lunedì 16 agosto 2021

Industria ai livelli pre-Covid: ma allora perché licenziano i lavoratori? - Lotta Continua

  

I dati sta­ti­sti­ci sono di fonte pa­dro­na­le, sono loro a dire che la crisi pro­dut­ti­va è stata su­pe­ra­ta, ma cio­no­no­stan­te sono già mi­glia­ia i li­cen­zia­men­ti ar­ri­va­ti dal 1° Lu­glio scor­so.

Se l'I­stat parla di in­cer­tez­za le­ga­ta alla ri­pre­sa dei con­ta­gi e alla va­rian­te delta, ver­reb­be da pen­sa­re che le nuove norme che sta­bi­li­sco­no la gra­vi­tà della pan­de­mia siano stati co­strui­ti ad arte per fa­vo­ri­re la pro­du­zio­ne.

Se prima il pa­ra­me­tro di ri­fe­ri­men­to era il tasso dei con­ta­gi oggi val­go­no in­ve­ce i nu­me­ri re­la­ti­vi ai ri­co­ve­ri ospe­da­lie­ri, se ap­pli­cas­si­mo le vec­chie re­go­le l'I­ta­lia o buona parte di essa sa­reb­be già in zona rossa a con­fer­ma che la crisi pan­de­mi­ca è tut­t'al­tro che su­pe­ra­ta.

Se con­fron­tia­mo i dati Istat in rap­por­to alla pro­du­zio­ne in­du­stria­le, nel Giu­gno 2021 ri­spet­to ad un anno fa, stes­se gior­na­te la­vo­ra­ti­ve, re­gi­stria­mo un in­cre­men­to di quasi il 13,5 % con ri­sul­ta­ti su­pe­rio­ri al di­cem­bre 2019 o al Feb­bra­io 2020 quan­do la pan­de­mia non era an­co­ra ar­ri­va­ta.

Que­sti dati sono per altro con­fer­ma­ti dalle as­so­cia­zio­ni da­to­ria­li che par­la­no di au­men­to della pro­du­zio­ne e della pro­dut­ti­vi­tà in ogni set­to­re, dati in­con­tro­ver­ti­bi­li che non giu­sti­fi­che­reb­be­ro il ri­pri­sti­no dei li­cen­zia­men­ti col­let­ti­vi e le mi­glia­ia di esu­be­ri solo nelle ul­ti­me set­ti­ma­ne.

Se au­men­ta­no pro­dut­ti­vi­tà e pro­du­zio­ne per­ché ar­ri­va­no i li­cen­zia­men­ti?

Le ri­spo­ste pos­so­no es­se­re in­nu­me­re­vo­li, in pri­mis per­ché la ten­den­za è quel­la di so­sti­tui­re per­so­na­le a tempo in­de­ter­mi­na­to con forza la­vo­ro pre­ca­ria e a tempo de­ter­mi­na­to, se non in­te­ri­na­le, poi ci sono i pro­ces­si di ri­strut­tu­ra­zio­ne con il ri­cor­so al­l'au­to­ma­zio­ne e gli esu­be­ri nei set­to­ri in­com­pa­ti­bi­li con la svol­ta green. Ma resta il fatto che la ri­pre­sa dei li­vel­li pro­dut­ti­vi è stata pos­si­bi­le anche per l'au­men­to in­di­scri­mi­na­to di pre­ca­rie­tà e ritmi pro­dut­ti­vi, con i di­spo­si­ti­vi re­pres­si­vi nei luo­ghi di la­vo­ro che de­ter­mi­na­no l'au­men­to dei ritmi e dello sfrut­ta­men­to.

Con­ta­no i rap­por­ti di forza che in que­sta fase sono a tutto svan­tag­gio della clas­se la­vo­ra­tri­ce che sta su­ben­do una fe­ro­ce of­fen­si­va pa­dro­na­le con il si­len­zio as­sen­so del Go­ver­no e dei par­ti­ti che ne fanno parte, abili tut­ta­via a pre­sen­tar­si su sin­go­le que­stio­ni come bar­ri­ca­die­ri de­vian­do l'at­ten­zio­ne di massa dai pro­ble­mi reali.

Le pro­spet­ti­ve per l’e­co­no­mia ita­lia­na, se­con­do Istat, " re­sta­no de­ci­sa­men­te po­si­ti­ve. Per le im­pre­se la fi­du­cia si at­te­sta sui mas­si­mi degli ul­ti­mi anni e il li­vel­lo dei posti va­can­ti nel­l’in­du­stria e nei ser­vi­zi ha su­pe­ra­to i li­vel­li pre-crisi"

Ma se l'e­co­no­mia è in ri­pre­sa, qual­cu­no può spie­ga­re per­ché sono mi­glia­ia i li­cen­zia­men­ti col­let­ti­vi?  E per­ché negli Usa il tasso di oc­cu­pa­zio­ne è de­ci­sa­men­te più alto ri­spet­to ai paesi UE (molti dei posti di la­vo­ro di re­cen­te crea­zio­ne ri­guar­da­no i set­to­ri pub­bli­ci)?

 La crisi la pa­ga­no solo le clas­si la­vo­ra­tri­ci, è que­sta la sola ri­fles­sio­ne pos­si­bi­le.

Re­da­zio­ne Lotta Con­ti­nua Da: https://​delegati-​lavoratori-​ind​ipen​dent​i-​pisa.​blogspot.​com

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