mercoledì 16 novembre 2016

una proposta di fanta (mica tanto) economia

In un articolo di fine ottobre 2016 (qui) leggo i dati Inps relativi alla spesa per pensioni:
“lo scorso anno la spesa pensionistica è cresciuta dell'1,2% a 280,2 miliardi di euro, mentre i trattamenti complessivi sono calati a 23,1 milioni con una media di 1,4 assegni a pensionato. I beneficiari sono quindi 16,2 milioni, con un importo medio per trattamenti che arriva a 12.136 euro annui.”
Faccio qualche conto: dividendo l’importo totale della spesa pensionistica per il numero dei pensionati si ottiene poco più di 17mila euro lordi, che diviso 13 dà 1440 euro mensili lordi, che corrispondono a circa 1050 euro netti al mese (qui una tabella per passare dal lordo al netto).
Vale a dire che se da domani si spendesse lo stesso monte pensioni tutti i pensionati avrebbero almeno 1000 euro netti al mese, una "pensione di cittadinanza".
Chi ci guadagna: tutti quelli che oggi prendono pensioni sociali, minime, di fame, chi è stato disoccupato per molto tempo, chi ha avuto problemi nella vita.
Penso anche ai (pochi) beneficiari della legge Bacchelli, intellettuali poveri, dei migliori, ai quali, forse, prima che crepino, daranno l’elemosina prevista da quella legge.
Con la 2pensione di cittadinanza" tutti avranno una vecchiaia dignitosa, ma sento già le grida di quelli che arrivano a migliaia e migliaia di euro al mese, contro gli espropri proletari e il comunismo, li si potrebbe zittire facendogli notare che in 30-40 anni di lavoro con alti redditi avranno messo da parte qualcosa, avranno una bella casa, e se non ce la fanno a mantenere molte case potranno vendere “un bel castello, o un caseggiato, di 32 che ne ha” (da qui)

Obiezioni
Si ledono i diritti acquisiti – sarebbe un terremoto, è vero, forse che i terremoti si interessano dei diritti acquisiti?
Chi ci perde: evidentemente tutti quelli che hanno e avrebbero pensioni a quattro cifre prima della virgola, tutti gli ex parlamentari, gli ex magistrati, i dirigenti d’azienda, i funzionari pubblici., per primi, e molti altri, evidentemente.
Ci perdono anche molti che hanno pensioni fra 1000 e meno di duemila euro, in cambio per tutti i pensionati potrebbe esserci l’esenzione totale per la sanità pubblica.
Le situazioni di pensionati con figli a carico, per esempio, o alcune situazioni particolari potrebbero essere integrate e finanziate dal grande risparmio che lo stato avrebbe col taglio delle prestazioni ai patronati, oltre che con tagli all’INPS.

Ecco perché non si farà mai:
a votare una legge sulla “pensione di cittadinanza” dovrebbe essere il ceto politico (qui un rappresentante degno di quel ceto), addio pensioni extralarge, e sarebbero contrari i sindacati che gestiscono patronati (fonte di entrate cospicue e forme di potere, in senso lato, gestiscono le pensioni, e la vita della gente), con la scusa dei diritti acquisiti (leggi qui).


Eppure sarebbe una scelta economica degna di una socialdemocrazia matura, che consentirebbe a tutti gli anziani una vecchiaia dignitosa, senza dipendere dalla carità di qualche chiesa o di qualche fondazione.

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