domenica 15 ottobre 2017

dieci anni Demokrat, cioe` di involuzione democratica - bortocal



parte 1. autobiografia democratica a Stoccarda
a Stoccarda, dove vivevo nel 2007, dopo la fondazione del Partito Democratico il 14 ottobre, se ne formo` una sezione locale, non tanto trascurabile, direi, considerando che nella citta` vivevano 25.000 italiani dei 160.000 residenti nel Land del Baden Wuerttemberg (e dei 600.000 circa emigrati in Germania); ed oggi saranno piuttosto cresciuti che calati…
devo ammettere con una certa vergogna che fui tra i suoi fondatori.
fui: il passato remoto dice da solo che considero questa esperienza conclusa; la potrei definire un errore di gioventu` (era la seconda volta che cascavo in qualcosa di simile), ma a 59 anni, quanti ne avevo allora non si dovrebbe avere piu` il diritto dell’attenuante dell’inesperienza.
si era nel vivo di uno scontro tra berlusconismo e anti-berlusconismo, in apparenza, allora: e iscriversi, anzi fondare, il Partito Democratico sembrava un modo di esprimere la propria voglia di rinnovamento del paese: voglia che scioccamente si sentiva condivisa e molto estesa.
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non mi ci volle molto per aprire gli occhi, basto` la prima assemblea dei fondatori: mi ritrovai in mezzo a tutti gli affaristi spregiudicati e corrotti che dovevo quotidianamente combattere come dirigente dell’Ufficio Scuola che controllava un giro annuale di contributi di due milioni di euro a diversi enti che si occupavano di istruzione dei bambini dei nostri immigrati.
erano rappresentate tutte le fazioni che si combattevano ferocemente su scala locale per la suddivisione di questi fondi, che avveniva anche attraverso truffe documentabili e da me documentate (senza esito alcuno, salvo il tentativo di rispedirmi anzitempo in Italia), ma questo era normale, dato che al governo c’era l’Ulivo di Prodi, e dunque essere vicini al governo era il modo migliore per spolpare l’osso.
era gente che mi aveva accolto all’arrivo offrendomi una prostituta gratis per inserirmi nel giro.
c’erano tre fazioni principalmente: una faceva capo alle ACLI locali, una allo IAL-CISL e una terza era piu` politica: controllava allora il COMITES, il locale Comitato degli ITaliani all’EStero, eletto attraverso elezioni truccate che erano il trionfo del clientelismo piu` desolante.
il leader del COMITES, che era di fatto anche il leader del centro-sinistra locale, era sostenuto dal principale sindacato scolastico all’estero, la UIL-scuola, guidato da un galoppino pugliese di D’Alema, del cui potere mi fu quindi sempre chiara la natura totalmente clientelare che lo rende assolutamente inaffidabile come autentico democratico.
fu naturalmente la prima e ultima riunione alla quale partecipai: abbandonai precipitosamente ogni ulteriore rapporto con questo partito.
di li` a poco il leader del COMITES, un medico, fu arrestato per violenza sessuale contro una prostituta sua cliente, che poi si suicido` alla vigilia del processo pochi mesi dopo.
questo permise l’emergere di un piu` giovane pizzaiolo affarista che era stato suo portaborse, fino a quel momento, e che per distinguersi si era iscritto all’Italia dei Valori di Di Pietro, dopo un lungo dibattito nella sezione locale del Partito Democratico, sulla opportunita` di candidare o meno quel medico condannato a 5 mesi e 29 giorni per la violenza,
tra le sostenitrici a spada tratta del medico violentatore come candidato ci stava anche la principale esponente locale dell’area di estrema sinistra, poi ripagata con la candidatura al Senato e 19.000 preferenze in tutta la Germania, insufficienti pero` a farla entrare in Parlamento.
ma il nuovo marpione riusci` a scalzare il vecchio e a farsi candidare nelle elezioni successive nella lista Partito Democratico – Italia dei Valori, mancando la nomina a deputato la prima volta per 28 voti e poi anche la volta successiva, per 18: fu eletto Razzi al suo posto, ma l’Italia non avrebbe avuto nulla di diverso con lui.
ecco, per capire bene che cos’e` il Partito Democratico, occorre pensare che e` il partito che ha eletto Razzi – e poi fa la predica ai grillini, mi capite…
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queste esperienze che non esito a definire sconvolgenti, non furono sufficienti ad aprirmi gli occhi: pensavo che si trattasse di una degenerazione locale; non basto` a chiarirmi le idee che ci vollero ben tre anni per arrivare alla espulsione dal Partito Democratico di quel medico che aveva rischiato di diventare deputato; lui poi cerco` allora di entrare in Forza Italia, ma non fu accolto.
la destra classica era un poco piu` pulita, a Stoccarda, ma forse soltanto perche` da decenni lontana dal potere; la cosa straordinaria e` che questa cupola mafiosa variamente di sinistra conviveva benissimo con qualunque forza politica la governo, aveva degli agganci potentissimi con l’inamovibile burocrazia del Ministero degli Esteri, dove sparuti oppositori interni mi incitavano sottovoce a combattere, ma si guardavano bene dal fare quello che era in loro potere per contrastare l’andazzo.
i governi della destra berlusconiana non fecero nulla non dico per liquidarla, questa cupola che non esito a definire mafiosa, ma neppure per ridimensionarla, e preferivano conviverci.
