Il
recente 70° anniversario della liberazione di Auschwitz ci ha
ricordato il grande crimine del fascismo la cui
iconografia nazista è inserita nella nostra consapevolezza. Il fascismo è
conservato come storia, come filmato tremolante
di camicie nere che fanno il passo dell’oca,
la loro criminalità terribile e palese. Tuttavia nelle stesse società liberali
le cui élite guerrafondaie ci esortano a non dimenticare mai, il pericolo che
un nuovo tipo di fascismo stia accelerando viene eliminato perché è il loro
fascismo.
“Cominciare una guerra di aggressione….” hanno detto
i giudici del tribunale di Norimberga nel 1946, “non è soltanto un crimine
internazionale, è il supremo crimine internazionale che differisce dagli altri
crimini di guerra perché contiene in se stesso il male accumulato del
totale.”
Se i nazisti non avessero invaso l’Europa, Auschwitz
e l’Olocausto non sarebbero esistiti. Se gli Stati Uniti e i suoi
satelliti non avessero iniziato la loro guerra di aggressione in Iraq nel
2003, quasi un milione di persone oggi sarebbero vive , e lo Stato Islamico, o
ISIS non ci terrebbe schiavi della sua ferocia. Sono la
progenie del fascismo moderno, svezzato dalle bombe, dai bagni di sangue
e dalle bugie che sono il teatro surreale noto come notizie.
Come il fascismo degli anni e ’40, grosse bugie
vengono diffuse con la precisione di un metronomo, grazie ai media
onnipresenti, ripetitivi e alla loro violenta censura per omissione.
Considerate la catastrofe in Libia.
Nel 2011 la Nato ha dato il via a 9.700 “missioni di
aggressione” contro la Libia, un terzo delle quali avevano come
obiettivi i civili. Si usavano testate all’uranio; le città di Misurata e
di Sirte sono state bombardate a tappeto. La Croce Rossa ha identificato fosse
comuni e l’Unicef ha riferito che “la maggior parte [dei bambini uccisi]
avevano meno di 10 anni.”
La sodomizzazione pubblica del presidente della Libia,
Muammar Gheddafi fatta con una baionetta dei “ribelli” è stata accolta
dall'allora Segretario di Stato americano, Hillary Clinton con queste parole:
“Siamo venuti, abbiamo visto, egli è morto.” La sua uccisione, come la
distruzione del suo paese, è stata giustificata con una grossa bugia che ci è
familiare: stava pianificando il “genocidio” contro il suo stesso popolo.
“Sapevamo….che se avessimo aspettato ancora un giorno,” ha detto il presidente
Obama, “Bengasi, una città grande quanto Charlotte, poteva subire un massacro
che si sarebbe riverberato in tutta la regione e che avrebbe macchiato la
coscienza del mondo.”
Questa è stata l’invenzione delle milizie islamiste che
affrontavano la sconfitta da parte delle forze governative libiche. Hanno detto
alla Reuters che ci sarebbe stato “un vero bagno di sangue, un massacro come
quello che abbiamo visto in Ruanda”.
Riferita il 14 marzo 2011, la bugia ha fornito il primo
spunto per l’inferno della Nato, definito da David Cameron un “intervento
umanitario.”
Segretamente riforniti e addestrati dalle Forza aerea
speciale (SAS) della Gran Bretagna, molti dei “ribelli” sarebbero diventati
ISIS, la cui più recente “offerta” video mostra la decapitazione di 21
lavoratori Cristiani Copti catturati a Sirte, la città distrutta a nome loro
dai bombardieri della NATO.
Secondo Obama, Cameron e Hollande, il vero crimine di
Gheddafi è stata l’indipendenza economica della Libia e la sua intenzione
dichiarata di smettere di vendere le più grosse riserve petrolifere dell’Africa
in dollari degli Stati Uniti. Il petrodollaro è un pilastro del potere
imperiale americano. Gheddafi ha audacemente pianificato di introdurre
una valuta africana comune agganciata all’oro, stabilire una banca
centrale africana, e di promuovere un’unione economica tra paesi poveri con
risorse di valore. Se questo sarebbe accaduto oppure no, la sola idea era
insopportabile per gli Stati Uniti perché preparava una “entrata” in Africa e a
corrompere i governi africani con “partnership” militari.
