Appello di Alex Zanotelli
Trovo vergognosa l’indifferenza con cui noi assistiamo a una
“guerra mondiale a pezzetti”, a una carneficina spaventosa come quella in
Siria, a un attacco missilistico da parte di Trump contro la base militare di
Hayrat in Siria, ora allo sgancio della Super- Bomba GBU-43(la madre di tutte le bombe) in
Afghanistan e a un’incombente minaccia nucleare.
L’Italia, secondo l’Osservatorio sulle armi, spende quest’anno 23
miliardi di euro in armi (l’1,18% del Pil) che significa 64 milioni di euro al
giorno! Ora Trump, che porterà il bilancio militare USA a 700 miliardi di
dollari, sta premendo perché l’Italia arrivi al 2% del Pil che significherebbe
100 milioni di euro al giorno. «Pronti a rivedere le spese militari – ha
risposto la ministra della Difesa Roberta Pinotti – come ce lo chiede
l’America». La Pinotti ha annunciato anche che vuole realizzare il Pentagono italiano a
Centocelle (Roma) dove sorgerà una nuova struttura con i vertici di tutte le
forze armate. La nostra ministra della Difesa ha inoltre preparato il Libro
Bianco della Difesa in cui si
afferma che l’Italia andrà in guerra ovunque i suoi interessi vitali saranno minacciati. E’ un autentico golpe democratico che
cancella l’articolo 11 della Costituzione. Dobbiamo appellarci al Parlamento
italiano perchè non lo approvi. Il Libro Bianco inoltre definisce l’industria militare
italiana «pilastro del Sistema paese». Infatti nel 2015 abbiamo esportato armi
pesanti per un valore di oltre sette miliardi di euro! Vendendo armi ai
peggiori regimi come l’Arabia Saudita . Questo in barba alla legge 185/90 che
vieta la vendita di armi a Paesi in guerra o dove i diritti umani sono violati.
L’Arabia Saudita è in guerra contro lo Yemen, dove vengono bombardati perfino i
civili con orribili tecniche speciali. Secondo l’Onu, nello Yemen è in atto una
delle più gravi crisi umanitarie del pianeta. All’Arabia Saudita abbiamo
venduto bombe aeree MK82, MK83, MK84, prodotte dall’azienda RMW Italia con sede
legale a Ghedi (Brescia) e fabbrica a Domusnovas in Sardegna. Abbiamo venduto
armi anche al Qatar e agli Emirati arabi con cui quei Paesi armano i gruppi
jihadisti in Iraq, in Libia, ma soprattutto in Siria dov’è in atto una delle guerre
più spaventose del Medio Oriente. In sei anni di guerra ci sono stati 500.000
morti e dodici milioni di rifugiati o sfollati su una popolazione di 22
milioni! Come italiani, stiamo assistendo indifferenti alla tragica guerra
civile in Libia, da noi causata con la guerra contro Gheddafi. E ora, per
fermare il flusso dei migranti, abbiamo avuto la spudoratezza di firmare un
Memorandum con il governo libico di El Serraj che non riesce neanche a
controllare Tripoli. Così aiutiamo la Libia a frantumarsi ancora di più. E con
altrettanta noncuranza assistiamo a guerre in Sud Sudan, Somalia, Sudan,
Centrafrica, Mali. Senza parlare di ciò che avviene nel cuore dell’Africa in
Congo e Burundi. E siamo in guerra in Afghanistan: una guerra che dura da 15
anni ed è costata agli italiani 6,6 miliardi di euro.
Mentre in Europa stiamo assistendo in silenzio al nuovo
schieramento della Nato nei Paesi baltici e nei Paesi confinanti con la Russia.
In Romania, la Nato ha schierato razzi anti-missili e altrettanto ha fatto in Polonia
a Redzikovo. Ben cinquemila soldati americani sono stati spostati in quei
Paesi. Anche il nostro governo ha inviato 140 soldati italiani in Lettonia.
Mosca ha risposto schierando a Kaliningrad Iscander ordigni atomici, i 135-30.
Siamo ritornati alla Guerra Fredda con il terrore nucleare incombente. (La lancetta dell’Orologio dell’Apocalisse a
New York è stata spostata a due minuti dalla mezzanotte come ai tempi della
Guerra Fredda).
Ecco perché all’Onu si sta lavorando per un Trattato sul disarmo
nucleare promosso dalle nazioni che non possiedono il nucleare, mentre le 9
nazioni che la possiedono non vi partecipano. E’ incredibile che il governo
Gentiloni ritenga che tale Conferenza «costituisca un elementofortemente divisivo», per cui
l’Italia non vi partecipa. Eppure l’Italia, secondo le stime della Fas, laFederation of American Scientists, ha sul territorio almeno una settantina di vecchie bombe
atomiche che ora verranno rimpiazzate dalle più micidiali B61-12. E dovremmo mettere in
conto anche la possibilità – segnalata sempre dalla Fas – di Cruise con testata
atomica a bordo della VI Flotta USA con comando a Napoli. Quanta
ipocrisia da parte del nostro governo!
Davanti a una così grave situazione, non riesco a capire il quasi
silenzio del movimento italiano per la pace. Una cosa è chiara: siamo
frantumati in tanti rivoli, ognuno occupato a portare avanti le proprie
istanze! Quand’è che decideremo di metterci insieme e di scendere unitariamente in
piazza per contestare un governo sempre più guerrafondaio? Perché non
rimettiamo tutti le bandiere della pace sui nostri balconi? Ma ancora più male
mi fa il silenzio della CEI e delle comunità cristiane. Questo nonostante le
forti prese di posizione sulla guerra di Papa Francesco. E’ un magistero il
suo, di una lucidità e forza straordinaria. Quando verrà recepito dai nostri
vescovi, sacerdoti, comunità cristiane? Dopo il suo recente messaggio inviato
alla Conferenza Onu, in cui ci dice che «dobbiamo impegnarci per un mondo senza
armi nucleari», non si potrebbe pensare a una straordinaria Perugia- Assisi,
promossa dalle realtà ecclesiali insieme a tutte le altre realtà, per dare
forza al tentativo delle Nazioni unite di mettere al bando le armi atomiche e
dire basta alla “follia” delle guerre e dell’industria delle armi? Sarebbe
questo il regalo di Pasqua che Papa Francesco ci chiede: «Fermate i signori
della guerra, la violenza distrugge il mondo e a guadagnarci sono solo loro».
Alex Zanotelli – Napoli,14
aprile 2017
CFR IN “BOTTEGA”
Intorno alle guerre – palesi e nascoste – in corso e alla catastrofe
riarmista ecco alcuni degli ultimi post: Dossier
riarmo: Stati di guerra con
articoli di Alfio Nicotra ed Enrico Piovesana ripresi da «Sbilanciamoci»; Due
minuti a mezzanotte di
Emilio Molinari; il piccolo dossier Altri
passi verso la catastrofe bellica; Mil€x
sotto attacco; Malafede atomica di Angelo Baracca; Esportare armi, importare profughi… sugli sporchissimi affari italiani in Yemen; Le macerie della democrazia: soldi per
le guerre di Manlio Dinucci (i suoi articoli restano un punto di riferimento
fondamentale per studiare cosa succede dalle parti dei “venditori di guerre”); La morte fa mercato di Luca Cellini; Marco Minniti, sempre all’ombra della
Nato di Antonio Mazzeo, altro giornalista da seguire sempre con
attenzione.
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