla categoria degli utopisti che lottano per un mondo migliore. Solo gli ultimi sono in grado di sognare. Mi permetterei di suggerirle, qualora venisse nella Locride, di fare una capatina a Riace. Potrebbe rendersi conto che quello non è un c.a.r.a. mangiasoldi, ma un posto dove dell’integrazione si è fatto uno stile di vita. In Calabria, e specie nella locride, non abbiamo paura dei migranti, men che meno di un sindaco come Mimmo. Forse uno così col suo sistema rivoluzionario, farà paura a lei e al suo delirio di onnipotenza. Per noi il problema si chiama mafia, malasanità, disoccupazione. Azzeri, da ministro e con il suo governo, o quantomeno alleggerisca queste nostre angosce e affanni, se ci riesce, che ci tolgono sonno, serenità e qualche volta anche allegria, noi faremo la nostra parte, come sempre. Ma non mandi a monte quello che di buono e forse unico è stato realizzato, solo per dimostrare che è un ‘cazzuto’

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