In seguito all’attacco della Nato con la copertura di una
risoluzione del Consiglio di Sicurezza, Obama, ha scritto Garikai Chengu, “ha
confiscato 30 miliardi di dollari dalla Banca Centrale della Libia, che
Gheddafi aveva destinato all’istituzione di una Banca Centrale africana e della
valuta chiamata dinaro africano, agganciata all’oro.”
La “guerra umanitaria” contro la Libia ha preso spunto da un
modello caro ai cuori liberali occidentali, specialmente nel campo dei media.
Nel 1999 Bill Clinton e Tony Blair hanno mandato la Nato a bombardare la
Serbia, perché, hanno mentito, i Serbi stavano commettendo un “genocidio” del
gruppo etnico albanese nella provincia secessionista del Kosovo. David
Scheffer, ambasciatore straordinario degli Stati Uniti per i Problemi dei Crimini di guerra, ha dichiarato che “un numero
equivalente a 225.000 uomini di etnia albanese tra i 14 e i 59 anni”
potevano essere stati assassinati. Sia Clinton che Blair hanno ricordato
l’Olocausto e “lo spirito della Seconda Guerra mondiale”. Gli eroici
alleati dell’Occidente erano l’Esercito di liberazione del Kosovo (KLA), i cui
precedenti penali sono stati trascurati. Il ministro degli Esteri britannico,
Robin Cook, ha detto loro di chiamarlo a qualsiasi ora sul suo cellulare.
Una volta finito il bombardamento della Nato, e con gran
parte delle infrastrutture della Serbia in rovine, insieme a scuole, ospedali,
monasteri e la stazione televisiva nazionale, squadre di polizia scientifica
sono scese in Kosovo per tirar fuori prove dello “olocausto”. L’FBI non è
riuscita a trovare neanche una sola fossa comune ed è tornata a casa. La
squadra della polizia scientifica spagnola ha fatto lo stesso e il suo capo ha
rabbiosamente denunciato “una piroetta semantica da parte delle
macchine di propaganda della guerra”. Un anno dopo, un tribunale di guerra
dell’ONU per la Jugoslavia ha annunciato il conteggio finale dei morti in
Kosovo: 2.788. Questa cifra comprendeva i combattenti di entrambe le parti,
serbi e Rom uccisi dal KLA. Non c’era stato alcun genocidio.
“L’olocausto era una bugia. L’attacco della NATO era stato fraudolento. Dietro la bugia c’era uno scopo serio. La Jugoslavia era
una federazione unicamente indipendente e multi-etnica e che aveva fatto
da ponte politico ed economico durante la Guerra Fredda. La maggior parte delle
aziende e della produzione principale era di proprietà pubblica. Questo non era
accettabile da parte della Comunità europea che si andava espandendo,
specialmente da parte della Germania di recente riunita, che aveva iniziato a
spingersi verso est per conquistare il suo “mercato naturale” nelle province
jugoslave di Croazia e Slovenia. Quando gli Europei si sono incontrati a
Maastricht nel 1991 per preparare i piani per la disastrosa eurozona, era stato
raggiunto un accordo segreto: la Germania avrebbe riconosciuto la Croazia. La
Jugoslavia era spacciata.
A Washington gli Stati Uniti hanno visto che all'economia
jugoslava in difficoltà
venivano negati i prestiti della Banca Mondiale. La Nato,
che allora era reliquia della quasi defunta Guerra Fredda, è stata reinventata
come gendarme imperiale. A una conferenza di “pace” per il Kosovo, tenutasi a
Rambouillet, in Francia, i serbi sono stati soggetti alle tattiche sleali del
gendarme. L’accordo di Rambouillet comprendeva un’appendice segreta B,
che la delegazione statunitense aveva inserito l’ultimo giorno. Questa chiedeva
l’occupazione militare dell’intera Jugoslavia – una nazione che aveva amari
ricordi dell’occupazione nazista – e l’attuazione di una “economia di libero
mercato” e la privatizzazione di tutti i beni del governo. Nessuno stato
sovrano poteva firmare questo accordo. La punizione è seguita rapidamente: le
bombe della Nato sono cadute su un paese indifeso. E’ stato l’avvenimento
precursore delle catastrofi in Afghanistan e in Iraq, in Siria, Libia e
Ucraina.
