In Italia la Trelleborg, multinazionale
svedese dei pneumatici, ha firmato con i sindacati un contratto che prevede le
garanzie dell’art.18 per i nuovi assunti.
Scandalo:
pare che quell’impresa sarà espulsa dalla Confindustria per aver violato la
legge nota come Jobs Act. (da qui).
La mattina del 5 Gennaio 1914, un
meccanico ancora sconosciuto e diventato produttore di automobili, chiamato
Henry Ford, scioccò i suoi colleghi annunciando che avrebbe pagato alla sua
forza lavoro un minimo di cinque dollari per un giorno lavorativo di otto ore,
facendo in un colpo solo diminuire l’orario di lavoro e più che raddoppiare il
saggio di salario orario della stragrande maggioranza dei suoi lavoratori. (qui o qui)
Se
fosse stato in Italia, Henry Ford sarebbe stato cacciato a calci nel sedere
dalla Confindustria?
Intanto,
sempre negli USA, poche settimane fa:
“Dan
Price, 30 anni, sta facendo tremare l’esclusivo club degli
amministratori delegati di tutto il mondo. A capo della società di Seattle
‘Gravity Payments, Price (nomen/omen) si è ridotto del 90% la sua
retribuzione (1 milione di dollari) per poter portare quella dei suoi
120 dipendenti ad un minimo di 70.000 dollari (65.000 euro) l’anno.
Per
molti di loro, l’annuncio, giunto lunedì via mail,significa il raddoppio della
busta paga visto che in media guadagnavano 48.000 mila
dollari. L’obiettivo finale è entro il 2017 equiparare lo stipendio tra Ad
e dipendenti, almeno fino a quando la società non tornerà a fare
profitti.” (da qui).
Ma
nessuno si preoccupa in Confindustria, dagli USA, e da qualsiasi altro posto,
importiamo sempre le schifezze, per le quali il capitalismo italiano è
conosciuto come il “capitalismo miseria”.
Addirittura
si vocifera che la corrente di destra degli industriali (associata al KKK), per
la quale il Jobs Act è una legge troppo a favore dei
lavoratori, prema per l’approvazione dello Slaves Act.
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