Reazione e vergogna
Giovanni Paolo II ha rimesso fermamente la Chiesa dalla
parte dei privilegiati. Poi l’elezione nel 2005, dell’ex componente della
Gioventù Hitleriana, Joseph Ratzinger a Papa Benedetto XVI ha posto la Chiesa
su un percorso anche più reazionario, facendo tornare indietro l’orologio
rispetto alle donne e ai loro diritti alla riproduzione, offendendo i
Musulmani, cercando di insabbiare importanti scandali riguardanti i preti
pedofili e le finanze del Vaticano, e dando il via a un’inquisizione di suore
statunitensi progressiste, accusate di femminismo e di intromissione in
problemi sociali.
Così grave è stato il disonore per la reputazione della
Chiesa, che Benedetto ha fatto un passo che non aveva precedenti: si è dimesso
in modo disonorevole nel febbraio 2013, ma allora anche i Cattolici più leali
avevano perso la fiducia nella rigida, auto-protettiva, apparentemente
inamovibile gerarchia della Chiesa. ‘Un nuovo Papa? Ho abbandonato la speranza’
era il titolo di Gary Wills sul New York Times. Nella mia analisi personale,
(Il Papa abbandona: e allora?’) [5] ho messo a confronto la storia dei
movimenti popolari ispirati dal contenuto sociale radicale del Cristianesimo e
dal vasto potenziale della Chiesa per il bene, con la palese morsa
mortale della gerarchia geriatrica, reazionaria sull’istituzione. La mia
conclusione è stata però quasi ugualmente disperata.
Un miracolo?
Non osavo pensare che dopo soli venti mesi, il successore
di Benedetto, Papa Francesco, avrebbe convocato un Incontro mondiale dei
Movimenti popolari e che avrebbe invitato in Vaticano le organizzazioni degli
emarginati e degli esclusi di tutte le origini etniche e religiose – campesinos
senza terra, lavoratori cittadini del settore informale (la parte dell’economia
non regolamentata (o poco) da norme legali o contrattuali – da: Wordreference
Forum, voce: informal, n.d.t.), i riciclatori, i popoli nativi in lotta, le
donne che chiedono il rispetto dei loro diritti, ecc. (Ottobre 2014). Là, alla
presenza del presidente radicale della Bolivia, Evo Morales, Francesco ha
dichiarato che “la solidarietà con i poveri è proprio il fondamento dei
Vangeli”, e che la “Riforma agraria non è soltanto una necessità politica, ma
anche morale!” Sembrano le parole di un leader popolare che apre un dialogo con
la sua base.
E’ stato il coinvolgimento diretto di Papa Francesco che ha
spinto a organizzare questo evento,” secondo la delegata canadese Judith
Marshall che scrive i suoi servizi su Links International Journal of Socialist
Renewal. Il suo straordinario servizio merita assolutamente di essere letto per
intero .[6] “In quanto nuovo capo di recente installatosi in una
importantissima istituzione dell’establishment globale, Papa Francesco ha
presumibilmente reso il Papato la voce più radicale e continua
nel far notare l’oscenità della disuguaglianza e della emarginazione
esistenti nel mondo. Ha anche ripetutamente indicato il potere eccessivo delle
grosse imprese multinazionali e il capitale finanziario, come fattori chiave
della riproduzione della povertà globale e della distruzione del pianeta […].
L’incontro è stato costruito sulla forza dei rapporti di lunga data che il Papa
ha con questi fondamentali movimenti popolari in Argentina.”
Chi è Papa Francesco?
Jorge Mario Bergoglio è nato a Buenos Aires, Argentina, nel
1936. Dopo aver lavorato per breve tempo come tecnico chimico e buttafuori in
un locale notturno, è entrato nell’ordine gesuita progressista ed è diventato
sacerdote nel momento culminante della Teologia della Liberazione e si è
impegnato nei movimenti sociali.
Come vescovo, Bergoglio aveva già sviluppato un incessante
ma discreto appoggio ai lavoratori e alle loro organizzazioni. Gli aneddoti
sono innumerevoli: solidarietà con i militanti perseguitati, appoggio alle
organizzazioni dei contadini (i campesinos), protezione per i venditori
ambulanti, promozione dei “preti delle baraccopoli”, sostegno ai lavoratori
delle fabbriche che avevano riaperto quelle chiuse, e un atteggiamento
esplicito di lotta contro lo sfruttamento e l’emarginazione, il traffico di
esseri umani, ed la cultura del consumo. A tutto questo vanno aggiunti la sua
leggendaria austerità e stile semplice di vita, il suo costante intervento
contro lo stile di vita della borghesia gretta compiaciuta di se stessa,
l’edonismo consumista postmoderno, e il “progressivismo dell’elite”, che lo
hanno reso un personaggio scomodo, non soltanto per la destra reazionaria, ma
anche per i liberali di centro.” [7]
Francesco è il primo papa gesuita, il primo che arriva
dalle Americhe, il primo dell’Emisfero Meridionale, e il primo papa non-europeo
in oltre 1000 anni. Questi ‘primi’ indicano un importante spostamento
nell’equilibrio di poteri all’interno di quella vasta Internazionale dei poveri
del mondo. La Chiesa Cattolica (‘Universale’) è l’unico partito mondiale
organizzato realmente esistente. La sua vasta ricchezza e influenza sono ora
nelle mani di Francesco. Immaginate, per esempio, che questo gesuita rimanga
fedele alla missione del suo Ordine e dedichi una parte dei
miliardi messi da parte in Vaticano per promuovere
l’educazione cattolica su scala globale, insegnando a miliardi di bambini
poveri a leggere, scrivere, pensare a se stessi in un’organizzazione del mondo
che afferma il diritto di opporsi all’oppressione. Se la Chiesa sosterrà realmente
lo slogan ‘ Cambiamento del sistema, non cambiamento del clima,’ questo di per
sé sarebbe uno sviluppo rivoluzionario, e ne abbiamo visto soltanto l’inizio.
