venerdì 14 marzo 2014

Ma i giovani non fuggono - Ilvo Diamanti

…Ma, allora, se oltre ai giovani italiani, francesi, anche quelli inglesi e tedeschi partono di casa, pardon, dal loro Paese. Soprattutto se diplomati e laureati. E vanno altrove. Negli USA, in Sud America, in Australia. Ma anche in Germania, in Inghilterra. Perfino in Francia e in Italia. Insomma non fuggono, ma vanno "altrove". Per fare esperienze, per migliorare le loro competenze, per imparare meglio le lingue. Per "sfuggire" al controllo della famiglia e della comunità. Per inseguire le loro curiosità e per raggiungere, incontrare, i contatti stabiliti sulla rete. Ovviamente, per cercare quel non trovano nel loro Paese. Lavoro, ma anche riconoscimento, novità e innovazione. Amicizia. D'altronde, l'Erasmus, all'università, li ha socializzati al mondo. Così, non fuggono, "partono" e, a volte, ritornano. Ma poi ripartono. Dipende dalle opportunità, dalle convenienze. Ma anche dalle loro scelte "personali". Il fatto è che sta finendo, in parte è già finito, il tempo della civiltà stanziale. Quando ci si muoveva solo per necessità o per costrizione. Certo, in altre aree, ovviamente, la "fuga" è e resta una necessità drammatica. Causa di grandi migrazioni. Ma in Europa i giovani non fuggono. Se non, talora, da noi. Gli adulti. I loro genitori.

Al loro posto, lo farei anch'io.


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