Fin dal 1945, più di un terzo dei membri della Nato –
69 paesi – hanno sofferto alcune o tutte le seguenti vicende per mano del
moderno fascismo dell’America. Sono stati invasi, i loro governi sono stati
rovesciati, i loro movimenti popolari sono stati soppressi, le loro elezioni
sovvertite, la loro gente bombardata, e le loro economie private di ogni tipo
di protezione, le loro società assoggettate all'assedio opprimente noto come
“sanzioni”. Lo storico britannico Mark Curtis stima il bilancio delle vittime
in milioni. In ogni caso, è stata usata una grossa bugia.
“Stanotte, per la prima volta, fin dall'11 settembre, la
nostra missione bellica in Afghanistan è finita.” Queste sono state le parole
di apertura del discorso di Obama sullo stato dell’Unione del 2015. Infatti,
circa 10.000 soldati e 20.000 contractor militari (mercenari) restano in
Afghanistan con incarico indefinito. “La guerra più lunga dell’America è
arrivata a una conclusione responsabile,” ha detto Obama pochi giorni prima.
Invece sono stati uccisi più civili nel 2014 che in qualsiasi anno
da quando l’ONU ha iniziato a registrare le morti. La maggior
parte sono stati uccisi – civili e soldati – durante il periodo di presidenza
di Obama.
La tragedia in Afghanistan rivaleggia con l’epico crimine
in Indocina. Nel suo libro esaltato e molto citato,The Grand Chessboard:
American Primacy and Its Geostrategic Imperatives,[La grande scaccchiera:
la supremazia americana e i suoi imperativi geostrategici], Zbigniew
Brzezinski, il padrino delle politiche statunitensi, dall'Afghanistan a oggi,
dice che se l’America deve controllare l’Eurasia e dominare il mondo, non può
sostenere una democrazia popolare , perché il perseguimento del potere non è un
obiettivo che attira la passione popolare…La democrazia è nemica della
mobilitazione imperiale.” Ha ragione. Come hanno rivelato WikiLeaks ed Edward
Snowden, uno stato di sorveglianza e di polizia sta usurpando la democrazia.
Nel 1976, Brzezinski, allora Consigliere nazionale del presidente Carter per la
sicurezza, ha dimostrato il suo parere assestando un colpo mortale alla prima e
unica democrazia dell’Afghanistan. Chi conosce questa storia importantissima?
Negli anni ’60, una rivoluzione popolare è dilagata in
Afghanistan, il paese più povero della terra, rovesciando alla fine le vestigia
del regime aristocratico nel 1978. Il Partito Democratico popolare
dell’Afghanistan (PDPA) ha formato un governo e ha dichiarato un programma di
riforma che comprendeva l’abolizione del feudalesimo, la libertà per tutte le
religioni, uguali diritti per uomini e donne e giustizia sociale per le
minoranze etniche. Più di 13.000 prigionieri politici sono stati liberati e i
documenti della polizia sono stati bruciati pubblicamente.
Il nuovo governo ha introdotto l’assistenza sanitaria per i
più poveri; è stato abolito il bracciantato, si è dato il via a un programma di
alfabetizzazione di massa. Per le donne i vantaggi erano senza
precedenti. Alla fine degli anni ’80 metà degli studenti universitari
erano donne, le donne costituivano quasi la metà dei medici dell’Afghanistan,
un terzo degli impiegati statali, e la maggior parte degli insegnanti.
Saira Noorani, una chirurga, ricordava: “Tutte le ragazze potevano andare alla
scuola superiore e all'università. Potevamo andare dove volevamo e indossare
quello che ci piaceva. Di solito andavamo al caffè e al cinema il venerdì a
vedere il più recente film indiano e ad ascoltare le ultime novità musicali. Le
cose hanno iniziato ad andare male quando i mujaheddin hanno cominciato a
vincere. Uccidevano gli insegnanti e incendiavano le scuole. Eravamo
terrorizzati. Era triste e strano pensare che quella era la gente che
l’Occidente sosteneva.”
