Ahmad Mahmoud stava andando a comprare un paio di scarpe con sua madre,
quando un poliziotto gli spara un proiettile di gomma agli occhi.
E‘ stato ricoverato per una settimana e ha perso la vista ad un occhio. Suo
padre ha sporto denuncia agli affari interni. Una settimana dopo arrivano i
poliziotti per arrestare il ragazzo.
Un adolescente, con la mamma e la zia camminano insieme felici e spensierati
per acquistare un regalo – un paio di scarpe nuove – come premio per la sua
eccellente pagella. Appena si addentrano in un vicolo, un gruppo di bambini
sfreccia verso di loro. Prima di capire cosa stia succedendo, sentono un colpo
e il ragazzo cade a terra davanti allo sguardo inorridito della madre, urlando
di dolore e sanguinante da un occhio.
Ahmed Mahmoud, 15 anni, studente delle superiori, studente modello ben curato con i capelli alla moda, è sul punto di svenire. Pensava di aver perso la vista, ora settimane più tardi, ricorda di aver vomitato sangue. La madre, Esrar, era in preda al panico.
Ahmed Mahmoud, 15 anni, studente delle superiori, studente modello ben curato con i capelli alla moda, è sul punto di svenire. Pensava di aver perso la vista, ora settimane più tardi, ricorda di aver vomitato sangue. La madre, Esrar, era in preda al panico.
E’successo un mese fa, il 5 dicembre intorno alle 3.30 del pomeriggio,
sulla strada vicino a casa loro nel villaggio di lssawiya nei dintorni di
Gerusalemme.
La zia di Ahmed si precipitò in una casa vicina per chiamare un parente che
portò l’adolescente al Makassed Hospital, nella parte orientale della città.
Secondo il racconto di suo padre Mohammed, avevano paura di portarlo in un
ospedale israeliano, perché avrebbero potuto arrestarlo – com’era successo ad
altri bambini del posto. Ma dopo aver constatato che nel Makassed Hospital non
era possibile l’intervento, i suoi genitori lo dovettero portare all’Hadassah
University Hospital, nel quartiere Ein Karem di Gerusalemme.
I Mahmouds sono una famiglia moderna, affabile. I due genitori hanno 42
anni. La figlia più grande studia come educatrice all’Università Ebraica di
Gerusalemme.
E‘ stato lo zio del ragazzo, Jamal Aladin, un architetto che si è laureato
presso la Bezalel Academy of Arts and Design e che al momento stava lavorando
su un progetto nella città di Modi’in, che ci ha informati del caso di suo
nipote.
“Ho deciso di scrivere a voi dopo che il medico dell’ospedale Hadassah ha informato mio nipote che aveva perso la vista da un occhio … [e] un altro ragazzo ha perso un occhio nel villaggio di Isawiyah dopo essere stato colpito da un proiettile di gomma sparato dalla polizia di frontiera,” ha scritto.
I medici dell’Hadassah University Hospital hanno verificato che la retina dell’occhio destro di Ahmed aveva subito vistosi danni irreparabili; quello di sinistra non è stato ferito.
“Ho deciso di scrivere a voi dopo che il medico dell’ospedale Hadassah ha informato mio nipote che aveva perso la vista da un occhio … [e] un altro ragazzo ha perso un occhio nel villaggio di Isawiyah dopo essere stato colpito da un proiettile di gomma sparato dalla polizia di frontiera,” ha scritto.
I medici dell’Hadassah University Hospital hanno verificato che la retina dell’occhio destro di Ahmed aveva subito vistosi danni irreparabili; quello di sinistra non è stato ferito.
Quando Ahmed è stato ricoverato in ospedale, dove è rimasto per sei giorni,
ai suoi genitori è stato chiesto com’era successo e loro hanno raccontato che
il loro figlio era stato colpito da un proiettile di gomma sparato da un
poliziotto di frontiera. Circa un’ora dopo, due investigatori della polizia
sono arrivati al pronto soccorso, a quanto pare a seguito della segnalazione
del suo arrivo fatta dall’ospedale, come è richiesto in questi casi.
