venerdì 3 giugno 2022

No alla privatizzazione dell’Istat – No alla 3-I S.p.A.

Il 30 aprile 2022 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto-legge n. 36 che con l’articolo 28 autorizza la costituzione della società 3-I S.p.A da parte di INPS, INAIL e ISTAT. Secondo il testo di legge la nuova società avrà il compito di sviluppare, manutenere e gestire soluzioni software e servizi informatici, aprendo le porte all’esternalizzazione di tutte le funzioni dell’informatica dell’Istat.

La nascita della “newco” suscita profonda preoccupazione tra i lavoratori per l’impatto che avrà sull’organizzazione, l’autonomia e la credibilità dell’Istituto Nazionale di Statistica, la protezione dei dati raccolti da cittadini ed imprese e la spesa pubblica.

 

Attualmente l’ISTAT esercita il pieno controllo su raccolta, produzione, trattamento, conservazione e diffusione dei dati, processi in cui la funzione informatica e quella statistica sono strettamente connesse. Le attività informatiche di raccolta, trasformazione e diffusione dei dati avvengono secondo i principi dettati del decreto-legislativo 322/89 e dalla normativa europea che ne autorizzano la diffusione nella sola forma aggregata e secondo modalità che annullino ogni rischio di identificabilità dei cittadini. La ventilata possibilità, per quanto ambigua, di integrazione di database - laddove si parla di “interoperabilità tra gli enti pubblici per snellire le procedure ed evitare di chiedere a cittadini ed imprese informazioni già fornite in precedenza” - contenenti informazioni eterogenee e ricche di dati sensibili impone la massima attenzione sui rischi democratici e di controllo sociale che ne potrebbero conseguire.

 

La privatizzazione della funzione informatica metterà a serio rischio l’autonomia dell’Istituto che dovrà concertare scelte strategiche per la statistica ufficiale all’interno del consiglio di amministrazione di una società privata, sebbene a controllo pubblico. Questa privatizzazione forzata si va ad aggiungere ad un taglio di bilancio di 40 mln, incredibilmente operato dal Governo sulla produzione di dati, che sarà operativo a partire dai prossimi anni e ad una diminuzione del personale che, solo nell’ultimo quadriennio, oltrepassa le 300 unità a causa del mancato rimpiazzo dei pensionati con Quota 100.

Del resto l’operazione è partita male: la 3-I nasce per decreto legge nell’ambito del PNRR senza che il Consiglio dell’Istat abbia discusso e si sia espresso in materia. Già entro il 30 giugno ciascun Ente dovrà individuare le risorse finanziarie, i beni immobili in proprietà, i mezzi, gli apparati, le infrastrutture e ogni altra pertinenza che dovrà essere trasferita alla società 3-I S.p.A.

 

Indipendenza dal decisore politico, credibilità e autorevolezza dell’Ente sono intimamente legati alle responsabilità affidate all’Istituto; la condivisione dei dati con altre amministrazione pubbliche, oltre ad essere una pratica vietata agli Istituti nazionali di statistica, metterebbe a rischio la privacy dei cittadini italiani, con tutte le conseguenze che ne deriverebbero.

 

Contro questo scenario le lavoratrici e i lavoratori dell’Istituto Nazionale di Statistica sono in stato di agitazione.

In queste ore il Senato della Repubblica sta audendo le parti interessate, fino a giovedì 26 maggio i Senatori della I e VII Commissione avranno facoltà di presentare emendamenti soppressivi e/o modificativi del Decreto.

Come lavoratrici e lavoratori dell’Istat abbiamo attivato tutti i canali per sensibilizzare chi sarà chiamato a decidere del futuro del nostro Istituto affinché il decreto non passi.

Per questo motivo da oggi 24 maggio siamo in assemblea permanente. 

Per dare visibilità e forza alla battaglia, che stiamo combattendo nel silenzio assordante dei vertici del nostro Istituto e della Dirigenza intermedia, dalla facciata principale dell’Istituto è stato calato uno striscione che esprime il radicale dissenso del personale a questa operazione.

Nei prossimi giorni – giovedì 26 e martedì 31 maggio - saremo in presidio davanti al Senato per portare la nostra voce fin dentro le stanze di chi pretende di decidere per Decreto del nostro futuro e di quello del maggior produttore di statistica ufficiale del Paese.

 

Assemblea permanente dei lavoratori dell'ISTAT

 

da qui

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