a parte
il titolo italiano davvero poco fedele (il titolo inglese è Affliction), anche Tormenta è un
gran libro.
il
personaggio che racconta è il fratello buono, Rolfe, che è fuggito da Lawford
appena possibile, e racconta la storia di Wade, il fratello sfigato, che è
rimasto nella cittadina, e vive di lavoretti elargiti dai potenti, ha un padre
terribile, una famiglia a pezzi, una figlia che non sa trattare, una moglie che
se n’è andata in città, si è rifatta una vita, forse anche Wade si rifarà, con
difficoltà, una vita, ma succede qualcosa, e Wade non può fare finta di niente.
sono in
tutto 400 pagine, e dispiace arrivare alla fine, Russell Banks non annoia mai.
in esergo
una frase di Simone Weil: “Il grande enigma della vita umana non è la
sofferenza, è la sventura”.
il libro
è del 1989, a pagina 284 appare Donald Trump.
la
traduzione è di Massimo Birattari.
Tormenta mi ha
ricordato Manchester
by the sea, i personaggi sono quelli di paese, di cittadine molto vicine, e
abbastanza sfortunati.
nel 1997
ne è stato tratto un film, diretto da Paul Schrader, Wade è interpretato da Nick Nolte,
appaiono, fra gli altri, Sissy Spacek, James Coburn e Willem Dafoe.
buona lettura.
…La disperata esistenza del protagonista Wade
Whitehouse è figlia di un'infanzia difficile, dell'impossibilità di uscire da
soli dal personaggio che ci si è costruiti e dai pre-giudizi che ne conseguono,
da un desiderio/aspettativa di redenzione che passa attraverso l'immagine
irraggiungibile di un sé ideale.
"Tormenta" è una tristemente reale discesa negli inferi di un uomo prigioniero del proprio passato, dei propri fallimenti, delle proprie frustrazioni; Russell Banks tiene in mano saldamente le redini della narrazione che, soprattutto nella prima parte, è spettacolare per come riesce a calare il lettore nel contesto geografico, sociale, climatico e relazionale di un piccolo paese del New Hampshire attraverso splendide e minuziose descrizioni dei protagonisti, del panorama, della ritualità…
"Tormenta" è una tristemente reale discesa negli inferi di un uomo prigioniero del proprio passato, dei propri fallimenti, delle proprie frustrazioni; Russell Banks tiene in mano saldamente le redini della narrazione che, soprattutto nella prima parte, è spettacolare per come riesce a calare il lettore nel contesto geografico, sociale, climatico e relazionale di un piccolo paese del New Hampshire attraverso splendide e minuziose descrizioni dei protagonisti, del panorama, della ritualità…
…L'aspra bellezza di questo romanzo si direbbe il
risultato, quasi casuale, del netto contrasto tra la schematicità della fabula
(nientemeno che l'uccisione del padre: il quale, prevedibilmente, da morto
appare "piccolo, acciambellato, con la taglia e la forma di un bambino
addormentato") e la dolorosa, delicata esattezza di mille dettagli e
osservazioni, e piccoli incidenti ed episodi di sfondo o di contorno (i cervi
nascosti sulla montagna; l'apparizione della figlia di Twombley, bionda, alta e
snella sulla balconata; l'oscura, atavica diffidenza per l'ebreo; un camioncino
che lentamente sprofonda nel lago ghiacciato, la scena terribile
dell'estrazione del dente, ecc.) - finché tali episodi restano di sfondo o di
contorno e non vengono risucchiati nel gorgo della follia paterna e del furore
filiale.
P.S. Da dove è saltato fuori il titolo italiano, Tormenta (in inglese è Affliction: cioè, semmai, Tormento), per un romanzo in cui - è vero, sì - nevica spesso, ma la cui scena madre avviene in una giornata di luce abbacinante ("E poi all'improvviso Wade fu all'esterno del fienile, in mezzo alla luce, circondato di campi di neve luccicante e dagli alberi neri al di là di essi, e sopra di lui, innumerevoli chilometri di cielo azzurro, e il sole, un disco appiattito, bianco e freddo come l'infinito")?
P.S. Da dove è saltato fuori il titolo italiano, Tormenta (in inglese è Affliction: cioè, semmai, Tormento), per un romanzo in cui - è vero, sì - nevica spesso, ma la cui scena madre avviene in una giornata di luce abbacinante ("E poi all'improvviso Wade fu all'esterno del fienile, in mezzo alla luce, circondato di campi di neve luccicante e dagli alberi neri al di là di essi, e sopra di lui, innumerevoli chilometri di cielo azzurro, e il sole, un disco appiattito, bianco e freddo come l'infinito")?
ci sono romanzi che sono geograficamente potenti. in cui il
luogo e il clima sono talmente forti, condizionanti, presenti, da essere quasi
vivi, quasi un personaggio. un romanzo ambientato nel Nord degli stati uniti,
una piccola cittadina vicino a Concord. Boschi, foreste e un clima inospitale
con la neve presente per dieci mesi l'anno. Il clima influenza i caratteri e le
vite: gli uomini, provati dai lavori di fatica e dal freddo, bevono e sono
tendenzialmente violenti; le donne, piegate dagli eventi, precocemente
invecchiate e deluse. l'unica soluzione sembra essere la fuga: chi riesce ad
andarsene, trova una relativa pace, chi resta, sembra avere un destino
ineluttabile e comune. Un romanzo che indaga come un carattere possa essere
forgiato da tanti fattori e come un uomo tendenzialmente buono, desideroso di
tranquillità e calore, possa accumulare errori su errori. Il libro è ormai
fuori catalogo, ed è un peccato perché il romanzo è potente e scritto
benissimo. L'unica pecca è una eccessiva verbosità in alcuni punti che rende lo
svolgimento un po' macchinoso, e una traduzione un po' antiquata. altamente
consigliato.
Un capolavoro. Un libro che si legge tutto d'un fiato, sempre
e ovunque, sfruttando ogni ritaglio di tempo della giornata. E' scritto
benissimo. Lo stile narrativo è fresco e autentito, pur nella sperimentazione
di tecniche nuove e originali. Non scade mai nel pure esercizio stilistico. La
potenza descrittiva dei personaggi e del loro mondo è tale da creare nella
mente del lettore immagini forti come quelle che un bravo regista fa scorrere
sullo schermo cinematografico. Mi piace anche il titolo, tormenta, che nulla
toglie all'originale affliction, ma anzi gioca sul confine tra il dramma
interiore dell'individuo e quello esteriore, causato e condizionato
dall'ambiente che lo circonda.
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