L’Europa è la
posta in gioco. Siamo oppressi dal peso dei sistemi di welfare e dalla
protezione dei diritti umani, dei lavoratori e dell’ambiente che ci frenano
nella competizione con gli altri grandi player mondiali: USA, China o
Bangladesh.
Dal momento che i
soldi pubblici sono andati alle banche per sistemare il loro piccolo problema,
abbiamo vissuto al di là dei nostri mezzi, godendo di un welfare che non
possiamo permetterci. Sarebbe scortese chiedere alle banche di ridare indietro
i soldi e non sarebbe cosa buona per i loro futuri profitti, quindi dobbiamo ridurre le nostre spese
stravaganti su lussi non necessari come
i servizi pubblici essenziali. L’Europa spreca troppo in salute e educazione.
Ferie pagate, congedi di malattia e sussidi di disoccupazione non possono
esistere se dobbiamo competere con aziende che sfruttano la manodopera e
vogliamo vendere i nostri prodotti e servizi in tutto il mondo. Competere fino
alla morte è la sola strada per la felicità!...
“Vota per noi e non
dovrai votare mai più”. È uno degli slogan con cui irrompe sulla scena europea,
in vista delle elezioni di maggio, il Partito della Troika. I messaggi sono
chiari, There Is No Alternative, non c'è alternativa: l'austerità è l'unica
strada, e di fronte a Stati spendaccioni e inefficienti sono Banca Centrale
Europea, Fmi e Commissione europea a indicare la via. Istituzioni che oggi
finalmente decidono di scendere in campo e di mettersi in gioco, candidandosi
alle elezioni per il Parlamento europeo.
La campagna è stata
lanciata in contemporanea in molti Paesi europei, tramite il sito troikaparty (http://troikaparty.eu/) dove è possibile
trovare materiali, cartoline e analisi sulle posizioni del Partito della Troika
e per un'Europa in cui “una competizione fino alla morte con Cina e Bangladesh
sul piano del costo del lavoro è l'unica via per la felicità”. Nella propria
presentazione, viene sottolineato come “subiamo ancora il peso di sistemi di
welfare e di volere proteggere i diritti umani e legislazioni ambientali che
non ci consentono di competere come vorremmo. Ora dobbiamo ridurre le spese
inutili e stravaganti, come quelle per i servizi pubblici essenziali. L'Europa
spreca troppi soldi per la sanità o la scuola, mentre tali risorse servono per
finanziare le banche e risolvere i loro piccolissimi problemi”.
Chiariamo: si tratta
evidentemente di un'iniziativa goliardica e satirica. Non esiste nessun
“Partito della Troika” che si presenta in Europa o altrove. L'idea è nata
durante gli incontri dell'Alter Summit ed è stata poi sostenuta e sviluppata da
molte organizzazioni e reti europee da tempo impegnate a denunciare gli impatti
delle politiche di austerità e delle decisioni delle istituzioni europee e
internazionali.
Se l'iniziativa è
goliardica, quindi, l'obiettivo è serissimo: mettere in evidenza le assurdità
dell'attuale modello europeo. Assurdità tanto nel merito quanto nei processi.
Nel merito denunciare come l'austerità sia il problema, non la soluzione. Come
in tutti i Paesi che hanno applicato le dottrine imposte dalla Troika, non solo
gli impatti sociali sono stati enormi, a partire dall'aumento della
disoccupazione, ma anche lo stesso rapporto debito / Pil che si intendeva fare
scendere sta continuando a peggiorare. Eppure da parte dei burocrati europei, a
oggi, nessun ripensamento, nessuna alternativa. Si continua ad applicare una
teoria economica fallimentare con un'ostinazione che rasenta il fanatismo.
Riguardo i processi
decisionali in Europa, poi, l'iniziativa mette in luce la debolezza di un
Parlamento europeo, unico soggetto democraticamente eletto dai cittadini, che
non ha potere legislativo, mentre le decisioni vengono assunte in altri luoghi,
e in particolare proprio dalle istituzioni che compongono la Troika. Ecco
allora che un “partito della Troika” che si presenta alle elezioni per il
Parlamento europeo evidenzia il peccato originale dei meccanismi europei,
creando un corto circuito tra le istituzioni del vecchio continente.
Un paradosso, per
stimolare una riflessione sui cambiamenti necessari e per la richiesta di un
diverso modello europeo. Perché il paradosso maggiore è che oggi il “partito
della Troika” non ha bisogno di elezioni per rappresentare e decidere per conto
dei cittadini europei.
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