martedì 13 agosto 2019

Fratelli migranti - Patrick Chamoiseau

quando non ne potete più di ascoltare i vomitatori di odio verso gli essere umani diversi da se stessi, quando vi sembra che sia difficile farsi sentire nella palude melmosa di chi sparge letame, senza essere contadino, se vi sembra che occorrano le parole giuste per continuare a restare umani, questo libro è per voi, non fatevelo scappare.
e approfittatene per cercare tutti, ma tutti, i libri di Patrick Chamoiseau.







"Il mondo e le sue miserie sono la nostra terra. Fare paese di questo mondo, fare coraggio di queste paure, fare incontro di queste fughe, è la nostra terra. Fare minareto di asilo, cattedrale di rifugio, tempio di benevolenza, è la nostra dignità"
«File di uomini attraverso la nebbia, le pietraie, i deserti, le tempeste, i fili spinati, i muri e le recinzioni, si spingono a toccare il cielo, a scavare l’inferno. Non si spostano seguendo il magnetismo terrestre o il movimento delle merci, ma i segni di un’intuizione che li porta verso un orizzonte. Clandestini espulsi esiliati desolati viaggiatori rifugiati espatriati rimpatriati globalizzati e de-globalizzati, arsi dal sale o annegati, richiedenti asilo, richiedenti di tutto quello che manca al mondo, richiedenti di un’altra cartografia del mondo.
Contro gli stati di diritto parlano di umanità del diritto. Persone, milioni di persone, non alghe o meduse, persone, piccole grandi vecchie giovani, che deperiscono e periscono, e muoiono nelle garrote delle frontiere, ai margini delle nazioni, delle città e degli stati di diritto. Il mondo e le sue miserie sono la nostra terra. Fare paese di questo mondo, fare coraggio di queste paure, fare incontro di queste fughe, è la nostra terra. Fare minareto di asilo, cattedrale di rifugio, tempio di benevolenza, è la nostra dignità”.
Fratelli migranti – Contro la barbarie (Add, traduzione di Maurizia Balmelli e Silvia Mercurio) è un libro, di estrema attualità, che mescola i generi, poesia, saggio e manifesto, un testo che nasce dalla necessità di riconoscere ogni essere umano degno di essere accolto perché parte di un tutto, in continuo movimento e trasformazione. L’autore, Patrick Chamoiseau, scrittore francese della Martinica, chiude il volume con la Dichiarazione dei poeti, una chiamata all’inaspettato umano – poeticamente umano – a resistere, rifiutando di abbandonare il mondo.


Fratelli migranti – Il Mediterraneo che urla speranza
Uscito qualche mese fa per Add editore, Fratelli migranti Contro la barbarie è un saggio poetico scritto da Patrick Chamoiseau, scrittore francese della Martinica. Una riflessione nata da un incontro a Parigi tra l’autore e alcune amiche «militanti, artiste, attrici, giornaliste, attiviste».
Sentendosi impotente di fronte ai loro racconti e alle loro azioni, Chamoiseau decide di scrivere questo testo necessario, che fa riflettere sulla situazione attuale e sulle singole parole: Islamofobia, insicurezza, identità, immigrazione… ma anche mondialità, fiducia, relazione. A corredare tutto, la bellissima copertina realizzata da Nicola Magrin, l’illustrazione di Maya Tarnowski Mihindou dove in piccolo si legge «À ceux qui son tombés avant d’arriver (a quelli che sono morti – letteralmente caduti – prima di arrivare, ndr)» e la Dichiarazione dei poeti, «una chiamata all’umano a resistere, rifiutando di abbandonare il mondo».
Questo libro invoca la creazione di una politica mondiale dell’ospitalità che dica una volta per tutte, in nome di tutti, per tutti, che per nessuna ragione al mondo può esservi straniero in un angolo di questa terra. È un libro scritto per essere recitato, letto, cantato, ascoltato, declamato, offerto alle danze, il suo linguaggio è fatto di boati, di suoni e di musica.
Un libro che richiama a gran voce la solidarietà perché tutti hanno il diritto di migrare e ricorda che «Homo sapiens è anche e soprattutto Homo migrator», che ogni vita ha una dignità. Aveva fatto scalpore, settimane fa, la vignetta di Makkox che ritrae un ragazzo con la sua pagella scolastica. Una storia vera, raccontata da Cristina Cattaneo, medico legale, nel suo libro Naufraghi senza volto (Cortina Editore): il ragazzo ritratto è un migrante morto nell’aprile del 2015 durante la traversata del Mediterraneo che in una cucitura interna del giubbotto aveva la sua pagella scolastica scritta in arabo e in francese. E questa è solo una delle tante, infinite storie con un triste epilogo. Chamoiseau si appella alla fratellanza per chi è ancora in vita, relegato su un barcone, e per chi, invece, deve ancora intraprendere questo viaggio della speranza.
Un saggio la cui lettura va centellinata per riflettere in silenzio su quello che sta succedendo oggi. L’autore cita i dialoghi avuti con Hind Meddeb (quella che filma) e Jane Sautière (quella che scrive). La prima è una documentarista francese, la seconda una scrittrice che da due anni collabora, nel XIX arrondissement di Parigi, con un collettivo di sostegno ai rifugiati creato dai residenti all’epoca dell’accampamento di avenue de Flandre. Chamoiseau afferma di avere visto negli occhi delle due donne le lucciole di cui parlava Pasolini e attraverso i loro racconti e i loro filmati asserisce che c’è una speranza. Che «l’elezione del pazzo biondo è stata come una notte piombata sulla democrazia. Ma ha acceso nel mondo uno sciame gigantesco, che mostra come questa notte sia gravida di una miriade di futuri, mentre la mezza-alba o la mezza-notte che un’altra possibilità conforme alla nostra cecità ci avrebbe offerto non ne avrebbe messo in luce nessuno». Il mondo di oggi è ricoperto dalla barbarie e dall’egocentrismo, dalla paura del diverso, dal rifiuto e dalla violenza: sentimenti negativi che vengono amplificati dietro lo schermo di un computer dove le peggiori parole tentano di colpire chi ha sempre creduto nell’accoglienza e che ha sempre visto la diversità come una ricchezza, un incontro fra culture, una condivisione.
Alla fine del libro, Chamoiseau scrive una cosa verissima: «Il nostro futuro prossimo sarà dominato da due mostri terribili: 1 – Il cambiamento climatico. 2 – Il trionfo del neoliberismo e dei suoi perversi effetti multiformi. Due catastrofi che scateneranno disastri ecologici, inquinamenti devastanti, incidenti nucleari, guerre retrograde, precarietà globali e miserie medievali… Le popolazioni toccate in un modo o nell’altro saranno allora portate a slanciarsi, da ogni luogo verso qualsiasi altro». Un avvertimento che dà da pensare perché i prossimi migranti potremmo essere noi.
Fratelli migranti è un testo prezioso e difficile che fornisce una riflessione accurata a 360° sul passato, sul presente e sul futuro.
In conclusione, il settimo punto della Dichiarazione dei poeti, tra tutti il mio preferito, forse il più veritiero: «I poeti dichiarano che il razzismo, la xenofobia, l’omofobia, l’indifferenza nei confronti dell’Altro che viene che passa che soffre e che chiama, sono indecenze che nella storia degli uomini non hanno fatto che aprire la strada agli stermini, e che dunque non accogliere, anche se per valide ragioni, colui che viene che passa che soffre e che chiama è un atto criminale.»

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