giovedì 12 gennaio 2017

Little brother – Cory Doctorow


Ritratto dell’hacker da giovane

già db qui ne aveva parlato con un entusiasmo totalmente giustificato e condiviso.
anch’io ho letto prima Homeland, che è posteriore, ma va benissimo lo stesso.
Little brother dovrebbe essere un libro di testo nelle superiori, o forse no, è meglio dire che è un libro pericoloso, da non leggere, così avremo la sicurezza che qualcuno comincerà a leggerlo.
qualsiasi ragazza o ragazzo non potrà non essere coinvolto nella storia di Marcus e dei suoi amici, sarà anche un libro di storia, d’amore ,di educazione civica, di tecnologia, di politica, d’amicizia, di spionaggio, e molto altro ancora.
e chiunque saprà da che parte stare (come canta Pete Seeger).
se mai il mondo sarà salvato il merito andrà anche a ragazzini come Marcus e tanti altri come lui che esistono nel mondo, alcuni conosciuti, altri che non lo saranno mai.
cercate Little brother, e buona lettura.




…Marcus vive a San Francisco. Va in una scuola dove viene costantemente controllato: il preside sa quello che cerca su internet, grazie ai computer che il liceo gli ha regalato, e dove va, grazie al software per il riconoscimento della camminata. Almeno in teoria, perché Marcus è un hacker molto dotato, che sa bene come eludere questa inutile sorveglianza. E', anche, un appassionato giocatore di ARG ( realtà alternativa) e, proprio, mentre sta cercando un indizio per un gioco, con la sua squadra di amici, la città viene colpita da un attacco terroristico. Sospettato d’essere coinvolto (ma senza delle vere prove), Marcus viene arrestato dal DHS (Department for Homeland Security), portato in una prigione segreta, interrogato e sottoposto a violenze psicologiche.
Questo cambia completamente la vita e il modo di pensare del protagonista, che decide di farsi valere e di trovare un modo per arginare il potere del Dipartimento di Pubblica Sicurezza. Il romanzo tratta temi molto interessanti e importanti, che troppo spesso diamo per scontati come l'importanza della privacy, la sicurezza dei dati, e i diritti che non possono/devono esserci tolti. Si parla, anche di terrorismo, soprattutto della paura che genera e di quanto è in grado di cambiare il pensiero delle persone (tema attualissimo). Doctorow vi farà entusiasmare e incuriosire verso molte tematiche "nerd", spiegando i concetti informatici in modo chiaro e intuitivo…

Little Brother è un lavoro di denuncia, animato dalla convinzione che – in tempi di ingiustizia e soprusi d’ogni genere – non esista niente di più rivoluzionario della giustizia. A questo fine, risulta funzionale la scelta dell’autore di operare una riscoperta dello spirito della democrazia attraverso lo scavo nelle radici dell’America contemporanea, a partire dalla stagione di contestazione e movimentismo per le libertà civili che cominciò a scuotere la società negli anni Sessanta proprio dall’ideale epicentro di San Francisco.
Il cuore di Little Brother è occupato da una discussione sui principi costituzionali e in particolare sul Primo Emendamento, e insiste su un particolare passaggio della Dichiarazione di Indipendenza:
Sono istituiti tra gli uomini governi, i cui legittimi poteri derivano dal consenso dei governati; di modo che, ogniqualvolta una forma di governo tenda a negare tali fini, il popolo ha il diritto di mutarla o abolirla, e di istituire un nuovo governo, fondato su quei principi e organizzato in quella forma che a esso appaia meglio atta a garantire la sua sicurezza e la sua felicità.
Il dilemma tra libertà personali e sicurezza collettiva racchiude l’essenza politica del romanzo. Un finto dilemma, continua a credere Marcus: non è negando l’una che si riesca a garantire l’altra. Maggiori sono i vincoli e le restrizioni imposte alle libertà individuali, maggiori sono i pericoli che ne derivano per la nazione. La sfida sta nel dimostrarne l’assenza di fondamento, contro il senso comune invalso in un’opinione pubblica eterodiretta dal governo con il sostegno dei media…

da un’intervista a Cory Doctorow:
Little Brother parla ad esempio di diritti civili, di conflitto con la sicurezza nazionale.
Ci sono molti elementi che echeggiano nel mio romanzo: l’11 settembre, il Patriot Act, Guantanamo, la questione Wikileaks… I lettori “young adult”, espressione che peraltro considero un’etichetta per far trovare i libri nei negozi, per la maggior parte sono troppo giovani per ricordare quegli eventi o per averli compresi nella loro complessità, ma vorrei che Little Brother li facesse riflettere sull’ossigeno politico nel quale sono cresciuti e che stanno ancora respirando. Vorrei insomma che si chiedessero se le cose possono cambiare, e come.
È quello che si è augurato Neil Gaiman recensendo questo romanzo. Però Marcus non mi sembra un diciassettenne comune.
Certo, Marcus è un cittadino consapevole dei suoi diritti, conosce le leggi, sa come aggirare i controlli, ha obiettivi e contrasta le ingiustizie , è bravo col computer, sa come risolvere i propri problemi attraverso l’informatica, ma solo connettendosi con altre persone può risolvere problemi più grandi, comuni. Diciamo che mi auguro che sempre più ragazzi diventino come lui, e che riescano ad aggregare persone. In fondo, i personaggi letterari possono essere anche dei modelli da imitare.



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