che ci sia una sinistra che vota Trump in America
prova a sostenerlo Giampaolo Rossi sul suo blog L’anarca, ospitato sul
Giornale.
lo fa riferendosi ai “Progressives”, che
descrive come uno degli zoccoli duri del Partito Democratico.
Cresciuti nel mito di Kennedy sono la generazione di
40-50enni, istruiti con formazione universitaria, di status sociale medio-alto.
Sono quelli che immaginano un’America faro dei diritti
umani e non delle guerre umanitarie.
Sono critici verso il sistema finanziario che domina l’economia
americana;
quelli che vedevano in Obama il nuovo Martin Luther
King e si sono ritrovati il replicante dei circoli neo-con;
quelli che vogliono difendere gli elementi base della
sicurezza sociale (nella sanità, nell’istruzione) e che alle primarie
democratiche hanno appoggiato Bennie Sanders l’anziano leader di sinistra
e per questo sono stati denigrati e spesso estromessi
dagli ambienti liberal.
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ecco, ci siamo: ho quasi vent’anni di piu` e non
sapevo di potere essere considerato un progressive.
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credevo di essere un ex-rivoluzionario, veramente, non
del tutto pentito.
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e ora perdonatemi se diro` la mia, dopo essermi
riconosciuto in questo ritratto.
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secondo Rossi, questa fetta influente
dell’elettorato di sinistra potrebbe non votare Hillary Clinton e addirittura,
molti, appoggiare Donald Trump.
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secondo me, va tolto il condizionale alla prima
affermazione:
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non e` che un progressive non potrebbe votare Hillary
Clinton…
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non puo` proprio.
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(e i motivi non staro` a ripeterli ancora una volta;
chi ha bisogno di un ripassino li ritrova, comunque, qui sotto).
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ma e` assolutamente fuori di testa pensare che un progressive possa
votare Trump.
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dico un motivo solo, un motivo solo.
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e lascio perdere le colorite affermazioni razziste di
Trump: secondo me sono soltanto fuffa per acchiappare voti.
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ma Triump ha dichiarato che non intende sottoscrivere
l’Accordo di Parigi sul clima.
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quindi l’elezione di Trump equivale al suicidio
accelerato programmato dell’umanita`.
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impossibile votarlo.
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ma allora, e per lo stesso motivo, BISOGNA votare
Hillary Clinton?
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dalla brace alla padella? eh no, non ci sto.
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(scusate se mi sono talmente identificato con un progressive americano
che rispondo come se fossi davvero uno di loro…)
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ma come? tu allora ti assumi la responsabilita` di far
diventare presidente Trump?
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e chi lo dice che la responsabilita` e` mia?
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io credo che la responsabilita` sia tutta di chi vuole
che la candidata sia una impresentabile come la Clinton.
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se volevate il mio voto e quello di chi la pensa come
me, dovevate pensarci prima, con un candidato migliore; adesso questo
vostro e` un ricatto:
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rispedito al mittente!
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e non parlatemi di male minore, perche` vi rispondo
che non e` detto che un male gia` conosciuto (la Clinton) sia
necessariamente e per questo anche il minore.
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o per dirla come il commentatore di un blog americano,
Naked Capitalism:
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“Trump è un male sconosciuto, mentre la Clinton è un
male conosciuto”.
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i lettori di quel blog sono scatenati contro la
Clinton e arrivano addirittura a dire che un voto a Trump e` “un
dovere patriottico” di fronte al rischio che lei diventi Presidente.
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diro`di piu`, a questo punto.
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il principale motivo per cui la Clinton non deve
essere votata e` lo stesso per cui non deve essere votato il suo corrispondente
italiano Renzi.
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entrambi, come oramai in buona parte i partiti eredi
della sinistra europea, sono i portavoce e gli esecutori della politica della
finanza internazionale.