Il governo PDPA era sostenuto dall'Unione Sovietica, anche
se, come ha ammesso in seguito l’ex Segretario di Stato Cyrus Vance, “non c’era
nessuna prova di qualche complicità sovietica nella rivoluzione.” Allarmato
dalla crescente sicurezza dei movimenti di liberazione in tutto il mondo,
Brzezinski ha deciso che se l’Afghanistan doveva avere successo con il governo
del PDPA, la sua indipendenza e il suo progresso avrebbero offerto la “minaccia
di un esempio promettente”.
Il 3 luglio 1979, la Casa Bianca ha segretamente
autorizzato l’appoggio ai gruppi tribali fondamentalisti noti come
mujaheddin, un programma che è arrivato fino a 500 milioni di dollari in armi
statunitensi e in altri tipi di aiuti. Lo scopo era di rovesciare il primo
governo laico e riformista dell’Afghanistan. Nell’agosto 1979, l’ambasciata
degli Stati Uniti a Kabul ha riferito che “ai più ampi interessi degli Stati
Uniti sarebbero sarebbe stata utile la caduta del governo del PDPA, malgrado
tutti gli intoppi che questo poteva significare per future riforme
sociali ed economiche in Afghanistan.”
I mujaheddin sono stati gli antenati di al-Qaida e dello
Stato Islamico. Tra loro c’era Gulbuddin Hekmatyar che ha ricevuto decine di
milioni di dollari in contanti dalla CIA. La specialità di Hekmatyar era il
traffico di oppio e gettare l’acido in faccia alle donne che rifiutavano di
portare il velo. Quando è stato invitato a Londra, è stato lodato dal primo
ministro Thatcher come “combattente per la libertà”.
Questi fanatici sarebbero potuti restare nel loro mondo
tribale se Brzezinski non avesse dato il via a un movimento internazionale per
promuovere il fondamentalismo islamico in Asia Centrale e quindi indebolire la
liberazione politica laica e “destabilizzare” l’Unione Sovietica, creando, come
ha scritto nella sua autobiografia, “alcuni musulmani esaltati”. Il suo
grandioso piano coincideva con le ambizioni del dittatore del Pakistan, il Generale
Zia ul-Haq, di dominare la regione. Nel 1986, la CIA e l’agenzia di
intelligence pakistana, l’ISI, hanno iniziato a reclutare gente da tutto
il mondo per farla entrare nella jihad afgana. Il multi-milionario saudita
Osama bin Laden era uno di loro. Gli agenti che alla fine si sarebbero
uniti ai talebani e ad al-Qaida, venivano reclutati nel Centro islamico di
Brooklyn, a New York, e veniva loro impartito l’addestramento paramilitare in
un campo della CIA in Virginia. Questa è stata chiamata “Operazione Cyclone”.
Il suo successo è stato celebrato nel 1996 quando l’ultimo presidente del PDPA,
Mohammed Najibullah – che in precedenza era stato all’Assemblea Generale
dell’ONU a chiedere aiuto – è stato impiccato a un lampione dai talebani.
Il “contraccolpo” della “Operazione Ciclone” e dei suoi
“pochi Musulmani esaltati” è stato l’11 settembre. L’Operazione Ciclone è
diventata la guerra al terrore”, in cui innumerevoli uomini, donne e bambini
avrebbero persola vita in tutto il mondo musulmano, dall’Afghanistan, all’Iraq,
allo Yemen, alla Somalia, e alla Siria. Il messaggio del gendarme era e rimane:
“Siete con noi o contro di noi.”
Il filo comune nel fascismo passato e attuale è l’omicidio
di massa. L’invasione americana del Vietnam aveva le sue “zone di fuoco
libero”, “il conteggio dei corpi” e i “danni collaterali”. Nella provincia di
Quang Ngai, da dove inviavo i miei servizi molte migliaia di civili (“musi
gialli” nel gergo militare americano ) sono stati uccisi dai soldati
statunitensi, e, tuttavia, l’unico massacro che viene ricordato è quello a My
Lai. In Laos e in Cambogia, il più grosso bombardamento aereo della storia ha causato
un’epoca di terrore segnalata oggi dallo spettacolo di crateri di bombe
raccordati tra loro che, visti dal cielo, assomigliano a mostruose collane. Il
bombardamento ha dato alla Cambogia la sua ISIS, guidata da Pol Pot.
