Stiamo assistendo impotenti al progetto di stravolgere la
nostra Costituzione da parte di un Parlamento esplicitamente delegittimato
dalla sentenza della Corte costituzionale n.1 del 2014, per creare un sistema
autoritario che dà al Presidente del Consiglio poteri padronali. Con la
prospettiva di un monocameralismo e la semplificazione accentratrice
dell’ordine amministrativo, l’Italia di Matteo Renzi e di Silvio Berlusconi
cambia faccia mentre la stampa, i partiti e i cittadini stanno attoniti (o
accondiscendenti) a guardare. La responsabilità del Pd è enorme poiché
sta consentendo l’attuazione del piano che era di Berlusconi, un piano
persistentemente osteggiato in passato a parole e ora in sordina accolto. Il
fatto che non sia Berlusconi ma il leader del Pd a prendere in mano il
testimone della svolta autoritaria è ancora più grave perché neutralizza
l’opinione di opposizione. Bisogna fermare subito questo progetto, e farlo con
la stessa determinazione con la quale si riuscì a fermarlo quando Berlusconi lo
ispirava. Non è l’appartenenza a un partito che vale a rendere giusto ciò che è
sbagliato. Una democrazia plebiscitaria non è scritta nella nostra Costituzione
e non è cosa che nessun cittadino che ha rispetto per la sua libertà politica e
civile può desiderare. Quale che sia il leader che la propone.
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