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qui mi ritrovo d’accordo con Rossi:
Questa fetta di elettorato di sinistra, spiega Yves
Smith, non accetta che, dopo le crisi economiche causate dalla finanza che ha
distrutto il ceto medio americano, la Clinton (e suo marito Bill) continuino a
stare sul libro paga di Goldman Sachs e della banche d’affari corrotte e
criminali.
Non sopporta che la Clinton abbia tradito gli ideali
della sinistra schierandosi con l’élite economica, favorendo le distorsioni del
sistema americano e la disoccupazione.
Sono convinti che la presidenza di Hillary (sulla scia
di ciò che ha fatto Bill) ampli la disuguaglianza sociale a livelli di
“Repubblica delle banane”; favorisca l’accumulo della ricchezza nelle mani di
un élite a scapito della classe media; consenta lo smantellamento delle tutele
giuridiche ed economiche per i lavoratori.
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be’, non e` proprio questa la linea politica mondiale
che gli iper-plutocrati della finanza mondiale stanno imponendo ovunque nel
mondo?
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non e` questa la politica di Renzi in Italia e di
Hollande in Francia?
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questa politica di sottomissione degli stati alla
finanza mondiale passa adesso in Europa attraverso la sottoscrizione dell’ITTP,
il trattato li libero commercio transatlantico.
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il Partito Democratico in America e in Italia, altri
governi europei, sono apertamente favorevoli a questo trattato che subordinera`
definitivamente gli stati alla finanza, permettendo alle imprese multinazionali
di citare in giudizio gli stati se non faranno i loro interessi.
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be’, ovviamente la Clinton, Renzi, Hollande sono
apertamente favorevoli a distruggere l’autonomia degli stati e dunque la
liberta` di decidere dei loro popoli.
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Trump e` contrario.
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questo non basterebbe a farmelo votare, pero`
e` un punto a suo favore.
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e infatti in queste settimane i negoziatori si sono
messi a correre, per riuscire a firmarlo entro la fine dell’anno, l’ITTP,
considerando possibile che Trump sia effettivamente eletto presidente e che
salti tutto.
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piu` in generale nel mondo cresce un movimento che
e` di destra, secondo i parametri classici, ma anche di sinistra, secondo
gli stessi parametri, che intende opporsi al progressivo soffoccante predominio
politico delle banche sui governi.
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questo movimento e` stato etichettato spregiativamente
dai sostenitori dell’attuale sistema, come populismo.
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ma invece e` una definizione azzeccata e occorre
rivendicarla positivamente
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(come avvenuto in altri momenti storici, proprio la
definzione originariamente spregiativa diventa il simbolo e la bandiera di un
nuovo movimento culturale e politico: barocco, romanticismo, decadentismo).
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siamo populisti, si`: vogliamo difendere i diritti del
popolo dal predominio dell’economia, della finanza, della scienza alleate fra
loro.
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e dalla politica tradizionale e dai media genericamente politically
correct, che esprimono questo insopportabile blocco culturale.
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e vero: e` difficile condividere tutti i valori
che le diverse componenti di questo movimento esprimono: in particolare il
razzismo anti-immigrazione e` un elemento di divisione forte.
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tuttavia, lasciatemi chiudere con la citazione di un
detto cinese:
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l’importante non e` di che colore è il gatto,
l’importante è che il gatto prenda i topi.
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e io in questo momento non mi sento di essere troppo
schizzinoso sul colore dei populisti.
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a me, ad esempio, non interessa troppo per quale
motivo la maggioranza degli italiani respingera` la riforma costituzionale
Renzi (almeno spero): mi basta che la respinga.
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il populismo, sia di destra sia di sinistra, sta
crescendo impetuoso in tutto il mondo.
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ma non sono ottimista a lungo termine.
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chi domina il mondo ha tollerato la democrazia
semplicemente perché era il modo meno impegnativo di gestire il potere.
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nel momento in cui la maggioranza sarà contro di loro
proveranno a sopprimere la maggioranza.
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la democrazia finirà quando non servirà più.
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