martedì 18 dicembre 2012

Beppe Viola, uno che il calcio

Sono intatti i ricordi, non hanno perso forza le parole, quella metrica tutta sua, scandita dai punti, i due punti. Truman Capote e Damon Runyon nell'ispirazione; Milano, il porfido, il dialetto nella dizione. Una traccia che resta, ripassata dalla malinconia per vent'anni: 17 ottobre 1982. L'ultima cronaca, l'ultimo foglio nell'Olivetti, l'ultimo giorno di Beppe Viola. 
Per ritrovarlo, ritrovare il suo scrivere che era poi il suo dire, serve uno sforzo, bisogna andare più indietro, cacciar via quella stanza lassù al Fatebenefratelli, quella finestra col serramento in alluminio con Franca e le sue lacrime trattenute essendo le figlie quattro, da avvisare in qualche modo, a casa.
Ecco, prima. Bastano poche ore. C'era la sua stanza alla Rai e un ufficio in una villetta, viale Arbe. «Magazine» si chiamava, per metterla giù un po' dura con il solito anticipo, «un marchettificio» dove si scriveva attorno a lui, che dava multe se in un pezzo mettevi dentro «sfrecciano», lire 5 mila; «ginocchio in disordine», 10 mila; «il centrocampista va a battere» 20 mila, carta straccia, rifare per favore, dai, su. Insegnava davvero, anche se non lo ammetterebbe nemmeno adesso…

1. Domenico Calabrò è fatto così: altezza m 1,58, peso 65 chili comprese le calze, torace in dilatazione 114, in regressione 14, vita senza pensieri cioè serena, occhi intensamente privi di significato, piedi due....
2. Ecco alcuni motivi che possono spingere un bravo disegnatore tecnico a compiere una rapina. Perché tutti dicono che è facile. Per far vedere che anch'io ho il coraggio di farlo. Per conquistare il cuore di un'entreneuse. Perché i soldi non sono tutto nella vita. Perché non si sa mai nella vita cosa può capitarti. Per vedere se è vero che i giornali raccontano un sacco di balle. Per provare se il passamontagna ti va ancora bene...
3. A Toronto si mangia benissimo, tant'è vero che Bologna è chiamata la Toronto del nord.
4. "Lei è mai stato innamorato?". "No, ho sempre fatto il benzinaio".
5. Sarei disposto ad avere 37 e 2 tutta la vita in cambio della seconda palla di servizio di McEnroe.
6. Quelli che credono che di fianco al vagone letto ci sia il vagone comodino.
7. Pecché mi sunt nu bello sciuretto. T'è capit? Mi tengo i soldi e la macchina con le ruote in lega leggera, mi sunt vegniù a Milan cunt una partida de limon e ho fatto i soldi pecché mi sunt viun che laura e mi sunt fa un kiù accussì.
8. Quando vengono al mondo i bambini ricchi parlano già quattro lingue, sono abbronzati e hanno le mèche.
9. Con i soldi si può fare di tutto, anche il marinaio. Ai tempi di Melville, Conrad o Jack London, tutta gente che col mare s'è piazzata e ha fatto i soldi, si credeva che il marinaio tipo fosse un uomo in cerca di avventure, un personaggio romantico e soprattutto molto abbronzato.
10. Gli uomini più ricchi del mondo sono sette, come settimo non rubare: Paul Getty, Paul Getty I, Paul Getty II, Paul Getty III, Paul Getty IV, tutti con lo stesso numero di giri; seguono, distanziati di quattromila lire, Massimo Boldi (e signora) e Giorgino Armani.
11. Le vacanze estive sono il periodo più bello del mese di febbraio; sono i giorni più spensierati del mese di novembre perché comprendono le feste più importanti: i giorni della merla, sant'Omobono e tutti i week-end; per non parlare di ferragosto, che è il giorno di settembre più freddo dell'anno (con questo, non è che si voglia parlare male degli stranieri).
12. C'è stato qualche scienziato che ha cercato di sostituire il calcio con la pallacanestro, ma i risultati non sono stati molto soddisfacenti.
13. La carenza di calcio provoca dei fenomeni curiosi, tipo richiamo verso la lettura, la meditazione, incupimento del tono psichico generale, alcolismo, gioco del tennis, aeromodellismo.
14. Professione: uomo più bello del mondo. Indirizzo: St. Tropez. Orario di lavoro: dall'una (di notte) alle sei (del mattino). Hobby: famiglia tipo. Segni particolari: straordinari attributi fisici dalla vita in giù. Frase preferita: ne ammazza più l'orgasmo che il disarmo.
15. Perdonami se t'ho fatto piangere / perdonami non lo farò più. / Siamo fratelli, alcune sorelle / diamoci un bacio e ancora del tu.
16. L'Everest è un paese bellissimo, pieno di verde e di sherpa in attesa del permesso di ritornare giù, almeno a 7000 metri, per respirare una boccata d'aria un po' meno pura.
17. La televisiun la gha una forsa de leun. / La televisiun la gha paura de nessun. / La televisiun la te indurmenta 'me un cujun.
18. Maria Cortinovis, in Pedelupo, ha avuto tutto dalla vita: un paio di scarpe da uomo, quattro morbilli che le hanno rovinato la reputazione, il numero 48 alla catena fusibili della Dalmine, un matrimonio senza fiori.
19. Una cosa che mi sono sempre domandato è perché se tu una volta mandi a fare in culo un camionista, ti devi trovare di fronte per forza uno che mentre ti dice: parlava con me capo?, ti solleva te e la Giulia.
20. Da vent'anni dipendente della Rai-Tv, passaporto italiano, militesente, presunto capo di famiglia numerosa, non soltanto ignoravo le regole del football americano, ma non mi era mai passato per la testa di assistere a una partita.
21. Ma come, è morto l'Oscar? Porca troia... Aveva soltanto cinquant'anni, non ha mai fumato una sigaretta, non beveva, sempre all'aria aperta perché lui era qui a San Siro anche la mattina per vedere gli allenamenti, non ha mai lavorato perché in queste cose l'Oscar è sempre stato coerente, eppure l'hanno "fatto" anche lui.
22. Appena il professor Rescalli entrava in aula, apriva il registro e controllava i presenti dicendo: "Oltre a Mazzarella e Viola chi manca oggi?". Mazzarella era precipitato giù dal tram numero 24 insieme col sottoscritto, facendosi regolarmente pizzicare dal sempre vigile occhio di quel nasone del "prof". E gli studi dei compagni di scuola cominciavano senza il calore della nostra partecipazione, mentre Mazzarella e io, tolto il grande lenzuolo del biliardo, ne ripulivamo il tappeto verde con sapienti spazzolate.
23. Sport è... credere che la palla sia davvero rotonda.
24. Ci ho via una gamba da quando ho fermato il tram in viale Porpora. Il pallone però l'ho salvato anche se adesso non mi serve. Potrei giocare in porta, ma nessuno mi dà fiducia. Dicono che se ogni volta che devo prendere il pallone mi salta una gamba, non vale la pena.
25. Il significato delle cartoline è plurimo, ma soprattutto postale, nel senso che basta scrivere una cartolina per sapere chi l'ha mandata.

