Ci vuole un pensiero nuovo, è stato detto di recente da un dirigente
del Pd. Ed è giusto, un pensiero nuovo è necessario. Il problema è che dentro
tutte le formazioni e movimenti politici pronti a sbranarsi nell’arena italiana
e forse planetaria, non solo non si vede pensiero veramente nuovo, ma non si
vedono nemmeno pensierini.
L’assenza di un galvanizzante pensiero nuovo si tira dietro
anche l’assenza di una galvanizzante classe dirigente nuova. Si è gridato che
ne era nata una proprio dentro il Pd, tutti giovani, anzi giovanissimi. Non si
faceva che sottolineare quanto erano ragazzi, l’unico pensiero che davvero
trovava parole era quello. Ma nel giro di pochissimo tempo i ragazzi sono
invecchiati senz’altro pensiero che tenersi in qualche modo a galla. E non si
può dire che stia andando meglio a un’altra verdissima classe dirigente, quella
a cinque stelle. Senza parlare della destra che da sempre, anche quando è
giovane, usa mappe vecchissime.
Forse è che il mondo com’è si riesce sempre meno a dirigerlo.
Anche perché per dirigere bisogna sapere dove andare e per sapere dove andare
bisogna avere non etichette di comodo che lasciano fuori ciò che davvero conta,
ma un pensiero. Altrimenti, come è successo con i giovani rottamatori, si
affonda anche quando si giura che, come diceva un vecchio grande film
funerario, avanti o indietro che sia, la nave va.
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