La marcia di Selma non è finita: ''ci sono
altri ponti da attraversare'', nella consapevolezza che ''basta aprire gli
occhi per sapere che la storia razziale di questo paese getta ancora un'ombra
lunga su di noi''. Barack Obama prende la parola a pochi metri dal ponte Edmund
Pettus, simbolo dei sanguinosi fatti saliti alle cronache come 'Bloody Sunday',
quando manifestanti pacifici scesero in piazza, cercando di attraversare il
ponte, per rivendicare i loro diritti civili e furono assaliti dalla polizia. Le
immagini scioccarono l' America e aprirono la strada all'approvazione, in
quello stesso anno, del Voting Rights, la legge che consentì ai neri di votare.
Un discorso appassionato, una lettera d'amore per le generazioni future, i cui
toni ricordano quelli di Obama nel 2008, efficace, chiaro e diretto. Ma anche
quelli di Martin Luther King. Un Obama emozionato nel ripercorrere uno spaccato
di storia americana, che gli ha consentito di diventare il primo presidente
afro americano degli Stati Uniti.
Lo riconosce
John Lewis, il parlamentare della Georgia rimasto ferito durante la marcia di
50 anni fa a Selma. ''Se qualcuno mi avesse detto allora che avremmo un
presidente afroamericano e che sarei stato io a introdurlo, gli avrei detto che
era matto'' afferma Lewis introducendo alla folla, circa 40.000 persone, Obama.
Il presidente ringrazia e si dice onorato di poter intervenire dopo uno dei
suoi ''eroi''. ''Selma e' uno dei posti che ha definito il destino di questo
paese. Se Selma ci insegna qualcosa e' che il lavoro non e' mai finito''
afferma Obama, a Selma accompagnato dalla famiglia, con Michelle Obama che
siede in prima fila accanto all'ex presidente George W. Bush e sua moglie
Laura. Non c'e' bisogno - aggiunge Obama - del rapporto di Ferguson per dire che
ci sono ancora discriminazioni razziali. Ad ascoltarlo i genitori di Michael
Brown, il teenager afroamericano ucciso a Ferguson da un agente di polizia. Un
caso analogo a quello piu' recente in Wisconsin. A Madison un 19enne di colore
disarmato e' stato ucciso nelle ultime ore da un agente. ''Dobbiamo riconoscere
che il cambiamento dipende da noi, dalle nostre azioni, da quello che
insegniamo ai nostri figli. Con questo sforzo possiamo assicurarci che il
nostro sistema giudiziario funzioni per tutti, non per alcuni'' mette in
evidenza Obama, ammettendo che anche se c'e' ancora strada da fare, molti
progressi sono stati compiuti. ''Rifiuto l'idea che nulla sia cambiato. Chi lo
ritiene, dovrebbe chiedere a qualcuno che e' vissuto a Selma, a Chicago o Los Angeles
negli anni 1950. Nel perseguire la giustizia, non possiamo permetterci ne'
compiacenza ne' disperazione''. Obama guarda quindi al futuro. Lodando i
manifestanti del 1965, ''gente ordinaria che ha avuto il coraggio di fare cose
straordinarie'' e munita di ''un'enorme fede in Dio e nell'America'', il
presidente lancia un nuovo fronte dei diritti civili, i gay.
''Rispettiamo il passato ma non ci struggiamo per questo. Non abbiamo paura del futuro, cerchiamo di impadronircene'' afferma. ''Siamo i gay americani il cui sangue scorre per le strade di San Francisco e New York, cosi' come e' scorso su questo ponte''. Favorevole alle coppie dello stesso sesso, l'amministrazione Obama senza mezzi termini si rivolge alla Corte Suprema, che avvierà l'esame del divieto delle nozze gay imposto in quattro stati americani il 28 aprile. Il divieto e' contrario alla costituzione e ''invia un messaggio chiaro'', ovvero che le coppie gay e i loro figli ''sono famiglie di seconda classe''. Da qui il parallelo con i neri americani: ''gli stati non possono proibire i matrimoni fra
''Rispettiamo il passato ma non ci struggiamo per questo. Non abbiamo paura del futuro, cerchiamo di impadronircene'' afferma. ''Siamo i gay americani il cui sangue scorre per le strade di San Francisco e New York, cosi' come e' scorso su questo ponte''. Favorevole alle coppie dello stesso sesso, l'amministrazione Obama senza mezzi termini si rivolge alla Corte Suprema, che avvierà l'esame del divieto delle nozze gay imposto in quattro stati americani il 28 aprile. Il divieto e' contrario alla costituzione e ''invia un messaggio chiaro'', ovvero che le coppie gay e i loro figli ''sono famiglie di seconda classe''. Da qui il parallelo con i neri americani: ''gli stati non possono proibire i matrimoni fra
razze diverse, e non possono
proibire neanche quelli fra lo stesso sesso''.
qui le parole e la voce di Martin Luther King
qui si parla del film "Selma"
Sembra sempre una strada in salita...
RispondiEliminami sembra che il ponte l'abbiano percorso in discesa, dopo la salita, naturalmente, direbbe Chance il giardiniere
EliminaSono le minoranze illuminate che cambiano in meglio il mondo. Grazie di questo post.
RispondiEliminaleggo in giro che è il miglior discorso di Obama.
Eliminanon so gli altri discorsi, ma questo mi sembra da studiare a scuola.
Lo terrò presente. Sarà che adesso Obama è al secondo mandato e non ha più ansie da prestazione o potentati da farsi amici per la rielezione ...
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