domenica 20 aprile 2025

James – Percival Everett

solo uno scrittore poteva avere le capacità e il coraggio di confrontarsi con Mark Twain, omaggiandolo.

questo scrittore è Percival Everett e con James lo ha fatto.

James è un libro politico, avventuroso e antischiavista, appassionante e sorprendente.

Huckleberry Finn e lo schiavo James sono in fuga, Percival Everett racconta le loro avventure, con gli occhi di James, lo schiavo Jim, uno che sa leggere, come Toussaint Louverture, e non deve farlo vedere a nessuno.

anzi, deve mostrarsi ignorante e grezzo e sgrammaticato, come tutti si aspettano che uno schiavo debba essere.

la fuga di uno schiavo, dal suo punto di vista, è un'esperienza terribile, inseguito dai cacciatori di schiavi e dai cani, in pena per la sua vita e quella dei suoi cari.

un libro al quale volere bene (come pure agli eroi del romanzo).

un grazie perenne a Mark Twain e a Percival Everett.

vogliatevi bene, procuratevi James e godetene tutti.


 

 

 

Le avventure dell’inedita coppia, un ragazzo bianco che finge di possedere uno schiavo negro, sono incredibili, talvolta ironiche, più spesso tragiche, colorate quali sono da violenze, uccisioni, torture, disgrazie, incendi e naufragi. Il mitico fiume, i pesci gatto che costituiscono l’unico alimento dei due fuggiaschi, il gelo delle notti passate all’aperto protetti solo dalla vegetazione, i cattivi incontri che li dividono, la ferocia razzista dei bianchi, ricchi e poveri, sono tutte pagine interessanti della storia nella quale Percival Everett ci fa entrare consapevole di quanto dolore, ingiustizie e crudeltà sono state compiute nei confronti degli afroamericani nel suo paese per almeno tre secoli.
La storia si svolge mentre all’insaputa dei protagonisti è scoppiata la Guerra Civile, e loro non sanno bene se convenga dirigersi al sud, da dove provengono, o piuttosto al nord. La loro speranza è unica, l’affrancamento dalla schiavitù per Jim, ritrovare un “padre” per Huck.
Il romanzo ha il titolo di James, il nome che lo schiavo vorrà ottenere quando sarà un uomo finalmente libero, capace di parlare la lingua di tutti senza nascondersi più, ed è un libro scritto con grande maestria e padronanza dei diversi registri linguistici che la traduzione di Andrea Silvestri rende con abilità e immediatezza.

da qui

 

…Parto dalla lingua, uno degli aspetti più interessanti del romanzo e dalle molteplici implicazioni: l’intreccio di black speech e inglese normativo è la cifra stilistica della versione originale di James, richiamo al romanzo di Twain ma caricato di nuove sfumature. Uno degli aspetti più innovativi de Le avventure di Huckleberry Finn sono infatti le scelte linguistiche di Twain e i diversi registri adoperati, in particolare l’uso peculiare del black speech utilizzato da Jim, ma come anche l’inglese non proprio normativo del suo compagno di avventure. Everett riprende il black speech ma caricandolo di un significato nuovo: Jim, infatti, utilizza quel linguaggio solo in presenza dei bianchi, indossando una maschera per rispondere alle aspettative degli schiavisti e, in questo modo, proteggere se stesso. Perché Jim in realtà – e qui il primo, fondamentale scarto con il testo di Twain – non corrisponde affatto all’immagine dello schiavo voluta dai bianchi: anni prima, di nascosto, ha imparato a leggere, attingendo alla fornita biblioteca del giudice Thatcher e, a sua volta, ha insegnato a leggere agli altri schiavi della zona…

da qui

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