Il padre ha chiesto ai due ufficiali se fossero della juvenile unit – una
domanda che i palestinesi di solito non osano fare. I poliziotti hanno detto di
non essere di tale unità e di essere lì per la denuncia del padre, riferendo di
non avere informazioni su un incidente in Isawiyah.
Mohammed ha raccontato quello che era successo a suo figlio. Gli ufficiali
hanno chiesto alla madre e alla zia di andare il giorno dopo a depositare la
loro testimonianza alla stazione di polizia israeliana di Shalem a Gerusalemme
Est, e loro lo hanno fatto.
Oltre al sanguinamento della retina, il personale medico ha verificato una frattura nella cavità oculare. La madre di Ahmed reputa che il figlio sia stato colpito da una distanza di circa 20 metri. La gente del villaggio ha detto loro che il poliziotto di frontiera che ha sparato contro Ahmed era nascosto dietro un muro ed era probabilmente un cecchino. Ci sono stati molti recenti casi di sassaiole verso poliziotti, che per qualche motivo spesso vengono a Isawiyah alla fine dell’orario scolastico. Negli ultimi mesi, circa otto bambini e ragazzi del posto sono stati colpiti agli occhi con proiettili di gomma, questo nel villaggio crea il sospetto che i cecchini mirino agli occhi.
Oltre al sanguinamento della retina, il personale medico ha verificato una frattura nella cavità oculare. La madre di Ahmed reputa che il figlio sia stato colpito da una distanza di circa 20 metri. La gente del villaggio ha detto loro che il poliziotto di frontiera che ha sparato contro Ahmed era nascosto dietro un muro ed era probabilmente un cecchino. Ci sono stati molti recenti casi di sassaiole verso poliziotti, che per qualche motivo spesso vengono a Isawiyah alla fine dell’orario scolastico. Negli ultimi mesi, circa otto bambini e ragazzi del posto sono stati colpiti agli occhi con proiettili di gomma, questo nel villaggio crea il sospetto che i cecchini mirino agli occhi.
Una valutazione completa dei danni permanenti alla vista di Ahmed non è
ancora nota; allo stato attuale, può a malapena vedere con l’occhio sinistro.
Il 18 dicembre, una settimana le dimissioni dall’ospedale, il padre di Ahmed ha presentato una denuncia all’unità del Ministero della Giustizia perché si facesse un’indagine sugli agenti di polizia. E’ stato informato che non avevano personale disponibile e che lo avrebbero aggiornato (cosa che devono ancora fare).
In seguito, il 26 dicembre, alle 04:30 (della notte), gli agenti di polizia bussano alla porta della casa di famiglia. Ahmed, ancora convalescente, quella notte dormiva a casa dei suoi nonni. Prima di andare a letto insieme a suo nonno aveva guardato su un canale sportivo della pay-TV una vecchia partita con il Barcellona, la sua squadra di calcio preferita.
Quando il padre di Ahmed apre la porta, si trova davanti quattro poliziotti in abiti civili protetti da sei o sette poliziotti di frontiera mascherati e con le armi in mano. Gli ufficiali chiedono di vedere un suo documento per passare poi all’interrogatorio del figlio. Lui spiega che Ahmed non è in casa. La polizia mostra un mandato e incomincia a cercare negli armadi sequestrando due paia di pantaloni. Un paio di Ahmed; l’altro del fratello di 22 anni. Mohammed cerca spiegazioni, ma la polizia porta via entrambi i pantaloni.
Il 18 dicembre, una settimana le dimissioni dall’ospedale, il padre di Ahmed ha presentato una denuncia all’unità del Ministero della Giustizia perché si facesse un’indagine sugli agenti di polizia. E’ stato informato che non avevano personale disponibile e che lo avrebbero aggiornato (cosa che devono ancora fare).
