Banksy, per non dimenticare Gaza –
Michele Giorgio
È tornata in Palestina
la bambina attaccata ai palloncini che vola in alto per superare il Muro
costruito da Israele in Cisgiordania. A sei mesi esatti dal cessate il fuoco
tra Hamas e Israele, Banksy, invisibile come sempre, ha lasciato il suo segno
per dirci che non dobbiamo dimenticare Gaza, che dobbiamo schierarci con
l’oppresso perchè dichiararsi neutrali significa mettersi dalla parte
del’oppressore. Per questo viaggio tra le macerie della Striscia, dove il più
famoso writer del mondo ha dipinto quattro graffiti, Banksy ha scelto,
attraverso il video che ha girato, di presentarsi come una sorta tour operator
per invitare il mondo a «scoprire Gaza, una nuova destinazione fuori dai
circuiti turistici che gli abitanti amano così tanto da non lasciarla mai e
sono sorvegliati da vicini amichevoli». Si tratta del progetto più politico mai
realizzato dall’artista britannico. Il primo graffito lasciato a Gaza è
ispirato a “Il pensatore” di Auguste Rodin. Banksy lo ha realizzato sui resti
di un muro e si intitola “Bomb damage”. In un altro si scorgono bimbi su una
giostra, nel terzo una gatta con un vistoso fiocco roso al collo che dice al
mondo che «si sta perdendo la bellezza della vita». Una scritta di colore rosso
su un muro bianco infine afferma: «Se ci disinteressiamo del conflitto tra i
forti e i deboli, ci mettiamo dalla parte dei forti, non siamo neutrali»…
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