Le espressioni artistiche esistono indipendentemente dal pensiero che le
genera, che offre loro visibilità.
Il pensiero di
pensarle e perciò crearle è mera illusione. Esso sono parte della realtà; o
meglio delle infinite possibilità che prese nel loro insieme noi definiamo
Universo (o Universi; o Multiverso). Lo sono in quanto parte del tutto, della
parte accessibile ai sensi e quella inaccessibile; quella che sappiamo indagare
con gli strumenti che aumentano a dismisura le nostre facoltà di osservazione;
e quella che non sappiamo indagare, o che ancora non abbiamo imparato a
indagare. Dunque esistono primo che siano declinate. L’atto di pensarle, almeno
sul piano artistico, è successivo alla loro individuazione. In effetti
l’artista quando parla di attività creativa, non fa che richiamare l’atto di
questo ricercare e di lavorare sul trovato, atto nel quale esaurisce
l’effettività di ogni “pratica creativa”. Della propria e di quella di coloro
che gli sono affini. Oppure delle pratiche (IL GUSTO) congeniali e necessarie
alla sensibilità di una determinata epoca.
L’artista non crea le opere, il pensiero non le pensa. L’artista le
individua; o meglio individua il luogo preciso del loro essere, nella
condizione di imperfezione specifica che le caratterizza (che caratterizza ogni
manifestazione dell’essere); sarà poi il pensiero a provvedere a depurarle, a
restituirle alla purezza ideale e necessaria, a trovare un posto nelle forme
esistenti in circolazione (a ad approntare forme nuove). L’artista dunque non
fa altro che rendere visibile l’invisibile; a dare forma storica alle forme e
consistenza all’essere. Il che equivale all’atto con il quale si è concesso
alla Creazione di essere.
Questo lavoro non è diverso da quello del fabbro che produce ferro
utilizzando fuoco, incudine e martello. Il fuoco della passione artistica (di
ogni artista che sia inevitabilmente tale) per la materia della quale si
occupa; l’incudine della necessità che ha di trovare, e ritrovare forme e
contenuti, a volte una vera e propria ossessione; il martello del pensiero che
ostinatamente batte e ribatte, finché ogni impurità non è eliminata
Trovatore è il musicista; trovatore lo scultore; trovatore il
poeta; trovatori i romanzieri.
Le storie, le forme della bellezza, le musiche sono infinite. In questo
immenso magazzino le cose giacciono in attesa di essere trovate. Si tratta di
isolare quelle congeniali ai propri tempi; e congeniali a una certa
sensibilità.
Anche le parole che avete appena letto sono trovate, non inventate.
Mam
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