venerdì 6 aprile 2018

LE FORZE MASSACRO DI ISRAELE – Gideon Levy




Il contatore della morte ticchettava selvaggiamente. Una morte ogni dieci minuti. Di nuovo. Un altro. Uno di più. Israele era indaffarato a prepararsi per la notte di seder. Le stazioni TV continuavano a trasmettere le loro cose senza senso.
Non è difficile immaginare cosa sarebbe potuto accadere se un colono fosse stato accoltellato – con trasmissioni sul sito, con studi aperti. Ma a Gaza le Forze di Difesa Israeliane continuavano a massacrare senza pietà, ad un ritmo orribile, mentre Israele celebrava Passover.
Se c’era qualche preoccupazione, era perché i soldati non potevano celebrare il seder. All’alba il conto dei morti aveva raggiunto almeno 15, tutti loro colpiti da fuoco vivo, con più di 750 feriti. Carri armati e tiratori scelti contro civili disarmati. Ciò che si chiama massacro. Non c’è nessun’altra parola per dirlo.
Un diversivo comico è stato fornito dal portavoce dell’esercito, che ha annunciato in serata: “Un attacco con spari era stato sventato. Due terroristi si sono avvicinati alla recinzione e hanno fatto fuoco sui nostri soldati”. Questo è giunto dopo la dodicesima vittima palestinese e chi sa quanti altri feriti.
Tiratori scelti hanno sparato a centinaia di civili ma due palestinesi che osavano sfidare il fuoco ai soldati che li stavano massacrando sono “terroristi”, le loro azioni etichettate “attacchi di terrore” e la loro sentenza – morte. La scarsità di auto-coscienza non era mai affondata a tali profondità nell’IDF.
Come al solito, i media hanno prestato il loro terrificante supporto. Dopo 15 morti Or Heller su Channel 10 News ha dichiarato che il più serio incidente della giornata era stato lo sparare da parte due palestinesi. Dan Margalit ha “salutato” l’esercito.
Israele ha subito di nuovo il lavaggio del cervello e si è seduto al pasto festivo in uno spirito di auto-soddisfazione. E poi le persone hanno recitato “Spegni la tua ira sulle nazioni che non ti conoscono” , impressionate dalla diffusione delle piaghe ed entusiasmandosi all’assassinio di massa di neonati (l’uccisione dei primogeniti egiziani, la decima piaga).
Il Buon Venerdì cristiano e la notte di seder ebraica sono diventati un giorno di sangue per i palestinesi di Gaza. Non potete neanche chiamarla una guerra perché non c’era guerra là.
Il testo dal quale l’IDF e l’indifferenza patologica dell’opinione pubblica dovrebbero essere giudicati è il seguente: Cosa accadrebbe se dei dimostranti ebrei israeliani, ultra-ortodossi o altri, invadessero la Knesset? Ci sarebbe un tale insano fuoco vivo dai carri armati, o i tiratori scelti sarebbero capiti dal pubblico? L’assassinio di 15 dimostranti ebrei passerebbe sotto silenzio? E se parecchie dozzine di palestinesi riuscissero ad entrare in Israele, questo giustificherebbe un massacro?
L’uccisione dei palestinesi è accettata in Israele più leggermente che l’uccisione delle zanzare. Non c’è nulla di più a buon mercato in Israele del sangue palestinese. Se ci fosse un centinaio o anche un migliaio di morti Israele ancora “saluterebbe” l’IDF. Questo è l’esercito il cui comandante, il buono e moderato Gadi Eisenkot, viene ricevuto con tale orgoglio dagli israeliani. Di certo, nelle interviste festive dei media, nessuno gli ha chiesto del massacro anticipato e nessuno ora glielo chiederà.
Ma un esercito che si inorgoglisce nello sparare ad un contadino nella sua terra, che mostra il video sul suo sito web con lo scopo di intimidire gli abitanti di Gaza; un esercito che piazza carri armati contro i civili e vanta un centinaio di cecchini che aspettano i dimostranti è un esercito che ha perso ogni ritegno. Come se non ci fossero altri mezzi. Come se l’IDF avesse l’autorità o il diritto di impedire le dimostrazioni a Gaza, minacciando gli autisti di autobus di non trasportare manifestanti nei territori dove l’occupazione è da tempo finita, come tutti sanno.
Disperati giovani uomini entrano di nascosto da Gaza, armati con armi ridicole, che marciano per decine di chilometri senza colpire nessuno, che solo aspettano di essere presi così da poter fuggire dalla povertà di Gaza in un carcere israeliano. Neanche questo tocca la coscienza di qualcuno. La cosa principale è che l’IDF presenti con orgoglio la sua preda.
Il presidente palestinese Mahmoud Abbas è responsabile per la situazione di Gaza. E Hamas, certamente. E l’Egitto. E il mondo arabo e il mondo intero. Ma non Israele. Ha sollevato Gaza e i soldati israeliani non commettono mai più massacri.
I nomi sono stati pubblicati la sera. Un uomo si stava alzando dopo avere pregato, un altro è stato sparato mentre scappava. I nomi non smuoveranno nessuno. Mohammed al-Najar, Omar Abu Samur, Ahmed Odeh, Sari Odeh, Bader al-Sabag. Questo spazio è troppo piccolo, per nostro orrore, per elencare tutti i loro nomi.

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