Oggi, la più vasta unica campagna di terrore comporta
l’uccisione di intere famiglie, di ospiti ai matrimoni, di persone che
partecipano ai funerali. Queste sono le vittime di Obama. Secondo il New York Times,Obama fa la
sua scelta basandosi su una “lista di persone da uccidere” che gli viene data
ogni martedì nella Situation Room della Casa Bianca. Poi decide, senza uno
straccio di giustificazione legale, chi vivrà e chi morirà. L’arma per le
esecuzioni è il missile Hellfire trasportato da un velivolo senza pilota noto
come drone; questi “arrostiscono” le loro vittime e addobbano la zona con i
loro resti. Ogni persona colpita viene registrata sul lontano schermo di una
console, come un “bugsplat”.
Lo storico Norman Pollack ha scritto: “al posto di chi fa
il passo dell’oca, sostituite una militarizzazione apparentemente più innocua
della cultura totale. Invece del capo enfatico, abbiamo il riformatore mancato,
allegramente al lavoro, che pianifica ed esegue assassinii, sorridendo tutto il
tempo.”
A unire il fascismo vecchio e nuovo c’è il culto della
superiorità. “Credo nell’eccezionalismo americano (1) con ogni fibra del mio
essere,” ha detto Obama, evocando dichiarazioni di feticismo nazionale degli
anni ’30. Come ha fatto notare lo storico Alfred W. McCoy, è stato il devoto di
Hitler, Carl Schmidt, che ha detto: “Il sovrano è colui che decide
l’eccezione.” Questo compendia l’americanismo, l’ideologia dominante nel mondo.
Che questa continui a essere sconosciuta come un’ideologia rapace è il
risultato di un lavaggio del cervello ugualmente sconosciuto. Insidioso, non
dichiarato, presentato argutamente come illuminazione durante il
cammino, la sua concezione si insinua nella cultura
occidentale. Sono cresciuto con una dieta filmica di gloria americana, che è quasi
tutta una distorsione dei fatti. Non avevo idea che fosse stata l’Armata Rossa
a distruggere quasi tutta la macchina bellica nazista, costata la vita a
13 milioni di soldati. Invece le perdite degli Stati Uniti, comprese quelle nel
Pacifico, sono state di 400.000 militari. Hollywood ha capovolto queste cifre (da qui).
Le differenza è che ora il pubblico dei cinema è invitato
a torcersi le mani davanti alla “tragedia” degli
psicopatici americani che devo uccidere gente in luoghi remoti – proprio come
lo stesso presidente li uccide. La personificazione della violenza di
Hollywood, cioè l’attore Clint Eastwood, quest’anno ha avuto la candidatura
all’Oscar per il suo film, American Sniper, che parla di un assassino
autorizzato che è folle. Il New York Times lo ha descritto: “un film patriottico,
favorevole alla famiglia, che ha infranto tutti i record di presenze nei primi
giorni di programmazione.”
Non ci sono film eroici sull'America che aveva abbracciato
il fascismo. Durante la Seconda guerra mondiale, l’America (e la Gran Bretagna)
sono andate in guerra contro i greci che avevano combattuto eroicamente contri
il Nazismo e che si stavano opponendo all'ascesa del fascismo greco. Nel 1967,
la CIA ha contribuito a portare al potere una giunta militare ad Atene – come
ha fatto in Brasile e nella maggior parte dell’America Latina. Ai tedeschi e
agli europei dell’Est che erano stati collusi con l’aggressione nazista e con i
crimini contro l’umanità, è stato dato un rifugio sicuro negli Stati Uniti:
molti sono stati coccolati e il loro talento è stato ricompensato.
Werner Von Braun è stato il padre sia della terrificante bomba nazista
V-2 che del programma spaziale degli Stati Uniti.
Negli anni ’90, quando le ex repubbliche sovietiche,
l’Europa dell’est e i Balcani sono diventati avamposti militari della Nato,
agli eredi del movimento nazista in Ucraina è stata data la loro opportunità.