In seguito, il 26 dicembre, alle 04:30 (della notte), gli agenti di polizia bussano alla porta della casa di famiglia. Ahmed, ancora convalescente, quella notte dormiva a casa dei suoi nonni. Prima di andare a letto insieme a suo nonno aveva guardato su un canale sportivo della pay-TV una vecchia partita con il Barcellona, la sua squadra di calcio preferita.
Quando il padre di Ahmed apre la porta, si trova davanti quattro poliziotti in abiti civili protetti da sei o sette poliziotti di frontiera mascherati e con le armi in mano. Gli ufficiali chiedono di vedere un suo documento per passare poi all’interrogatorio del figlio. Lui spiega che Ahmed non è in casa. La polizia mostra un mandato e incomincia a cercare negli armadi sequestrando due paia di pantaloni. Un paio di Ahmed; l’altro del fratello di 22 anni. Mohammed cerca spiegazioni, ma la polizia porta via entrambi i pantaloni.
I pantaloni sono apparentemente necessari per l’identificazione, sulla base
di fotografie in possesso della polizia. Hanno riferito che Ahmed era ricercato
per casi precedenti di sassaiole. Gli agenti sono pronti per andare a casa del
nonno per arrestare l’adolescente, ma il padre riesce a persuaderli di
lasciarlo stare, dal momento che si stava riprendendo dalle ferite e aveva
bisogno di dormire. A Mohammed è allora stato detto di portare il figlio alla
stazione di Shalem alle 09:00 del mattino.
Mohammed va a svegliare suo figlio, e per non spaventarlo gli dice che è
necessario andare in ospedale per una radiografia. Ma Ahmed sente dal padre,
mentre lo spiega al nonno, di essere ricercato per essere interrogato dalla
polizia.
Arrivati alla stazione di polizia, Mohammed è subito informato che suo figlio è in arresto. Cerca di protestare: in precedenza avevano dichiarato che il ragazzo era necessario per essere interrogato e non avevano ancora iniziato. Cerca anche di spiegare, inutilmente, che il figlio aveva un appuntamento in ospedale.
Arrivati alla stazione di polizia, Mohammed è subito informato che suo figlio è in arresto. Cerca di protestare: in precedenza avevano dichiarato che il ragazzo era necessario per essere interrogato e non avevano ancora iniziato. Cerca anche di spiegare, inutilmente, che il figlio aveva un appuntamento in ospedale.
“Io non ho fatto niente. Perché dovrei aver paura?” Ha risposto Ahmed,
quando gli è stato chiesto se aveva avuto paura durante la sua detenzione. Il
giorno dopo, il procuratore della polizia dopo aver cercato di rinviare,
avrebbe riferito che giudice della Corte lo accusava di aver tirato pietre
contro le forze di sicurezza nel mese di novembre fino all’inizio di dicembre.
Ahmed riferisce di essere stato picchiato durante l’interrogatorio: è stato fatto a giacere sul pavimento e preso a calci per circa 10 minuti per costringerlo ad ammettere di aver lanciato pietre. Dice anche che i poliziotti hanno maledetto sua madre e hanno minacciato di arrestarla se non avesse confessato. Hanno anche minacciato di portarlo davanti al preside della sua scuola se non avesse confessato. Poi gli hanno dato un modulo in lingua ebraica da firmare, ma lui ha rifiutato, così dice.
I poliziotti gli hanno detto di avere una sua fotografia mentre lanciava pietre; ha chiesto di vederla, ma non hanno mostrato nulla.
Il padre Mohammed è convinto che l’arresto sia avvenuto solo perché aveva presentato una denuncia all’unità che indaga sul comportamento degli agenti di polizia.
Ahmed riferisce di essere stato picchiato durante l’interrogatorio: è stato fatto a giacere sul pavimento e preso a calci per circa 10 minuti per costringerlo ad ammettere di aver lanciato pietre. Dice anche che i poliziotti hanno maledetto sua madre e hanno minacciato di arrestarla se non avesse confessato. Hanno anche minacciato di portarlo davanti al preside della sua scuola se non avesse confessato. Poi gli hanno dato un modulo in lingua ebraica da firmare, ma lui ha rifiutato, così dice.
