il giornalista
Turhan Gunay, che, per un crimine chiamato libertà di stampa, di trova in
galera in Turchia.
Gabriele Del Grande ci ha passato
solo una settimana, anche lui colpevole di libertà di stampa, per sua e nostra
fortuna non è turco, in questi tempi durissimi per quel paese.
Secondo Reporters sans frontieres la Turchia nel
2016 era al 151° posto nella classifica di 180 paesi per la libertà di stampa,
peggio di Messico e Russia.
“La detenzione di mio padre e di altri
dirigenti e giornalisti del Cumhuriyet compie quasi sei mesi. Il
sentimento di ingiustizia che cresce dentro di me per il fatto che le udienze
sono state fissate a fine luglio è ormai in uno stato indescrivibile. Sapete
che in questi momenti le persone cercano di aggrapparsi a quelle poche cose che
ci sono dentro i fatti e cercano di vedere solo queste per tirarsi su. Ecco,
questo è un racconto che ha quel gusto…
All’inizio della sua detenzione nel carcere di
Silivri, mio padre aveva manifestato, tra le altre limitazioni, l’impossibilità
di disporre di libri. Questa è stata la prima cosa di cui si lamentava quando
incontrava gli amici durante le visite pubbliche. Per le persone come loro che
hanno una vita praticamente costruita sull’abitudine alla lettura, ciò che
subiscono crea un sentimento di reclusione per la detenzione ingiusta che
vivono e naturalmente contestano. Soprattutto quando si tratta di mio padre,
che per ben 26 anni è stato il direttore generale della catalogazione dei libri
di Cumhuriyet, non credo che sia il caso di dire quanto sia vitale per lui
l’atto di leggere.
All’interno del messaggio di Capodanno, anche
durante la sua detenzione su Cumhuriyet, mio padre aveva ripetuto il suo
storico augurio dicendo: “Buone giornate piene di libri”…
La biblioteca del carcere non è ben fornita e
il diritto a comprare i libri dall’esterno è negato: abbiamo scoperto così che
migliaia di detenuti sono privi di un diritto vitale come quello di leggere. Si
vede che l’augurio storico di mio padre non ha mai raggiunto il carcere di
Silivri.
In merito a questo problema, Canan
Coskun, una delle giornaliste di Cumhuriyet, aveva scritto un
articolo: “Una delle difficoltà dei nostri colleghi arrestati nell’ambito
delle operazioni che mirano a silenziare il nostro giornale e attualmente
detenuti nel carcere di Silivri è la mancanza dei libri”. Coskun dava spazio
nei suoi articoli alle difficoltà espresse da mio padre in ogni visita
pubblica, parlando attraverso la barriera di vetro.
L’articolo continua così: “A Silivri, i
carcere più grande dell’Europa, ci sono 1.750 libri. Ogni cella ha diritto a un
solo libro. Nel momento in cui i giornalisti detenuti richiedono un libro
specifico presente in biblioteca la risposta è: ‘Lo sta leggendo un altro
detenuto’, oppure ‘Non abbiamo quel libro’”.
Tuttavia è successo qualcosa di straordinario.
Numerose case editrici hanno sentito la voce dei detenuti e di mio padre e
hanno iniziato a donare dei libri alla biblioteca del carcere. Le scatole
piene di libri sono partite per illuminare l’oscurità del carcere di
Silivri. Successivamente sono stati gli autori a mandare i loro libri
autografati e gli scaffali della biblioteca si sono riempiti di libri
nuovi.
Purtroppo tuttora il numero di libri è ancora
basso per un carcere così grande. E’ ancora assurdo limitare il diritto a
leggere i libri, ma la biblioteca di Silivri sta crescendo. Inoltre i libri che
arrivano in biblioteca ormai secondo la richiesta dei detenuti, finalmente
vengono consegnati. Probabilmente migliaia di persone a Silivri stanno leggendo
i libri che finora non avevano mai letto. Posso intitolare questa lettera come
“La biblioteca che cresce di più in Turchia”. Si tratta della biblioteca del
Carcere di Silivri. Magari non è davvero così, ma questo fatto è la speranza
più grande che cresce dentro di noi, per cui per me è la biblioteca che cresce
più velocemente in tutto il paese.
Mio padre e i suoi appassionati amici
continuano a portare la loro luce ovunque vadano. Ormai esiste una biblioteca
che cresce grazie a loro e Cumhuriyet illumina ancora un’altra volta le strade
buie. E questo mi fa respirare un po’ di fronte a questa ingiustizia e a questa
infinita attesa.
Oggi è il compleanno di mio padre. Che questo
sia un regalo da parte mia per lui.
Con l’augurio di vedervi tutti con noi prima
possibile…”
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