Responsabile della morte di migliaia di ebrei, di polacchi e di russi durante
l’invasione dell’Unione Sovietica, il fascismo ucraino è stato riabilitato e la
sua “ nuova ondata” è stata salutata dal guardiano come “nazionalista”.
Questo ha raggiunto il culmine nel 2014 quando l’amministrazione
Obama ha scialato 5 miliardi di dollari per un colpo di stato contro il governo
eletto. Le truppe d’assalto erano neo-nazisti noti come Il Settore di Destra e
Svoboda. Tra i loro capi ci sono Oleg Tyahnbok che ha chiesto una “purga” della
“mafia ebraico-moscovita” e di “altra “feccia” che include gay, femministe e
chi appartiene alla sinistra politica.
Questi fascisti sono ora integrati nel governo di Kiev del
golpe. Il primo vice presidente del parlamento ucraino, Andriy Parubyi, capo
del partito di governo è il co-fondatore di Svoboda. Il 14 febbraio
Parubiy ha annunciato che sarebbe volato a Washington per convincere “gli Stati
Uniti a darci armamenti moderni di alta precisione”. Se ci riuscirà, questo
verrà considerato dalla Russia come un’azione di guerra.
Nessun leader occidentale ha parlato del risveglio del
fascismo nel cuore dell’Europa, a eccezione di Vladimir Putin, il cui popolo ha
perduto 22 milioni di persone a causa dell’invasione nazista che è arrivata
attraverso la zona di confine dell’Ucraina. Alla recente Conferenza di Monaco
sulla sicurezza, la vice Segretaria di Stato di Obama per gli Affari Europei ed
Euroasiatici, Victoria Nuland, strepitava insulti rivolti ai
leader europei per essere stati contrari al fatto che gli Stati Uniti
abbiano armato il regime di Kiev. Si è riferita al ministro tedesco della
difesa che ha chiamato il “ministro del disfattismo”. E’ stata la Nuland
il cervello del golpe di Kiev. Moglie di Robert D. Kagan, un
massimo luminare neo-conservatore e co-fondatore dell’iniziativa di
estrema destra che si chiama Progetto per un Nuovo secolo Americano, era
consigliera di Dick Cheney per la politica estera.
Il colpo della Nuland non è diventato un piano. Alla
Nato è stato impedito di impadronirsi della storica legittima base navale in
acque calde, della Russia in Crimea. La popolazione della Crimea, per lo più
russa – annessa illegalmente all’Ucraina da Nikita Krushchev nel 1954 – ha
votato in maniera schiacciante a favore del ritorno alla Russia, come aveva fatto
negli anni ’90. Il referendum è stato volontario, popolare, ed è stato
osservato a livello internazionale. Non c’è stata nessuna invasione.
Allo stesso tempo, il regime di Kiev si rivoltato contro la
popolazione di etnia russa nell’est con la ferocia della pulizia etnica.
Impiegando le milizie neo-naziste alla maniera delle Waffen delle SS, (i
reparti combattenti) hanno bombardato e posto l’assedio alle città grandi
e piccole. Hanno usato come armi la fame, l’interruzione dell’elettricità, il
congelamento dei conti bancari, interruzione del sistema previdenziale e delle
pensioni. Oltre un milione di profughi sono scappati in Russia attraverso
il confine. Secondo i media occidentali sono diventate persone che fuggivano
dalla “violenza causata dalla “invasione russa”. Il comandante della Nato,
Generale Breedlove – il cui nome e le cui azioni potrebbero essere state
ispirate dal dottor Stranamore di Stanley Kubrick – ha annunciato che 40.000
soldati russi si stavano “ammassando”. Nell’epoca delle prove forensi con i
satellitari, il generale non ne ha offerta nessuna.
Queste persone dell’Ucraina che parlano russo e che
sono bilingui – un terzo della popolazione – hanno a lungo cercato una
federazione che rifletta la diversità etnica del paese e che sia allo stesso
tempo autonoma e indipendente da Mosca. La maggior parte non sono
“separatisti”, ma cittadini che vogliono vivere in sicurezza nella loro patria
e opporsi alla presa del potere a Kiev. La loro rivolta e creazione di “stati”
autonomi sono una reazione agli attacchi di Kiev contro di loro. Poco di tutto
questo è stato spiegato al pubblico occidentale.
