domenica 22 marzo 2015

Noi insegnamo la vita, Signore - Rafeef Ziadah



Noi insegniamo la vita, signore.
Oggi, il mio corpo è stato massacrato in TV.
Oggi, il mio corpo è stato massacrato in TV ed è dovuto stare dentro battute e limiti di parole.
Oggi, il mio corpo è stato massacrato in TV ed è dovuto stare dentro battute e limiti di parole riempiti a dovere di statistiche per replicare a reazioni non sproporzionate.
E ho perfezionato il mio inglese e mi sono studiata le risoluzioni dell'ONU.
Eppure, lui mi ha chiesto, Signora Ziadah, non pensa che tutto si aggiusterebbe se solo voi la smetteste di insegnare tanto odio ai vostri figli?
Pausa.
Cerco dentro di me la forza di essere paziente ma la pazienza non è sulla punta della lingua mentre le bombe cadono su Gaza.
La pazienza mi ha appena abbandonata.
Pausa. Sorriso.
Noi insegniamo la vita, signore.
Rafeef, ricordati di sorridere.
Pausa.
Noi insegniamo la vita, signore.
Noi Palestinesi insegniamo la vita dopo che ci hanno occupato anche l'ultimo cielo.
Noi insegniamo la vita dopo che si sono costruiti le loro colonie, i loro muri di separazione, dopo gli ultimi cieli.
Noi insegniamo la vita, signore.
Ma oggi, il mio corpo è stato massacrato in TV ed è dovuto stare dentro battute e limiti di parole.
E ci dia una storia, una storia umana.
Vede, qui non facciamo politica.
Vogliamo solo raccontare alla gente di lei e del vostro popolo così ci dia una storia umana.
Non nomini quella parola "apartheid" e "occupazione".
Qui non facciamo politica.
Lei deve aiutare me come giornalista ad aiutarla a raccontare la vostra storia che non è politica.
Oggi, il mio corpo è stato massacrato in TV.
Che ne dice di raccontarci la storia di una donna di Gaza che ha bisogno di cure mediche?
Che ne dice di lei?
Ha abbastanza ossa rotte da coprire il sole?
Mi passi i vostri morti e mi dia la lista dei nomi in non più di 1200 parole.
Oggi, il mio corpo è stato massacrato in TV ed è dovuto stare dentro battute e limiti di parole e commuovere chi è desensibilizzato al sangue terrorista.
Però loro si sono dispiaciuti.
Si sono dispiaciuti per gli animali di Gaza.
Così, gli do le risoluzioni e le statistiche dell'ONU e condanniamo e deploriamo e rifiutiamo.
E queste parti non sono alla pari: occupante e occupato.
E cento morti, duecento morti, e mille morti.
E in mezzo, fra guerra crimine e massacro, io pronuncio parole e sorrido "non esotici", "non terroristi".
E conto, conto cento morti, mille morti.
C'è qualcuno?
Qualcuno ascolta?
Vorrei piangere sui loro corpi.
Vorrei correre a piedi nudi in ogni campo profughi e abbracciare ogni bambino, coprirgli le orecchie in modo che non debba sentire per il resto della vita il suono dei bombardamenti come lo sento io.
Oggi, il mio corpo è stato massacrato in TV.
E mi consenta di dire, non c'è nulla che le vostre risoluzioni dell'ONU abbiano mai fatto per questo.
E nessuna battuta, nessuna battuta che io metta insieme, indipendentemente da quanto sia buono il mio inglese, nessuna battuta, nessuna battuta, nessuna battuta, nessuna battuta li riporterà in vita.
Nessuna battuta rimedierà a questo.
Noi insegniamo la vita, signore.
Noi insegniamo la vita, signore.
Noi Palestinesi ci svegliamo ogni mattina per insegnare la vita al resto del mondo, signore.
traduzione di Stefania Fusero

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