martedì 15 aprile 2025

scrive Alessandro Gilioli, sulla Palestina

 

Oggi l'Osservatore romano, il giornale ufficiale del Vaticano, apre sulle condizioni disumane in cui si vive e si muore a Gaza. A Manfredonia il vescovo ha detto che Gaza è un campo di concentramento. Il patriarca cattolico di Gerusalemme è intervenuto sulla tv della Chiesa per definire una "catastrofica vergogna" quello che sta succedendo a Gaza.

Tra le tante cose stranianti di questi giorni c'è il fatto che i cattolici sembrano rimasti quasi gli unici a denunciare con cocciutaggine una tragedia umanitaria, sanitaria, sociale, idrica: continuata nel tempo e dovuta non a un terremoto o a un'inondazione, ma alla mano degli uomini, di un esercito, di uno Stato.

"Quasi" gli unici perché a denunciare il massacro quotidiano sono anche i pro-pal, più una parte dell'associazionismo e della sinistra meno moderata, certo.

Ma quello che sta accadendo non è cosa che dovrebbe appartenere solo ai filo-palestinesi: riguarda - dovrebbe riguardare - tutti e tutte. Senza distinzione di partito, di ideologia e nemmeno di visione politica rispetto alla situazione mediorientale.

Dovrebbe gridare di rabbia - o almeno non nascondersi sotto un tappeto - anche o soprattutto chi ama la storia del popolo ebraico e il suo diritto a vivere in sicurezza in Israele.

Dovrebbe gridare, e con la stessa foga, chi con ogni ragione lo ha fatto dopo il 7 ottobre per le persone innocenti uccise e rapite in quel giorno.

Invece, pro-pal a parte, a gridare sembrano rimasti solo i cattolici.

Chi come me non è cattolico - e ha anche una visione piuttosto equidistante e molto sfumata sul conflitto israelo-palestinese - è quindi totalmente privo di rappresentanza e di compagnia di fronte ai massacri, allo sterminio, all'inferno provocato da esseri umani su altri esseri umani.

Grido quindi qui da solo. Grido contro la disumanità in corso.

Se vi è possibile e se vi sembra giusto, fatelo anche voi.

da qui

Nessun commento:

Posta un commento