Il 2 maggio 2014, a Odessa, 41 persone di etnia russa sono
state bruciate vive nella sede centrale generale dei sindacati, mentre la
polizia stava ferma. Il capo del Settore di Destra Dmytro Yarosh ha
salutato il massacro come “un’altra giornata luminosa nella storia
della nostra nazione”. Sui media britannici e americani, questa è stata
rispettata come una “tragedia torbida”, conseguenza degli “scontri” tra i
“nazionalisti” (i neo-nazisti) e i “separatisti” (persone che raccoglievano le
firme per un referendum su un’Ucraina federale).
Il New
York Times ha seppellito la
storia, avendo messa da parte come propaganda russa gli avvertimenti sulle politiche
fasciste e antisemitiche dei nuovi clienti di Washington. Il Wall Street Journal ha condannato le vittime –
“Fuoco ucraino letale- probabilmente scatenato dai ribelli, dice il Governo.”
Obama si è congratulato con la giunta per la sua “moderazione”.
Se si può incitare Putin ad andare in loro aiuto, il suo
ruolo pre-ordinato di “pariah” in Occidente giustificherà la bugia che la
Russia sta invadendo l’Ucraina. Il 29 gennaio, il massimo comandante militare
dell’Ucraina, il Generale Viktor Muzhemko, ha quasi
inavvertitamente ignorato proprio la base per le sanzioni alla
Russia di Stati Uniti e Unione Europea, quando ha detto enfaticamente durante
una conferenza stampa: “L’esercito ucraino non sta combattendo con le unità
regolari dell’Esercito Russo”. C’erano “cittadini individuali” che erano membri
di “gruppi armati illegali”, ma non c’era nessuna invasione russa. Non era una
notizia. Vadym Prystalko, Vice ministro degli Esteri di Kiev, ha chiesto una
“guerra su vasta scala” con la Russia che ha armi nucleari.
Il 21 febbraio, il senatore statunitense James Inhofe,
Repubblicano dell’Oklahoma, ha introdotto una legge che autorizzerebbe le armi
per il regime di Kiev. Nella sua esposizione al Senato, Inhofe ha usato
fotografie che sosteneva fossero di truppe russe che entravano in Ucraina, che
oramai da lungo tempo si sono rivelate false. Questo fatto
ricordava le finte fotografie di Ronald Reagan di un’installazione sovietica in
Nicaragua e le false prove di Colin Powell presentate all’ONU di armi di armi
di distruzione di massa in Iraq.
L’intensità della campagna di
diffamazione contro la Russia e il rappresentare il suo
presidente come il cattivo nella pantomima è diverso da tutto ciò che ho visto
come giornalista. Robert Parry, uno dei giornalisti investigativi più illustri
che ha rivelato lo scandalo Iran Contra, (qui) ha scritto
di recente: “Nessun governo europeo, fin dai tempi della Germania di Hitler, ha
considerato appropriato mandare i soldati nazisti dei reparti di assalto per fare guerra contro una popolazione interna, ma il regime di
Kiev lo ha fatto e anche consapevolmente. Tuttavia, in tutto lo spettro
politico e dei media occidentali, c’è stato uno sforzo
diligente di nascondere questa realtà fino al punto di ignorare dei fatti
che sono stati ben stabiliti… Se vi chiedete in che modo il mondo potrebbe
inciampare nella terza guerra mondiale – proprio come ha fatto nella prima, un
secolo fa, non vi resta che guardare alla follia per l’Ucraina che si è
dimostrata resistente ai fatti o alla ragione.
Nel 1946, il Pubblico Ministero del tribunale di
Norimberga, a proposito dei media tedeschi ha detto che: “E’ ben noto
l’uso della guerra psicologica fatto dai cospiratori nazisti. Prima di ogni
importante aggressione, con qualche eccezione basata sulla convenienza
personale , iniziavano una campagna di stampa per indebolire le loro vittime e
per preparare psicologicamente i tedeschi all’attacco….Nel sistema di
propaganda dello stato hitleriano, erano la stampa quotidiana e la radio che
costituivano le armi più importanti.”
