domenica 1 marzo 2015

Banksy a Gaza



Banksy, per non dimenticare Gaza – Michele Giorgio
  
È tornata in Palestina la bambina attaccata ai palloncini che vola in alto per superare il Muro costruito da Israele in Cisgiordania. A sei mesi esatti dal cessate il fuoco tra Hamas e Israele, Banksy, invisibile come sempre, ha lasciato il suo segno per dirci che non dobbiamo dimenticare Gaza, che dobbiamo schierarci con l’oppresso perchè dichiararsi neutrali significa mettersi dalla parte del’oppressore. Per questo viaggio tra le macerie della Striscia, dove il più famoso writer del mondo ha dipinto quattro graffiti, Banksy ha scelto, attraverso il video che ha girato, di presentarsi come una sorta tour operator per invitare il mondo a «scoprire Gaza, una nuova destinazione fuori dai circuiti turistici che gli abitanti amano così tanto da non lasciarla mai e sono sorvegliati da vicini amichevoli». Si tratta del progetto più politico mai realizzato dall’artista britannico. Il primo graffito lasciato a Gaza è ispirato a “Il pensatore” di Auguste Rodin. Banksy lo ha realizzato sui resti di un muro e si intitola “Bomb damage”. In un altro si scorgono bimbi su una giostra, nel terzo una gatta con un vistoso fiocco roso al collo che dice al mondo che «si sta perdendo la bellezza della vita». Una scritta di colore rosso su un muro bianco infine afferma: «Se ci disinteressiamo del conflitto tra i forti e i deboli, ci mettiamo dalla parte dei forti, non siamo neutrali»…

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