sabato 29 marzo 2014

Due ingenue domande - Giorgio Lunghini

La storia economica (dopo la crisi del ’29), e la teoria economica moderna (cioè la Teoria gene­rale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta di J.M. Keynes, del ’36), mostrano e dimo­strano che la vecchia teoria economica (la teoria neoclassica dei primi anni del Novecento, ma ancora oggi egemone) non fornisce ricette efficaci per i nostri problemi. Il livello dell’occupazione non si determina sul mercato del lavoro: il mercato del lavoro non è come il mercato del pesce. Il prezzo e la quantità del pesce venduto e comperato è determinato dall’incontro tra domanda e offerta, dove è bene che non vi siano impedimenti artificiali; men­tre una maggiore “flessibilità” del mercato del lavoro, che non è una merce come le altre, si tra­duce in più bassi salari e dunque in un aumento dei profitti e delle rendite, ma non anche in maggiore occupazione. 
Tuttavia nella premessa al decreto sul Jobs Act (chi sa perché in americano) si dice: «Ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di semplificare le modalità attraverso cui viene favorito l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro ecc.». Perché non si studia un po’ di più?...

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