martedì 29 novembre 2016

I motivi del mio NO al Referendum - Carlo Soricelli


Come curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro e metalmeccanico in pensione volevo spiegare a chi mi conosce e apprezza il mio lavoro volontario dei motivi del mio No al Referendum.
Alcuni sono proprio sul referendum. Il primo motivo è la legge chiamata Italicum, che da un premio di maggioranza incredibile a chi prende più voti.
Se un partito prende anche solo il 25% dei voti ma è quello con più voti prende la maggioranza assoluta dei seggi. Immaginate il partito più lontano da voi, quello che tramate al pensiero che possa prendere il potere, e che questo con la sua maggioranza possa addirittura fare leggi per distruggere l’unità del Paese e che attraverso questa maggioranza elegge senatori, il Presidente della Repubblica, i membri della Corte Costituzionale ecc. Verrà modificato in casa del vittoria del Si? Io non posso non ricordarmi di “un stai sereno” riferito all’allora primo ministro Letta. Tantissimi italiani non verrebbero così rappresentati in Parlamento. Secondo motivo il Senato non viene abolito come in tanti auspicavano, ma viene tolta solo la possibilità che i senatori siano eletti dai cittadini, visto che i senatori verrebbero di fatto nominati dai partiti politici. Il Senato esiste già dai tempi dell’antica Roma e già 2000 anni fa le classi meno abbiente eleggevano direttamente i loro senatori. Tra l’altro il risparmio con questa riforma è irrisorio, visto che tutta la struttura burocratica del Senato rimane. Già questi motivi basterebbero per votare No.
Come curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro posso affermare, senza temere smentite che la maggioranza dei morti sul lavoro in questi nove anni di monitoraggio sono nelle piccole aziende, tra gli agricoltori, gli artigiani e le Partite Iva. Quasi inesistenti nelle aziende dove il Sindacato è presente. Il disinteresse del Governo Renzi verso queste tragedie è stato totale, se pur avvertiti con mail fin dall’insediamento della strage di agricoltori schiacciati dal trattore delle imminenti stragi che si verificano puntuali ogni anno, non è mai stata spesa una parola di Solidarietà e neppure di interventi mirati per far diminuire questa carneficina. Da quando si sono insediati il Primo Ministro Renzi, il Ministro del Lavoro Poletti e quello delle Politiche Agricole Martina i morti schiacciati dal trattore sono stati oltre 400, un numero pazzesco se pensiamo che sono vite umane perse di tutte le età. Twittano su tutto, ma mai sentito niente sui lavoratori che l’anno scorso sono morti numerosissimi, con un incremento anche rispetto al 2008, anno d’apertura dell’Osservatorio.
Ma quello che più mi ha inquietato di questo governo è stato il Jobs act. Nulla di più nefasto di questa legge per i lavoratori dipendenti che di fatto diventano tutti precari, sia i nuovi assunti che quelli che continuano a mantenere l’articolo 18. Ne spiego i motivi. Senza l’articolo 18, si limita di fatto la libera iscrizione a un sindacato che non sia al servizio delle aziende. E questo basta poco a capirlo, chi avrà il coraggio di iscriversi a un sindacato scomodo se con una scusa (ma anche senza) può essere licenziato? Crolleranno le iscrizioni al sindacato e con questo la possibilità per i lavoratori di dire la loro opinione sull’organizzazione aziendale, sulla Sicurezza, su un’ingiustizia subita, sui salari che crolleranno.  Insomma senza l’articolo 18 i lavoratori sono alla mercé di ogni tipo di angheria. Ci sono anche ottimi imprenditori e qui a Bologna ce ne sono tanti, ma ce ne sono almeno altrettanti che approfitteranno di questa libertà di “fare” per imporre tutto quello che vogliono. Io lavoravo prima dell’introduzione dello Statuto dei Lavoratori e potrei raccontarne tantissime su questo arbitrio che c’era sui luoghi di lavoro. Le prossime vittime del Jobs act saranno i lavoratori non indispensabili assunti a tempo indeterminato, in caso di crisi, vera o creata appositamente. Saranno loro a essere licenziati per poi essere rimpiazzati da lavoratori senza più l’articolo 18. Se poi io fossi un Dipendente Pubblico non dormirei sonni tranquilli su questo fronte. Con la vincita del Si questo governo si spingerà oltre e la possibilità d’introduzione del jobs act anche per questi lavoratori sarà nella logica delle cose.
Si, spero proprio che questo governo cada, che questo Parlamento dominato da lobby di ogni tipo vada a casa, che si vada finalmente alle elezioni sperando che i lavoratori dipendenti e pensionati si accorgano finalmente che in parlamento non hanno nessuno che li rappresenti e li tuteli, che in questi ultimi vent’anni hanno votato partiti e parlamentari che non hanno mai difeso i loro interessi, che decine di milioni di voti non hanno nessuna rappresentanza politica organizzata.

(Carlo Soricelli Curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it)

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