…Per concludere questo piccolo ricordo, propongo alcune righe di un commosso articolo di Gianni Brera, pubblicato su LA REPUBBLICA del 19 ottobre 1982:
 (…) Era nato per sentire gli angeli e invece doveva, oh porca vita, frequentare i bordelli. (…) Povero vecchio Pepinoeu! Batteva con impegno la carta in osteria e delirava per un cavallo modicamente impostato sulla corsa; tirava mezzo litro e improvvisava battute che sovente esprimevano il sale della vita. Aveva un humournaturale e beffardo: una innata onestà gli vietava smancerie in qualsiasi campo si trovasse a produrre parole e pensiero. Lavorò duro, forsennatamente, per aver chiesto alla vita quello che ad altri sarebbe bastato per venirne schiantato in poco tempo. Lui le ha rubato quanti giorni ha potuto senza mai cedere al presago timore di perderla troppo presto. La sua romantica incontinenza era di una patetica follia. Ed io, che soprattutto per questo lo amavo, ora ne provo un rimorso che rende persino goffo il mio dolore... »

4 commenti:

  1. nooo, la 5 è fantastica! (anche la 4)
    oddio, pure la 12....

    non ho mai letto né Viola, né Brera. a quanto pare, oggi è giornata.
    dei grandi

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  2. e la 17?

    "Siamo come nani sulle spalle di giganti...", dice Bernardo di Chartres:)

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    1. la 17 l'ho sottovalutata. per il dialetto, e perchè manca -secondo me- di quel brio (un pò assurdo) che hanno le altre.

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  3. letta oggi la 17 è tragicamente reale:(

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