Un attacco ai governi
Ue e l’appoggio ad Alexis
Tsipras. È un’analisi filo ellenica quella tracciata
dall’economista Paul sulle pagine del New
York Times, pubblicata in Italia da Repubblica. Krugman
condivide la scelta del leader di Syriza di lanciare un referendum popolare sulle proposte dei creditori.
“La sua scelta – spiega l’economista – produrrà certo grande preoccupazione e
numerose dichiarazioni sul suo scarso senso di responsabilità, ma in realtà
egli sta
facendo la cosa giusta, e per due motivi. Per cominciare una
vittoria del referendum rafforzeràil governo,
conferendogli una legittimità democratica – cosa che in Europa credo conti
ancora (e se non contasse occorre saperlo)”.
“In secondo luogo – continua Krugman – Syriza si è trovato
sino ad oggi, politicamente parlando, in una posizione maldestra, con gli
elettori furiosi a causa delle crescenti richieste di austerità ma al tempo stesso riluttanti ad
abbandonare l’euro. Conciliare queste due tendenze è sempre difficile, e lo è a
maggior ragione. Il referendum di fatto chiederà agli elettori di stabilire
le proprie priorità, e di conferire a Tsipras il mandato per fare ciò che deve
nel caso in cui la troika lo porti a un gesto estremo”.
Non manca un esplicito attacco ai governi europei:
“Ritengo – scrive Krugman – che a spingerlo sino a questo punto sia stato, da
parte dei governi e degli istituti di
credito, un atto di mostruosa follia. Eppure lo hanno fatto, e non
posso assolutamente biasimare Tsipras per aver rimesso la questione nelle mani
degli elettori anziché voltar loro le spalle”.
“Ho l’impressione – sottolinea poi l’economista
statunitense – che la troika (credo sia ora di smettere di fingere che qualcosa
sia cambiato, e tornare a chiamarla con il
vecchio nome) si aspettasse, o quanto meno si augurasse, che nel caso
della Grecia la storia si sarebbe ripetuta o Tsipras avrebbe preso come al
solito le distanze dalla maggior parte della propria coalizione, trovandosi
probabilmente obbligato a stringere un’alleanza con il centro destra, o il
governo Syriza sarebbe caduto. Cosa che infatti potrebbe
ancora accadere”.
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