venerdì 18 luglio 2014

Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio - Amara Lakhous

un libro scritto da un algerino, ma scritto in italiano, ambientato a Roma, nel quale tutti i personaggi parlano in italiano, è a pieno titolo un libro che fa parte della letteratura italiana.
un po' giallo, un po' Gadda di via Merulana, un po' Kurosawa, la verità non è facile da trovare, ognuno ha le sue ipotesi e le sue idee.
un libro che si legge benissimo, e ti appassiona, se non l'hai letto, fallo, ti appassionerà.
se poi lo leggi con il sottofondo musicale dell'Orchestra di piazza Vittorio ti piacerà ancora di più - franz

qui un po’ di musica d’accompagnamento





Libro agile e piacevole questo dello scrittore algerino Amara Lakhous che in maniera divertente e leggiadra ci parla di temi importanti e sempre attuali come quelli dell'immigrazione, dell'integrazione e del razzismo. Ma ci parla anche di conoscenza e solidarietà, di amore e di dolore.
Il libro ha una struttura schematica e funzionale, la vicenda narrata, se così la vogliamo chiamare, è divisa in verità e ululati. Proprio così: verità e ululati. E le verità sono tante perché, come nella vita reale, quella di tutti i giorni, per ogni accadimento ognuno ha la propria verità e a ognuna di queste verità fanno seguito gli ululati di Amedeo, perno centrale intorno al quale ruotano le verità dei condomini dello stabile di piazza Vittorio a Roma, quello dell'ascensore del titolo…

…Bisognerebbe avere più origini di quante una sola persona possa averne. Per gli occhi che ha e che chiede, questo è un romanzo che arriva dove la realtà non arriva e che ci riguarda tutti. Gli immigrati, gli autoctoni e gli emigranti. Chi resta, chi parte, chi arriva. Ci riguarda tutti perché ci dimostra che la multiculturalità è un’esigenza, una realtà ancor prima che un’idea. Siamo già circondati da qualcosa che di solito non conosciamo. A volte amiamo l’estraneità, per principio o curiosità, a volte la disprezziamo, per pregiudizi equivalenti, ma quasi mai la conosciamo, questa identità straniera che sceglie l’Italia o che per caso ci capita.
Questo libro piccolo, quasi un romanzo da spiaggia, obbliga a rimettere in discussione termini che abitualmente usiamo non più - o non solo - perché potrebbero essere offensivi, ma perché sono ormai ambigui, inesatti. Restano vuoti finché non li si riempie di umanità. Già nel titolo appaiono le sfumature : uno scontro è un incontro? E le civiltà di cui si parla, sono civili ? C’è un solo termine che si staglia senza ambiguità, parola dai contorni precisi e protetta dalla sapienza tecnica: l’ascensore…

Proprio a piazza Vittorio viene consumato un crimine, intorno al quale ognuno dei dodici protagonisti ci consegna la sua verità e la sua storia. Un bieco personaggio soprannominato "il Gladiatore" viene trovato morto nell'ascensore condominiale e l'indiziato principale è l'algerino Ahmed, meglio conosciuto come Amedeo, di cui ognuno prende le difese. E, come in un vero e proprio processo, i personaggi sfilano uno ad uno raccontando la loro testimonianza…

Stranieri e italiani, uomini e donne sono sempre sul piede di guerra per quell’ascensore che, secondo il professor Antonio Marini, rappresenta “la barriera tra la civiltà e la barbarie”. Secondo la custode Benedetta è un sacro tempio inviolabile che lei protegge da invitati e forestieri, da ospiti indesiderati e da condomini che giudica maleducati. Al contrario per Amedeo l’ascensore è una scatola claustrofobica insopportabile e, per il cuoco Parviz, si tratta di un luogo di meditazione inuguagliabile. Infine il Gladiatore lo vede come uno spazio ideale per orinare e per morire, visto che qualcuno proprio lì mette fine alla sua esistenza. E saranno pochi quelli che piangeranno la scomparsa del giovane. Cominciano le ricerche. A poco a poco l’incastro dei pezzi del puzzle prende forma grazie alle indagini del commissario di polizia Bettarini che prova a ricomporre le storie del condominio di Piazza Vittorio…



7 commenti:

  1. Bello, lo abbiamo letto a scuola con gli studenti americani ed è molto piaciuto. Bella l'idea di ascoltare anche l'orchestra!

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  2. provo a cercare qualcos'altro, di Amara Lakhous, davvero bravo.

    a volte la musica si accompagna bene al libro, ma devono essere giusti entrambi.

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  3. Sì, adesso stiamo leggendo "Contesa per un maialino italianissimo a San Salvario", ci piace anche questo.

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  4. l'ho letto molti anni fa e ne fui entusiasta, è un libro che ho consigliato per molto tempo.

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    1. meglio tardi che mai, allora.

      hai letto gli altri di Amara Lakhous?

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    2. no, ma lo farò, in effetti sono un lettore molto disordinato, anche se un autore mi piace tanto difficilmente leggo immediatamente i suoi successivi lavori, ciao

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