martedì 22 novembre 2016

Fratelli ebrei, come fate a stare con Trump che vuole schedare i musulmani? – Stefano Jesurum

Chissà se i trumpisti nostrani si rendono davvero conto di quanto profonda sia la lacerazione che il nuovo Presidente sta provocando tra gli americani. E con rammarico, ma senza eccessivo stupore, registro la presenza tra gli sfegatati seguaci italiani di Donald di un buon numero di correligionari: una realtà ben differente da quella statunitense dove è intorno al 23 per cento la quota ebraica che lo ha sostenuto.
Non a caso pochi giorni fa infatti Jonathan Greenblatt, CEO dell’Anti-Defamation League (ADL), una delle più potenti associazioni ebraiche americane, ha fatto una affermazione che fino a pochissimo tempo (e forse ancora oggi) sarebbe suonata come qualcosa di inconcepibile. Ha detto che se la nuova amministrazione imporrà una schedatura dei musulmani, loro, ebrei dell’ADL, saranno i primi a etichettarsi come musulmani. «Se un giorno i musulmani-americani saranno costretti a registrare le loro identità, allora quello sarà il giorno in cui ogni ebreo orgoglioso del proprio ebraismo si dirà musulmano».
Il popolo ebraico conosce bene dove portino le schedature e le discriminazioni. Chiunque abbia a cuore la lotta all’antisemitismo e al razzismo non può che rendere onore all’impegno preso dai vertici dell’Anti-Defamation League. D’altronde la storia ci insegna quanto rari siano comportamenti così fermi e coraggiosi. E la memoria corre a Re Cristiano X di Danimarca che durante l’occupazione nazista uscì a cavallo da Palazzo portando la stella gialla appiccicata sulla giacca – marchio imposto dai nazisti ai cittadini ebrei. Ma già i trumpisti&simili di casa nostra alla storia non badano poi tanto.

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