Da ieri, quando due criminali dementi, in nome di un Dio che, una volta ammessa la sue esistenza, non approverebbe senz'altro il loro operato, hanno assaltato la sede del giornale satirico francese Charlie Hebdo a Parigi, uccidendo 14 persone, non si parla d'altro. Oggi, assieme ai racconti e alle analisi, si è svolta una seconda e ancora violenta puntata, con l'uccisione dei due presunti attentatori e con la morte di quattro ostaggi prigionieri, di un altro demente, apparentemente legato ai fatti del giorno prima e anch'esso ucciso, in un supermercato ebraico a Parigi.
Storie di ordinaria follia, che colpiscono, come in molti si affannano a ripetere, il cuore dell'Europa, quella stessa Europa che da un lato si professa culla di civiltà, di cultura e di pace e dall'altro è protagonista, almeno per quanto riguarda la maggioranza dei suoi stati membri, delle maggiori attività belliche dell'ultimo secolo.
Per giorni, settimane e mesi si cercherà di capire come tutto sia stato possibile, quali siano stati gli errori e le sottovalutazioni. Si affronterà il tema del conflitto religioso, dell'integralismo e di un fondamentalismo sempre più radicale che oramai terrorizza molti ed è stato spinto nella vita di tutti noi. Folle, di quasi tutto il mondo, parteciperanno alle manifestazioni per la sacrosanta libertà della stampa (e della satira) e molti piangeranno i morti innocenti di questa follia dell'uomo.
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