Nel
pomeriggio del 14 novembre 2018 è stato ucciso, per mano del Comando Jungla dei
carabinieri cileni, il giovane Camilo Catrillanca, nipote del lonko (capo
politico e spirituale) Juan Segundo Catrillanca della comunità tradizionale di
Temucuicui e figlio di Marcelo Catrillanca, storico attivista del popolo
Mapuche.
Denunciando
il tragico risultato dell’azione sconsiderata del Comando Jungla dentro il
territorio della comunità, ricordiamo che questo
reparto antiterrorismo dei carabinieri è stato creato dallo Stato cileno e
formato in Colombia con il fine di reprimere le comunità Mapuche in lotta per i
propri diritti di terra e autonomia.
Come
associazione di osservatori umanitari, con quasi 10 anni di permamenza nelle
comunità mapuche oggetto di questa repressione, siamo partecipi dello sdegno,
della rabbia e della frustrazione che provano la famiglia, le comunità mapuche
e le organizzazioni umanitarie locali. Denunciamo
che si è trattato di un omicidio a sangue freddo per le modalità con cui è
avvenuto il fatto e che stanno emergendo già a poche ore di distanza.
Il giovane mapuche è morto per le conseguenze di un
proiettile entrato nella testa dalle spalle. La balistica smonta così
immediatamente il racconto dei carabinieri che – cosa stranamente abituale –
giustificano l’operazione come conseguenza di un furto d’auto. Fatto di per sé già abbastanza
assurdo se si pensa che un delitto comune avrebbe visto il dispiego di mezzi
corazzati militari, elicotteri e forze speciali con armi da guerra.
La realtà
propende per indicare questa come l’ennesima azione deliberata contro una delle
comunità mapuche più attive nel reclamare i propri diritti e sorgono dubbi che
si tratti di omicidio mirato a
colpire la famiglia di un leader storico come Catrillanca.
Camilo si
trovava sul suo trattore, rientrando a casa da lavori nel territorio della
comunità quando si è incrociato con il Comando Jungla risultando ucciso a
sangue freddo. Esigiamo giustizia per questo omicidio, il cui sangue macchia
direttamente le istituzioni e il governo cileno che finanziano e sostengono le
azioni del Comando Jungla.
Camillo lascia la figlia di sei anni e la moglie in
stato di gravidanza.
Questa morte si somma alle già troppe morti di
comuneros mapuche per mano dello Stato cileno, come quelle di Alex Lemun,
Matias Catrileo, Mendoza Collio per citarne alcune. E’ il risultato della chiusura
dello Stato cileno al dialogo e al riconoscimento dei diritti del popolo
mapuche ed è analogo a ciò che accade in luoghi del mondo come la Palestina.
Ci associamo
al Centro de Investigación y Defensa Sur (CID Sur) nel chiedere immediatamente
una indagine imparziale e che i responsabili siano tratti davanti alla
giustizia a rispondere di questo omicidio.
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