Se per un istante
solo dimenticherai che non sei una marionetta di stoffa e ti regalerai un pezzo
di vita, probabilmente non dirai tutto quello che pensi, ma penserai tutto
quello che dici.
Dà valore a ciò che
leggi, non per ciò che sta scritto ma per le cose che scoprirai scritte dentro
di te. E se non scopri nulla, conserva quel libro per un momento migliore.
Ascolta molto,
osserva di più, e se gli altri parlano di come è importante il passato prendi
in esame il mondo che hai davanti e essi hanno preparato per te (le strade, l’aria,
lo sguardo dei tuoi amici) e vedi se è adatto a
te. Ma non ascoltare mai chi parla come legge e legge come parla. E impara che
nel passato c’era una promessa di felicità che è stata dimenticata. Poi corri a
comprarti un buon gelato al cioccolato!
Se hai un cuore, è
nel cuore che devi scrivere ciò che leggi. E lascia ai ragionieri dell’esistenza
di rinfacciarti la loro sapienza, perché prima o poi ti faranno odiare l’esistenza
e la sapienza.
Se qualcuno ti
parla di Spinoza, di modi e attributi e tu ci capisci poco, corri vicino al
mare e fermati a contemplare le onde che sono sempre le stesse e sono sempre
diverse. Sentirai che Spinoza era un buon filosofo e capirai che il tuo
professore non ha mai guardato le onde.
Quando studi, pensa
che migliaia di uomini prima di te hanno cercato la verità senza trovarla. Ed è
molto improbabile che ci sia riuscito il tuo professore. Se l’avesse trovata,
forse smetterebbe di insegnartela. Se qualcuno ti dirà che l’universo è una
macchina, pensa com’è bello far finta almeno per un istante che non lo sia.
Assapora l’acqua che bevi e il cibo che mangi. Prima o poi espellerai dal tuo
corpo ciò che non ti serve. Poi chiedi al mattino al tuo professore se è vero che
nulla cambia più rapidamente delle verità fondate sull’esattezza.
Non permettere che
passi un solo giorno senza imparare nulla di nuovo. Né ripetere ciò che ti
viene detto senza chiederti perché ti viene detto così, e non in un altro modo.
Convinci i tuoi
compagni e i tuoi professori che si può anche fallire, senza smettere di essere
uomini. E vincere, senza mai esserlo stati.
Innamorati delle
cose che studi, se vuoi rimanere giovane anche quando sarai vecchio come il tuo
professore che non è stato mai innamorato delle cose che spiega.
Regala al
professore di matematica un libro di poesia, a quello di italiano un manuale di
algebra, al professore di inglese Lo Cunto de li Cunti di Basile, a
quello di scienze un testo di Jodorowski, al professore di
filosofia il Tractatus, a quello di latino e greco Psiche, al professore
di arte un set di pennarelli, a quello di educazione fisica il manuale zen sul
tiro con l’arco, al professore di religione la Legenda Aurea, al tuo
preside Il Gattopardo. E tu regalati, con quello che ti resta, gli
scritti di Pasolini sulla televisione. Ai tuoi professori insegna che la
vecchiaia non arriva con l’età, ma con l’indifferenza.
E che è facile come essi fanno cercare una chiave sotto un lampione solo perché
c’è luce ed è più facile invece che nel bosco dove l’hanno perduta.
Ricordati che mercato
oggi è una parola buona. Ma al mercato c’è anche chi non ha soldi
per comprare. E non sempre è il peggiore. Ricorda anche che per ogni mercato c’è
un tempio che lo accoglie.
Quando nascendo con
il tuo piccolo pugno hai stretto per la prima volta il mio dito, ho sentito che
avrei voluto per te un mondo diverso da quello che abbiamo. Non permettere che
un giorno sia anche tu a provare la stessa emozione.
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