Ecco lo scritto di Stefano Benni per Mattia, in carcere dal
9 dicembre scorso con l’assurda accusa di terrorismo.
Per Mattia
da tua madre
vengo a sapere del tuo momento difficile. Non ti conosco. Ma ho avuto la tua
età e mi sono ribellato, e ho provato rabbia e ho conosciuto, anche se per
breve tempo, la prigione militare. Non ho nessuna lezione da darti, se non
questa: quando ero chiuso in caserma, leggevo, parlavo con i miei compagni,
scrivevo. Tutto, pur di non sprecare il mio tempo, pur di non darla vinta a chi
mi aveva privato della libertà. E ci sono riuscito.
Non conosco la
tua storia, immagino sia quella di molti giovani che vivono in questo paese
apparentemente senza anima e senza speranza. Mio figlio ha scelto di lavorare
all’estero, nelle emergenze umanitarie. Tu hai scelto di batterti per le cose
in cui credi. Finché ci saranno giovani come voi, anche se diversi nelle idee e
nelle forme di lotta, mi viene da pensare che questo paese abbia ancora un
pezzo di anima e un respiro di speranza. A volte si è più liberi dietro un
muro, che in un deserto di indifferenza. Tieni duro
Stefano Benni
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