I poliziotti gli hanno detto di avere una sua fotografia mentre lanciava pietre; ha chiesto di vederla, ma non hanno mostrato nulla.
Il padre Mohammed è convinto che l’arresto sia avvenuto solo perché aveva presentato una denuncia all’unità che indaga sul comportamento degli agenti di polizia.
Ahmed nella notte è stato arrestato, è stato portato con mani e piedi
ammanettati all’ospedale Hadassah per ottenere un’autorizzazione medica
riguardo al suo stato. Ahmed racconta che è stato per ore senza cibo. La sua
famiglia ha cercato di inviare medicine e pomate per il suo occhio, ma la
stazione di polizia centrale del Russian Compound di Gerusalemme ha richiesto
una prescrizione per avere medicine in prigione. Tuttavia Ahmed dice che,
durante i suoi quattro giorni di detenzione, non gli è stato somministrato
alcun farmaco. Il padre fa notare lo stato del suo occhio al momento del
rilascio: rosso e gonfio.
Dopo essere stato detenuto per due giorni, la polizia ha chiesto di trattenere Ahmed per altri quattro giorni; il giudice ha concesso altri due giorni.
Ahmed è stato rilasciato su cauzione di 1.000 shekel ($ 250) e messo agli arresti domiciliari per una settimana. E’ molto dubbio che sarà portato in giudizio.
Dopo essere stato detenuto per due giorni, la polizia ha chiesto di trattenere Ahmed per altri quattro giorni; il giudice ha concesso altri due giorni.
Ahmed è stato rilasciato su cauzione di 1.000 shekel ($ 250) e messo agli arresti domiciliari per una settimana. E’ molto dubbio che sarà portato in giudizio.
Il portavoce del distretto di polizia di Gerusalemme ha dichiarato, in
risposta ad una domanda del quotidiano Haaretz: “Il sospetto è stato arrestato
e interrogato dalla divisione Kedem [delle forze di Gerusalemme] a causa dei
suoi coinvolgimenti in incidenti in cui si metteva a rischio la pace. In questo
contesto ha partecipato con altri, ed è stato documentato, a lanci di pietre e
bottiglie molotov contro le forze di polizia a Isawiyah. Durante il suo
interrogatorio, il giudice ha esteso la sua detenzione ed è rimasto in custodia
presso il Russian Compound, sotto la tutela del Prison Service Israele. Al
termine delle indagini il suo caso è stato trasferito alla Procura della
Repubblica per l’esame e la sentenza. Inoltre, è necessario che ciò che dice il
sospettato venga discusso con le autorità competenti“.
Anche se gli arresti domiciliari si sono conclusi alle 08:00 di mercoledì
della scorsa settimana, Ahmed non può andare a scuola, per paura di affaticare
il suo occhio. La madre lo guarda con preoccupazione e gli aggiusta la maglia
che indossa. Ahmed di notte dorme nel letto dei suoi genitori, al posto di suo
padre, dice Esrar la mamma, mentre va via.
Questa settimana, sono finalmente arrivate le scarpe che lei stava per acquistare un mese fa, con la zia. Ahmed le calza ora – sono stivali australiani alla moda. Suo zio Jamal cerca di rassicurare i suoi timori di non essere più in grado di vedere con l’occhio destro.
Questa settimana, sono finalmente arrivate le scarpe che lei stava per acquistare un mese fa, con la zia. Ahmed le calza ora – sono stivali australiani alla moda. Suo zio Jamal cerca di rassicurare i suoi timori di non essere più in grado di vedere con l’occhio destro.
“Guardate Moshe Dayan,” dice al ragazzo, “guarda quello che ha fatto con un
occhio.”
(traduzione: Invictapalestina.org)
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