vi erano pero`, in questo quadro desolante e vagamente sud-americano, alcune luminose eccezioni, di funzionari esemplari: l’ambasciatore a Berlino Puri Purini, che era stato consigliere diplomatico del Presidente della Repubblica Ciampi, o il nuovo giovane console di Stuttgart, rigorosamente di una destra pulita, ma col quale potei collaborare soltanto due anni nel repulisti inutile che realizzo` e fu immediatamente cancellato alla sua partenza.
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parte 2. il Partito Democratico di dieci anni fa
nonostante io vivessi in questa realta` concreta che avrebbe dovuto spiegarmi per bene come stavano davvero le cose, io ero troppo dipendente dai media, in particolare da Repubblica, che mi manipolava la mente, e continuavo a pensare che la realta` nazionale del Partito Democratico fosse diversa.
apprezzavo Prodi, che pero`​ ​oggi mi ha oramai deluso irreversibilmente per il suo SI` al referendum costituzionale renzino; ma soprattutto conoscevo tantissime persone oneste e fiduciose come me, che facevano capo a quel partito che conduceva – apparentemente – la lotta al berlusconismo, e mi pareva impossibile che tutti fossimo degli illusi che avevano scelto il partito sbagliato.
del resto consideravo poco affidabili le possibili alternative di allora (cosi` apparivano), cioe` i Grillo e i Di Pietro,; per bisogno di fede mi aggrappai in seguito a Vendola, ma ebbi tempo di ricredermi per bene su quel farabutto politico.
oggi sono piu` lucido, mi pare, nel vedere che non ci sono proprio alternative credibili politicamente organizzate.
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elezioni costituenti del Partito Democratico di domenica 14 ottobre 2007: 3.554.169 votanti: Veltroni segretario, Prodi presidente.
ero troppo dipendente dai media, dicevo: pensate che a queste primarie del Partito Democratico, di cui sto celebrando cosi` amaramente il decennale, votai addirittura per Veltroni.
Veltroni, primo segretario del Partito Democratico, comincio` per prima cosa a scalzare Prodi, senza che noi, i fessi della base, neppure capissimo bene che il Partito era nato non come alternativa al berlusconismo, ma come sua variante.
quanti erano i fessi come me in quel mucchio?
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eppure nelle settimane successive cominciai ad aprire gli occhi anche sul partito a livello nazionale.
mi accorsi anche io, allora, che Veltroni lavorava contro Prodi: e non e` un caso se oggi Prodi non viene invitato alle “celebrazioni” di un partito che gli e` SEMPRE stato contro, anche se lui ne faceva parte, in modo alquanto masochistico, e veniva dichiarato suo leader.
vogliamo provare a recuperare la memoria di quei mesi?
la storia successiva della generazione del Partito Democratico e` gia` dentro la sua nascita.
cito da wikipedia, quindi il tono cortigiano non e` mio, non vogliatemene:
Veltroni intuì rapidamente la necessità di avviare un dialogo con le varie forze politiche per la creazione di importanti riforme, ritenute necessarie per la modernizzazione dello Stato.
bella intuizione! in altre parole, per modernizzare lo stato, Veltroni cerco` immediatamente un accordo con Berlusconi per un cambiamento della Costituzione e per una nuova legge elettorale – che avrebbero naturalmente portato a nuove elezioni e all’accantonamento di Prodi.
era la proposta di legge elettorale Vassallo.
talmente simile a quella attuale che vale la pena di studiarsela, ma in un post a parte…
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Veltroni fece la sua proposta l’11 novembre 2007; il 14 novembre fu approvata la finanziaria e la Casa delle Liberta` si spacco` con Berlusconi da una parte e Lega, UDC e Alleanza Nazionale dall’altra, pronte ad accettare il dialogo con Veltroni; a questo punto anche Berlusconi, prontissimo, la accolse; ci furono degli incontri, subito dopo, tra Veltroni e le altre forze politiche e Veltroni privilegio` il dialogo con Berlusconi, a quello con Fini Casini e Bossi; e siccome la nuova legge elettorale era di tipo sostanzialmente bipartitico, ovviamente ricompatto` la Casa delle Liberta` sotto la guida di Berlusconi ed ebbe come altra conseguenza il ritiro della fiducia al governo Prodi di un partito minore dell’Ulivo, l’UDEUR di Mastella, quindi nuove elezioni e il ritorno di Berlusconi al potere.
il capolavoro politico di Veltroni.
e se non era una cosa studiata e voluta, che cos’era?
non a caso, mentre in tutta la campagna elettorale successiva, Veltroni riusci` a non nominare mai Berlusconi…
chiedeva i voti, ma non per fare l’opposizione a Berlusconi, per farne l’imitazione…
era la famosa vocazione maggioritaria…, cioe` la proposta agli italiani di scegliere forzatamente fra due varianti della stessa minestra.
non a caso alle celebrazioni del decennale, Veltroni il capolavoro c’e`, e Prodi non e` invitato…
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il Partito Demokrat, col suo nome degno di una Repubblica Democratica Tedesca, era gia` renzino prima di Renzi.
eravamo noi gli illusi che non riuscivano a capirlo.

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