Come è avvenuto questo ‘miracolo’?
Come ha fatto un prete così palesemente radicale a riuscire
ad essere eletto? L’assoluta autorità di Francesco all’apice della gerarchia è
un importante sconfitta per i vecchi intermediari del potere che
preferirebbero vedere la Chiesa vivente fallire piuttosto che arrivare a un
compromesso, come testimonia la loro ricerca di protezione durante
gli scandali dei preti pedofili, il loro ostinato rifiuto di permettere ai
preti di sposarsi o di dare un ruolo sacerdotale di qualche tipo alle donne
allo scopo di mantenere vive le parrocchie , e la loro indisponibilità a
finanziare l’educazione cattolica – una volta orgoglioso monopolio e
importantissima fonte della sua influenza ideologica. La gerarchia cattolica
(come i militari, il mondo della finanza e la nomenklatura comunista) ha a
lungo funzionato come un’azienda chiusa, uno stato all’interno di uno stato,
impenetrabile, opaca, una legge di per se stessa, protetta dai suoi intimi
legami con altre gerarchie corrotte nella politica, nell’esercito, nel
settore bancario, nella polizia e nella Mafia.
La burocrazia vaticana è seduta su una pentola d’oro
equivalente alla ricchezza di molte nazioni, e ci si può soltanto immaginare le
lotte silenziose che si svolgono proprio adesso dietro i muri chiusi della
Curia per il controllo di quella ricchezza mentre Francesco e i suoi alleati
conducono la purga dell’apparato. Per questi sviluppi potrebbe volerci molto
tempo.
Escludendo l’Intervento Divino, che cosa ha reso possibile
questa rivoluzione all’interno della Chiesa? La risposta più ovvia è che
la Chiesa era arrivata a una strada senza uscita. I fedeli se ne stavano
andando a frotte, il sacerdozio si stava estinguendo con poche nuove “reclute”,
specialmente tra gli ‘europei,’ i laici erano alla disperazione. Un’altra
ragione è il cambiamento demografico tra i Cattolici praticanti. C’è anche la
solida organizzazione e disciplina dell’Ordine Internazionale Gesuita i cui
tentativi di avere il controllo della Chiesa e di esercitare la loro influenza
in America Latina, risalgono a secoli fa. (Non per niente i membri dell’Internazionale
Comunista si considerano i “Gesuiti rossi.’)
Sfondare i muri della parrocchia
A queste spiegazioni materiali, vorrei aggiungerne
un’altra, meno ovvia: Internet e i media sociali. Invece nel corso dei secoli
la gerarchia ha avuto il monopolio della comunicazione, tutto dall’alto verso
il basso. Oggi i laici cattolici non sono più isolati, privi di voce e passivi
davanti all’immensa ricchezza e influenza della gerarchia. Proprio come i
caratteri mobili di Guttenberg hanno contribuito a catalizzare la Riforma
protestante nel 16° secolo, rendendo la Bibbia accessibile ai laici, così
Internet nel 21° secolo forse ha catalizzato le dimissioni inedite
dell’arci-conservatore Papa Benedetto XVI, e il palese nuovo corso di
Francesco. Come fa notare il guru di Internet Clay Shirky, “gli strumenti
sociali non creano azione collettiva, rimuovono semplicemente gli ostacoli che
questa si trova davanti.” [8] Shirky cita l’esempio della campagna tra i
Cattolici laici per porre fine agli abusi sessuali dei preti nei confronti dei
bambini. E’ iniziata negli anni ’90 quando le vittime hanno cominciato a farsi
avanti e gli scandali sono stati rivelati sui giornali come The Boston Globe,
ma la gerarchia della Chiesa, guidata dal Cardinal Law (egli stesso colpevole
di proteggere i preti pedofili assegnandoli, a rotazione, a parrocchie nuove e
ignare), non è stata in grado di schiacciare il movimento delle vittime.
Gli istigatori sono stati denunciati tramite la stampa e
dal pulpito e banditi dalle strutture della Chiesa, mentre ai gruppi laici è
stato proibito di organizzarsi al di fuori della loro locale parrocchia.
