Chiusura della
libreria Fanucci a via di Vigna Stelluti 162 a Roma: un messaggio dell'editore,
Sergio Fanucci.
Care lettrici e lettori, amici e librai,
il triste giorno alla fine è
arrivato. Dopo la cessione della mia libreria a piazza Madama lo scorso
Febbraio, ho deciso di chiudere dopo sei anni la mia seconda e ultima libreria
a Roma, quella in via di Vigna Stelluti, 162.
Tramonta così dopo
quasi tredici anni, la mia avventura imprenditoriale sul retail del libro che
mi ha regalato momenti di soddisfazioni come anche di grande desolazione.
Il lavoro da
libraio indipendente è sempre di più un lavoro di sacrifici e con uno scopo che
non è certo il profitto, anzi i soldi nel cassetto sono sempre meno e le ore di
apertura sempre maggiori. L’arrivo delle librerie on line, lo strapotere di
Amazon, gli allegati ai giornali delle edicole, i libri digitali, le promozioni
fantasiose dei 2x1, le librerie di catena in economia di scala e via dicendo,
hanno contribuito di giorno in giorno a snaturare la figura del libraio
indipendente facendogli perdere sempre di più quel ruolo determinante e
imprescindibile nella filiera culturale. Oggi sono sempre meno e a Roma in un
calo senza precedenti.
Fin dai primi mesi
dalla sua apertura, gli abitanti della zona non hanno risposto in modo
particolarmente entusiasta, come a sottolineare che a Roma nord si legge poco,
e Vittorio Emiliani ci disse che non avevamo “aperto una libreria ma iniziato
una missione”. Ed è stato così, sei anni di fatica, di ricerca di formule che
risvegliassero un’area di Roma sprovvista di librerie, dove è impossibile
parcheggiare (i negozianti della via si sono opposti a cinque anni di lavori
per creare parcheggi sotto Largo di Vigna Stelluti, dimostrando una miopia
ostinata e portando motivazioni da vecchia Repubblica) a combattere tra negozi
di abbigliamento, scarpe e intimo come a dire che l’estetica supera di gran
lunga l’interiorità, della serie meglio un corpo ben vestito che una mente ben
fornita.
Ho preso un locale
che era fatiscente, senza luce, con una scala per scendere che ci voleva un
paracadute, un piano d’ingresso minuscolo e un piano inferiore che era un
magazzino senza pavimento e pieno di ferro vecchio. L’ho trasformato in una
delle più belle librerie di Roma, da 100 mq di negozio a 400 mq, con uno spazio
per ragazzi di oltre 80 mq che da solo vale una libreria. Scaffali chiari ed
eleganti, servizio della reperibilità dei libri in 24/48 ore, gentilezza e
disponibilità, oltre 30mila titoli presenti… nulla è bastato a convincere i
proprietari delle mura che il libro non ha i margini di un vestito, che il
quartiere aveva bisogno di una libreria del genere e che la cultura passa per
una presa di coscienza che deve essere collettiva e non solo di poche persone
illuminate.
Non ce l’ho fatta.
Le lettrici e i lettori del quartiere che ringrazio di cuore - anche a nomi dei
librai che hanno lavorato con me per questi sei anni, Romano Castellani il
direttore in testa ma anche tutti gli altri, - non sono stati sufficienti, i
costi troppo cari e una zona in depressione hanno fatto il resto.
Tant’è. Forse ci
rifaremo altrove, o forse no. Oggi il mio più grande ringraziamento va a chi è
stato con me per tutti questi anni, i miei librai, che hanno condiviso milioni
di pagine con i lettori, hanno creduto in un progetto e non si sono mai tirati
indietro.
Anche ai lettori
dico grazie, non perdetevi d’animo, la nostra passione comune per il libro
troverà sicuramente un altro luogo e un altro momento per essere vissuta; per
ora lasciamoci così, come due compagni di viaggio che si stringono la mano e
guardandosi negli occhi, si sorridono. Stare insieme in questi anni è stato
bello e ci ha arricchito un po’ di più. Questo è il ricordo che porterò con me
e spero lo farete anche voi, tutti.
Arrivederci
Sergio Fanucci
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