Sul Guardian del 2 febbraio, Timothy Garton-Ash in
effetti chiedeva una guerra mondiale. “Putin deve essere fermato” diceva il
titolo. “E talvolta solo i fucili possono fermare i fucili.” Ammetteva che la
minaccia di guerra poteva “nutrire una paranoia russa di accerchiamento”;
andava bene. Ha citato gli articoli di equipaggiamento militare necessari per
l’impresa e ha consigliato i suoi lettori che l’America ha il “completo”
migliore”.
Nel 2003, Garton-Ash, un professore di Oxford, ha ripetuto
la propaganda che ha provocato il massacro in Iraq. Ha scritto che: “Saddam
Hussein, come [Colin] ha documentato, ha accumulato grandi quantità di armi
spaventose, chimiche e biologiche, e sta nascondendo quelle che gli restano.
Sta ancora cercando di avere quelle nucleari.” Lodava Blair: “un interventista
gladstoniano, cristiano liberale”. Nel 2006 ha scritto: “Ora
affrontiamo il prossimo importante test dell’Occidente dopo l’Iraq: l’Iran.”
Gli scoppi emotivi o, come preferisce
Garton-Ash, la sua [di Blair] “ambivalenza liberale torturata”, non sono
insoliti in coloro che nell'élite liberale al di là dell’Atlantico, hanno
stabilito un patto faustiano. Il criminale di guerra Blair è il loro leader
perduto. Il Guardian, dove è uscito il pezzo di
Garton-Ash, ha pubblicato un’intera pagina di pubblicità di un aereo da caccia
americano Stealth. Su una immagine minacciosa del mostro della Lockeed Martin,
c’erano le parole: “ L’F35. GRANDIOSO per la Gran Bretagna”. Questo “kit”
americano costerà ai contribuenti britannici 1miliardo e 300 milioni, i
precedenti modelli F hanno fatto massacri in tutto il mondo. In sintonia
con il suo consigliere, l’editoriale del Guardian ha
chiesto un incremento delle spese militari.
Ancora una volta, c’è uno scopo serio. I governatori del
mondo vogliono l’Ucraina non soltanto come base missilistica, vogliono la sua
economia. Il nuovo ministro delle finanze di Kiev, Nataliwe Jaresko, è una ex
funzionaria esperta, del Dipartimento di Stato americano incaricata degli
“investimenti” statunitensi oltremare. Le è stata data in gran fretta la
cittadinanza ucraina.
Vogliono l’Ucraina per l’abbondanza di gas che possiede; il
figlio del Vice presidente Joe Biden, fa parte del consiglio di amministrazione
della più grossa compagnia ucraina di petrolio, gas e fratturazione idraulica.
I produttori delle sementi GM, le società come la famigerata Monsanto, vogliono
il ricco suolo agricolo ucraino.
Soprattutto, vogliono il potente vicino dell’Ucraina, la
Russia. Vogliono balcanizzare o smembrare la Russia e sfruttare la più grande
fonte di gas naturale della terra. Mentre il ghiaccio dell’Artico di scioglie,
vogliono il controllo dell’Oceano Artico e le sue ricchezze energetiche, e il
lungo confine terrestre della Russia con l’Artico. Di solito il loro uomo in
Russia era Boris Yelstsin, un alcolista che ha ceduto l’economia del suo paese
all’Occidente. Il suo successore, Putin, ha ristabilito la Russia come nazione
sovrana: questo è il suo reato.
La responsabilità che ha il resto di noi è chiara. E’
quella di identificare e rivelare le bugie pazzesche dei guerrafondai e di non
colludere mai con loro. E’ quella di risvegliare i grandi movimenti popolari
che hanno portato una fragile civiltà ai moderni stati imperiali. E, cosa
importantissima è di impedire la conquista di noi stessi: delle nostre menti,
della nostra umanità, del rispetto di noi stessi. Se restiamo in silenzio, la
vittoria su di noi è assicurata, e un olocausto ci chiama.
Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Originale: TeleSUR English
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2015 ZNET Italy – Licenza Creative
Commons CC BY NC-SA 3.0
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