Tuttavia, 10 anni dopo, il Cardinal Law è stato costretto a dimettersi, con
disonore, dopo che gli strumenti di Internet avevano messo in grado le vittime di
mettere insieme le loro testimonianze, metterla on line, diffondere le
informazioni e organizzarsi a livello nazionale e internazionale. Nel
frattempo, la rivolta contro il fatto di coccolare i preti pedofili ha fatto sì
che i laici mettessero apertamente in dubbio i dogmi reazionari come il
rifiutare la Comunione a cattolici divorziati a gay, lesbiche,
bisessuali e trans, e il mantenere il celibato per i sacerdoti.
Internet non ha causato questo cambiamento potenzialmente
importantissimo, ma i media sociali e la loro portata mondiale, hanno reso
possibile la rivolta (che già covava) dei laici cattolici per superare le
barriere istituzionali che hanno messo in grado la gerarchia di isolare e
dominare i movimenti di membri ordinari per la riforma e il rinnovo. Quello che
è impressionante nella rivoluzione di oggi all’interno del Cattolicesimo
romano, è l’intersezione di forme ‘orizzontali’ e ‘verticali’ o di
organizzazione. Infatti se le connessioni in rete orizzontali su internet hanno
dato ai laici cattolici l’opportunità di mettersi insieme e di esprimersi, la
cattura di un ‘partito mondiale’ cattolico strutturato in senso verticale da
parte delle forze progressiste, apre immense possibilità per la liberazione
umana e forse un’occasione per il pianeta di evitare la catastrofe climatica.
Le suore vendicate
Terminiamo questa storia di speranza con la notizia,
diffusa oggi, di un’altra vittoria per i membri ordinari progressisti
cattolici: un rapporto del Vaticano che capovolge l’esplicito tentativo di
Benedetto XVI di soffocare gli ordini delle suore statunitensi
socialmente impegnate, autonome, accusate di predicare il ‘femminismo’ e di
difendere la ‘giustizia sociale’. I cattolici in tutto il paese sono stati
scioccati e indignati per il tentativo del Vaticano di minacciare le donne che
per secoli sono state la spina dorsale di questa chiesa. Migliaia di fedeli
cattolici hanno tenuto più di 50 veglie in tutto il paese e più di 57.000
persone hanno firmato una petizione organizzata dal Progetto di giustizia delle
suore a loro sostegno. Con queste azioni, i Cattolici hanno chiarito che sono
solidali con le suore e con il bel lavoro che fanno tra i poveri e gli
emarginati [9]. A iniziare da oggi sono vendicate.
Il rapporto si è concluso citando l’invito di Papa
Francesco “a creare opportunità ancora più ampie per una presenza femminile più
incisiva nella Chiesa.” [10] Nel frattempo è trapelato oggi che Papa Francesco
ha fatto da mediatore dell’accordo tra Obama e Raoul Castro per riprendere le
relazioni diplomatiche dopo più di mezzo secolo di sanzioni statunitensi contro
Cuba, da tempo condannate dal resto dell’America Latina. Ieri era anche
il compleanno del Santo Padre. Buona fortuna, Francesco.!
I migliori auguri a tutti
18 dicembre 2014
[1] Esagero. I leader mondiali si sono messi
formalmente d’accordo che ogni nazione preparerà i propri obiettivi volontari
in preparazione al prossimo Vertice sul Clima che si terrà a Parigi il prossimo
anno. La conferenza di Lima non è stata quindi un ‘fallimento’, ma un successo
(per l’agenda delle grosse aziende).
“Un gruppo globale di vescovi cattolici chiede la fine
dell’uso di combustibili fossili,” di Matt McGrath, corrispondente per i
problemi ambientali, BBC News, Lima.
[4] Per esempio, hanno sostenuto la distribuzione delle
terre abbandonate dai proprietari emigrati, mentre i Sandinisti si sono
rifiutati di dare titoli legali di proprietà ai contadini poveri che le
occupavano, indebolendo quindi la loro popolarità durante la guerra dei
Contras.
[6] http://links.org.au/node/4172 “Sfidare la globalizzazione
dell’indifferenza: Papa Francesco incontra i movimenti popolari”, di Judith
Marshall, 21 Novembre , 2014.
[7] Secondo Juan Grabois, che è attivista del
Movimento dei Lavoratori Esclusi ed è uno dei coordinatori della Confederazione
dei Lavoratori dell’Economia Popolare, in Argentina, citato dalla Marshall
nell’articolo citato qui sopra.
[8] Clay Shirky, Arrivano tutti qui: il potere di
organizzarsi senza organizzazioni.
Il giro di vite del Vaticano riguardo alla suore
funzionerà? La paura del Vaticano che le tattiche non funzioneranno.
Nella foto: Papa Francesco saluta partecipanti al
Raduno mondiale dei movimenti popolari
Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Originale : Non indicato
Traduzione di Maria Chiara Starace
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